nov 09, 2012 Redazione Cinema, Home Page 0
Roma. Si è aperta la settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, un’edizione di cambiamento e svolta per la kermesse romana anche e soprattutto per quanto riguarda la direzione artistica, affidata a Marco Müller, che arriva da otto anni di direzione del Festival di Venezia e si trova a dover affrontare numerose sfide, tra cui quella di aver messo in piedi un festival nel giro di pochi mesi, con risorse limitate e anche con l’obiettivo di coinvolgere il grande pubblico in una manifestazione che, lo ricordiamo, è nata come festa del cinema.
Film di apertura - Il primo film in concorso Lesson of Evil del regista cult giapponese Takashi Miike vanta litri di sangue e unastrage di circa una sessantina di studenti, uccisi, uno per uno, con un fucile da caccia armato a pallettoni. E Aspettando il mare di Bakthiar Khudojnazarov, fuori concorso e film d’apertura stasera, è un kolossal tra realismo magico e bibbia.La manifestazione si è aperta con il film “Aspettando il mare” del regista di origine tagika Bakhtyar Khudojnazarov. Fuori concorso, un respiro più hollywoodiano: dall’action movie Bullet to the Head di Walter Hill al film di animazione Le 5 Leggende, passando per l’immancabile Twilight (quest’anno verrà presentato l’ultimo episodio della saga, Breaking Dawn – Parte 2, diretto da Bill Condon), Mental di P.J. Hogan, ma anche Le Guetteur di Michele Placido (con un cast tutto francese) e La Bande de Jotas, la nuova pellicola di Marjane Satrapi.
Lesson of Evil. Il film di Miike tratto dal best seller omonimo di Yusuke Kishi e primo film in concorso. All’Accademia di Shinko, Seiji Hasumi(Hideaki It), non usa il registro per educare i suoi studenti e neppure li boccia, usa un metodo più diretto: gli spara con un fucile da caccia. Ma a questo va aggiunto che il professore, bello proprio come un vero diavolo, uccide con un gran gusto e spargimento di sangue. Il fatto è che Hasumi e proprio come il Mackie Messer della canzone di Brecht «ha un coltello, Ma vedere no non lo fa» (la canzone cantata dalla Dietrich è un vero tormentone del film), e sembra essere un uomo più che corretto e risolve efficacemente un problema dopo l’altro: le molestie sessuali di un insegnante verso una studentessa come gli episodi di bullismo.
Aspettando il mare di Bakhtiar Khudojnazarov, film fuori concorso che aprirà stasera il festival è invece un opera-metafora dal sapore biblico (si chiude appunto con una citazione dell’Antico Testamento). Un kolossal, che ricorda Fitzcarraldo, che ha visto impegnato Khudojnazarov per sei anni con una coproduzione russa, tedesca, belga, francese, kazaka e ucraina. Un villaggio muore lentamente e si desertifica, giorno dopo giorno, dopo che il mare a un certo punto si è improvvisamente ritirato. Solo il marinaio Marat (Egor Beroev) sembra opporsi a quanto accaduto e, con una ostinazione trascendentale, si oppone al destino decidendo di trascinare la sua nave, ormai solo un rottame arrugginito metro per metro attraverso il deserto. In cerca ovviamente di un nuovo mare di riferimento.
Foto emozioni
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