lug 09, 2013 Luigi Liberti Vaticano 0
Lampedusa. Un canto ed un sorriso di speranza ha accolto il Papa a Punta Favaloro. “Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Prego per voi, anche per quelli che non sono qui”, ha detto Francesco mentre salutava e ringraziava uno ad uno i cinquanta immigrati, molti dei quali musulmani, giunti sull’isola nei giorni scorsi e ospitati nel centro di accoglienza. Il Papa, poi, è salito su una campagnola scoperta per dirigersi al campo sportivo di Lampedusa dove ha celebrato la messa davanti a 10mila persone. Nella messa, Bergoglio ha rivolto un pensiero “ai cari immigrati musulmani che stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali”. “La Chiesa vi è vicina – ha aggiunto – nella ricerca di una vita piu’ dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi, ‘O ‘scia. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta – ha proseguito -, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza”. E allora “ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare – ha aggiunto -, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore”.
L’Omelia - Il Papa ha sottolineato che la “cultura del benessere” ci rende “insensibili alle grida degli altri”, ci fa vivere “in bolle di sapone”, in una situazione “che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!” Partendo dalle domande bibliche “Adamo, dove sei?” e “Caino, dov’è tuo fratello”, Bergoglio, con riferimento ai naufragi dei migranti, ha detto a Lampedusa che “queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza!”. “Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo”, e “non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri”. E’ così, secondo il Santo Padre, che “si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito”. Di fronte alle morti in mare, ha detto il Papa, “domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo. ‘Chi ha pianto?’”.
La Giornata del Papa - Alle 8 Bergoglio è decollato dall’aereoporto di Ciampino a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica militare destinazione l’isola delle Pelagie. Ad accoglierlo l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, e dal sindaco Giusi Nicolini. Imbarcatosi, a Cala Pisana, su una motovedetta della Guarda Costiera è andato a gettare una corona di fiori in mare in ricordo di tutti i migranti morti nel Mediterraneo. Con lui, un corteo di barche di pescatori. Poi, la Messa celebrata a Lampedusa ed infine, il Papa ha fatto una visita privata nella chiesa di San Gerlando, per rendere omaggio alla comunità parrocchiale dell’isola. Quindi alle 13.15 è risalito sull’aereo per tornare a Roma.
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