nov 29, 2013 Alessandro Pagano Sport USA 0
Roma. Nemmeno 15 giorni fa, Andre Iguodala, assente di lusso nella partita di stanotte tra Thunder e Warriors, faceva venir giù la Oracle Arena con uno dei “buzzer beaters” più incredibili della stagione. La baia, esaltata dalla giocata dell’ormai ribattezzato Iggy, si godeva così una vittoria dal sapore ancor più dolce. Le strade delle due squadre, dopo quel 15 Novembre, son cambiate: OKC ha ritrovato il miglior Westbrook e un migliorato Ibaka; Golden State, invece, ha risentito della mancanza di Steph Curry, perdendo partite alla portata della squadra del reverendo Jackson. Ma stanotte, alla Chesapeake Energy Arena, per i Thunder arriva l’opportunità di riscattarsi, di dimostrare che i miglioramenti tecnici ma soprattutto psicologici sono arrivati. Curry sarà dalla partita, nonostante i forti dubbi della vigilia e dei giorni precedenti. La partenza molto soft dei GSW avvantaggia il gioco casalingo e aggressivo dei Thunder, in particolare quello di Westbrook che tende a mettere subito le cose in chiaro rubando e andando a inchiodare la schiacciata che scalda un pubblico già di per sé rovente. Curry & co. riescono a rimanere abbarbicati alla partita, grazie proprio alla mano calda del figlio di Dell. Il primo periodo si conclude col punteggio di 28-32 OKC, con Durant che ancora non ha messo la seconda. Il secondo quarto segue il copione del primo, con i Thunder che cercano di allungare con KD in versione assistman a vantaggio di un concentrato e attento Ibaka, e con gli Warriors che rispondono colpo su colpo, facendo sì che la partita rimanesse sempre in bilico. La schiacciata del centro della Repubblica del Congo sulla testa di un impotente Bogut regala il +5 ai Thunder, che chiuderanno avanti di 3 lunghezze dopo il secondo giro di boa (51-54). La cura, le parole, l’incitamento di coach Jackson durante l’intervallo sortisce un effetto positivo sui suoi ragazzi, i quali entrano in campo con un piglio decisamente più determinato. Harrison Barnes, titolare in contumacia Iguodala, sforgia un gran terzo quarto e, alla fine del terzo periodo di gioco, Golden State è avanti 82-76, con l’inerzia decisamente dalla loro parte. Ma sta per arrivare l’ultimo e decisivo quarto, il momento dei veri giocatori ed è la parte del match nella quale esplode Il padrone di casa, Kevin Durant. Condottiero di una rimonta importante, è proprio KD a griffare il nuovo vantaggio per OKC che con un parziale di 7-0 rimette il naso avanti. Jeremy Lamb, quasi il figlio prediletto di Durant, guida i suoi in transizione e permette ai suoi di tenersi a contatto con gli ospiti. Parliamo di quarto quarto, di grandi giocatori e, di conseguenza, la zampata di un grande come Curry non può mancare: il nuovo vantaggio lo sigla proprio lui con un and-one da urlo. Si accende così un bellissimo duello che perdurerà fino alla sirena finale tra Westbrook, potente e intelligente ad usare il post contro la fragilità fisica del piccolo Curry, e proprio Steph che, a sua volta, fa girare la testa a Ibaka con un movimento alla Pete “Pistol” Maravich. Ma il centro naturalizzato spagnolo ha la sua vendetta: prima stoppa Lee, poi corre in campo aperto e trovato magnificamente da Durant, inchioda la schiacciata del 100 pari. L’ultimo tiro, a 7” dalla fine, lo prende, naturalmente, Kevin Durant ma il tiro alla Dirk Nowitzki finisce sul primo ferro. Si va all’OT di una partita emozionante e molto equilibrata. Ha qualcosa da farsi perdonare Durantula e quale miglior momento se non in un overtime così delicato?! Il jumper dalla media, senza ritmo e con poco spazio, messo a bersaglio vale il +4 a 2:30 dalla fine. Ma il protagonista che non ti aspetti per una mini-rimonta è Harrison Barnes che sulla linea di fondo regala, con un layup reverse, il vantaggio (112-110) a Golden State a 45 secondi dalla fine. L’ultima e cruciale azione è nelle mani ancora di Durant che penetra, alza la parabola ma non riesce a realizzare; la lotta a rimbalzo è furibonda e l’ultimo tocco secondo la terna arbitrale è di Jermaine O’Neal. Rimessa dal fondo con 9,4” da giocare: palla che esce per Durant che, chiuso magnificamente da Barnes, scarica ad Ibaka che dalla media sbaglia ma a tener vivo il pallone è prima Westbrook e poi Lamb che, con un salvataggio che vale oro, rimette la palla nelle mani del suo playmaker che con 2” sul cronometro si alza dall’angolo e regala la vittoria agli OKC! Una tripla che fa letteralmente esplodere tutto il palazzo e che regala vittoria e rivincita alla squadra di coach Brooks.
Non bastano, quindi, ai GSW i 32 di Curry (13/26 dal campo, 4/10 dall’arco e 11 rimbalzi) e i 26 di un eccellente Barnes (10/15) per portare a casa la vittoria. Nonostante tutto il quintetto sia andato oltre la doppiacifra in termini di punti, la panchina non ha dato il contributo sperato da coach Jackson. Ben altre, invece, sono le statistiche per i Thunder che distribuiscono principalmente i suoi 113 punti nel trio Durant (25), Ibaka (18) e l’MVP di serata Westbrook (34).
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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