La prima di Andrea Bocelli a Venezia è un omaggio che arriva dal profondo del cuore

lug 01, 2009 Andrea Antonio Gallucci Home Page, Spettacolo 3

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La prima volta di Andrea Bocelli in piazza San Marco è stato un vero e proprio omaggio a Venezia, dal profondo del cuore. Un tributo per il cantante toscano che ha ricambiato con sei richiami da parte del pubblico sul palco e con due bis. Alla “Serenissia” Venezia Bocelli ha dedicato un’aria dell’Otello di Verdi che finora non aveva mai eseguito. Accompagnato dall’Orchestra sinfonica Abruzzo diretta dal Maestro Eugene Kohn, ha eseguito anche “Cielo e mare” dalla Gioconda di Amilcare Ponchielli. Nel repertorio si sono succeduti il Verdi del Trovatore e dell’Aida, e poi Mascagni, Puccini, Offenbach. Sempre dedicata a Venezia anche “Vieni sul mar” dall’ultimo album, “Incanto”. Eseguite inoltre canzoni «tanto popolari – ha spiegato Bocelli prima del concerto – che sono diventate classiche», come “Voglio vivere così”. Di rilievo anche “La barcarola” di Offenbach cantata dal soprano Paoletta Marrocu e Inva Mula. Sia al filone lirico che a quello popolare Bocelli ha dato la propria impronta di attitudine all’ascolto profondo, di accorata compostezza.

Il concerto di Bocelli di questa sera, dopo lo spettacolare concerto di pochi giorni fa con Massimo Ranieri, conferma l’intenzione di riportare il grande pubblico alla confidenza con la musica. Il pienone del concerto di stasera premia questa impostazione. La scena è stata animata ai lati dell’orchestra da due mimi vestiti in costume bianco che hanno sottolineato con movimenti al rallentatore lo scorrere della musica. Bocelli, prima di lasciare il palco, ha ringraziato, in particolare, la sinfonica Abruzzo e il Coro lirico veneto. Nel bis, l’aria più conosciuta della “Traviata” e, per concludere, ha voluto rendere ancora omaggio al pubblico cantando la canzone che l’ha reso famoso nel monso, “Con te partirò”. Applausi a non finire da parte del pubblico di quella che Andrea Bocelli ha definito «la singolare città che tutti ci invidiano».

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