mar 14, 2013 Andrea Antonio Gallucci Vaticano 0
Roma. L’elezione di Jorge Maria Bergloglio ha sorpreso tutti, non solo i fedeli riuniti in preghiera in piazza San Pietro ed i milioni collegati via TV, ha sorpreso anche gli stessi uomini di Chiesa. Dopo la rinuncia di Benedetto XVI, nessuno mai si sarebbe aspettato l’elezione di Bergoglio a Vescovo di Roma, lui che nel 2005 fu lo sfidante di Ratzinger. Da giorni media e bookmakers davano per certa la corsa a tre, un Italiano, Angelo Scola, un sud Americano, il Brasiliano Scherer, ed uno statunitense, uno tra O’Malley e Dolan. La scelta dei Cardinali chiusi in Conclave ha sbaragliato tutti, dopo 11 pontificati torna un Papa religioso, il primo Gesuita, il primo che arriva dal continente con più cattolici al mondo (solo Brasile e Argentina ne contano insieme 179 milioni), il primo Papa dei poveri, così in molti l’hanno soprannominato, un po per il suo passato in argentina, un po per l’approccio che ha avuto alla sua presentazione dalla loggia delle benedizioni. Un papa diverso, un papa che dal primo momento è sembrato simpatico a tutti, un papa che per molti fedeli è stata la scelta giusta, la migliore per riportare sulla retta via la Chiesa di Roma. Un Papa che ha scelto di cambiare, partendo dal nome, scegliendo di essere il primo vicario di Cristo in terra con il nome di Francesco.
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