lug 27, 2013 Redazione Vaticano 0
Rio de Janeiro. “Cari vescovi, sacerdoti, religiosi e anche voi seminaristi che vi preparate al ministero, abbiate il coraggio di andare controcorrente rispetto a una cultura dei rapporti umani basata su due dogmi: efficienza e pragmatismo”. L’invito del Papa rivolto ai mille vescovi presenti in cattedrale (la più alta concentrazione mai toccata nella storia della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II) è una prosecuzione della dolorosa constatazione di ventiquattr’ore prima, a Copacabana, quando il Pontefice (dopo aver censurato l’egoismo e la corruzione dei politici) aveva detto: “Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l’incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo”. Per il primo Papa sudamericano, la rinascita della Chiesa va realizzata dal basso: ‘Con coraggio pensiamo alla pastorale partendo dalla periferia, partendo da coloro che sono più lontani, da coloro che di solito non frequentano la parrocchia. E i giovani tutti devono “annunciare il Vangelo”.
I Giovani - Papa Francesco in questo straordinario viaggio in Brasile non si risparmia, ed è particolarmente apprezzato dai giovani ai quali da tanta energia. Non dimentica i 242 ragazzi morti nel rogo del gennaio scorso in una discoteca di Santa Marta (Stato di Santa Caterina), fa visita ai giovani detenuti, sei ragazzi e due ragazze, di sei diversi carceri minorili di Rio, e a differenza del “Papa Buono”, come veniva chiamato Giovanni XXIII, Bergoglio si avvicina tantissimo alla gente.
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