dic 16, 2013 Salvatore Malfitano Sport USA 0
Roma.
Da poco superato il primo quarto della stagione regolare, la classifica non è ancora ben definita ma le squadre hanno dato i primi segnali per gli obiettivi finali. Di certo, però, quest’anno ne stanno succedendo di tutti i colori. Già, perchè succede che Portland, che l’anno scorso annaspava nelle ultime posizioni, ora si trova a comandare ad Ovest, confermandosi prima con una vittoria al cardiopalma su Detroit. Succede che dall’altro lato, i Pacers, che a maggio erano andati vicini al colpaccio per guadagnare un posto alle Finals, ora si guardano dall’alto i campioni in carica di Miami.
Ma procediamo con ordine:
Western Conference.
A ovest, il fattore Portland sta sbaragliando ogni pronostico possibile. Il talento di Lillard (Rookie of the Year della passata stagione) e Batum ha trovato la sintesi perfetta con i muscoli di Aldridge e Lopez, arrivato quest’estate da New Orleans. Non sorprendono, invece, San Antonio, OKC e i Clippers, che con l’esperto Doc Rivers in panca hanno un abile nostromo per raggiungere risultati molto più soddisfacenti rispetto alla fase finale della scorsa stagione. La vertiginosa crescita di James Harden sta lanciando a colpi di punti i Rockets verso un piazzamento più che dignitoso, mentre fa capolino di nuovo fra le prime otto Phoenix, a pari punti con Denver del nostro Gallinari, ancora fermo ai box per l’infortunio al crociato di aprile. All’ottavo posto, gli irriducibili Mavericks provano ancora una volta a ribaltare le aspettative e riconfermarsi, nonostante il roster non sia più quello di qualche stagione fa. Molto più sorprendente il quadretto che riserva la parte bassa della classifica. Nella Baia non si è ancora ingranata la marcia alta, ma se Curry&co. ricominciano a giocare così come avevano smesso la scorsa stagione, non ce n’è per nessuno, a maggior ragione che adesso possono contare anche su Andre Iguodala. Stessa percentuale, ma due partite in meno per i Timberwolves, che risentono un po’ del momento particolare dal punto di vista realizzativo di Ricky Rubio. Ovvio che i riflettori sono tutti puntati sulle squadre dei fratelli Gasol: il lato viola di LA ha appena recuperato Bryant, ma è il resto della squadra che non sembra ancora all’altezza; Memphis, invece, il suo Gasol non lo può utilizzare per infortunio. Fanalini di coda Sacramento, cliente fisso dei bassifondi, e Utah.
1) Portland 21-4
2) San Antonio 19-4
3) Oklahoma City 19-4
4) L.A. Clippers 16-9
5) Houston 16-9
6) Phoenix 14-9
7) Denver 14-9
8) Dallas 14-10
9) Golden State 13-12
10) Minnesota 12-12
11) New Orleans 11-11
12) L.A. Lakers 11-12
13) Memphis 10-13
14) Sacramento 7-15
15) Utah 6-20
Eastern Conference
Sono i Pacers a dominare la Eastern Conference, confermando tutto quanto di buono era stato fatto lo scorso anno. A seguire, senza sorprendere, è Miami, anche se sei sconfitte sono troppe per questo inizio di stagione. Come spesso accade ad est, però, basta veramente poco per accedere ai playoff. Vedere Atlanta, che con un record perfettamente simmetrico, ha un terzo posto equivalente al decimo, se giocasse dall’altro lato degli USA. A seguire c’è Boston, quarta di fatto e di diritto per il primo posto nella sua divisione, che sta superando le aspettative che non li vedevano nemmeno lottare per un posto alla fase finale. Con lo stesso record c’è Detroit e vorremmo poter dire anche grazie al nostro Gigi Datome, ma il poco spazio che il capitano della Nazionale sta trovando a Motor City non lo rendono ancora un protagonista del roster. Al sesto e al settimo posto ci sono le due sorprese dell’est: Charlotte e Toronto, solitamente assieme a chiudere la bassa classifica. Con lo stesso record dei Raptors, ci sono i Bulls, che anche quest’anno dovranno far fronte all’infortunio di D-Rose, spettatore non pagante per il resto della season. In scia per i playoff, c’è Washington, guidata da John Wall. Con una sconfitta in più ci sono i Cavaliers di Irving, ma la tappa d’obbligo va fatta a Brooklyn. Dopo una campagna acquisti decisamente dispendiosa, sia per ingaggi che per relative tasse inerenti allo sforo del tetto salariale, i Nets galleggiano a ridosso dell’ottavo posto nonostante il roster di altissimo livello ed esperienza; è da vedere se il ritorno di Deron cambi le carte in tavola. Ancor più assurdo, se vogliamo, l’inizio a rallentatore di New York: Melo, JR Smith (Sixth Man of the Year della passata stagione) e compagni ancora non riescono a trovare la giusta combinazione: coach Woodson le sta letteralmente provando tutte. Orlando conferma le difficoltà della scorsa stagione, così come Philadelphia, anche se nessuno avrebbe mai pensato di trovare i 76ers così giù in classifica. La graduatoria la chiude Milwaukee: orba di Jennings, trasferitosi nel Michigan, la squadra sembra destinata ad una stagione davvero poco soddisfacente.
Presto, troppo presto per dare giudizi. Questa settimana ci darà qualche piccolissima indicazione in più per quanto riguarda l’Ovest: sabato notte c’è il meglio della Western Conference sul parquet, per quella che abbiamo ribattezzato “Fiera dell’Ovest”. OKC – San Antonio, L.A. Lakers – Golden State e Denver – L.A. Clippers sono le partite che seguiremo.
1) Indiana 20-3
2) Miami 17-6
3) Atlanta 12-12
4) Boston 11-14
5) Detroit 11-14
6) Charlotte 10-14
7) Toronto 9-13
8) Chicago 9-13
9) Washington 9-13
10) Cleveland 9-14
11) Brooklyn 8-15
12) New York 7-16
13) Orlando 7-17
14) Philadelphia 7-18
15) Milwaukee 5-19
Nato a Napoli, il 23/6/1994. Ex calciatore, attualmente redattore NBA per partenopress.com e basketinside.com; inviato sul Napoli per Il Roma. Studente di giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli.
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