gen 27, 2014 Alessandro Pagano Sport USA 0
Roma. Si erano lasciate il 20 Giugno 2013 e si ritrovano qui, allo stesso posto, a SoBe, Miami, Florida, 220 giorni dopo quel jumper di Lebron che annichilì gli Spurs. L’amaro in bocca agli Spurs non è andato via facilmente e la frustrazione al sol pensiero rimane intatta, quasi indelebile. Nuovi innesti, scambi, facce nuove hanno cambiato un po’ il volto di questa bellissima sfida. Facce nuove, come quella di Wade che dopo 4 partite torna a vestire la canotta da gioco. Ma anche le facce che non ci sono, come quelle di Green, killer nelle prime 5 partite della serie finale, e Leonard, vera e propria spina nel fianco per Lebron. Ma ora siamo a metà regular season e si sfidano le seconde forze delle due conference: Miami con un record di 31-12, mentre gli Spurs con un record di 33-10. Gli occhi sono tutti puntati su chi sostanzialmente ha deciso l’esito delle Finals dello scorso anno: LBJ. Subito all’intero dei giochi offensivi Heat con un touch-pass a una mano per servire nell’angolo Bosh che da 3 realizza il canestro del 14-20 quando il cronometro dice che ci sono ancora 6:53 da giocare nel primo quarto. La risposta elegante e sempre pronta è di Tim Duncan, con un roll profondo che lo manda direttamente al ferro grazie anche ad un preciso passaggio di Tony Parker. Lebron decide di vestire i panni di assistman: riceve in post, il solito random cut dal lato debole di Wade che viene servito con i tempi giusti e arriva al ferro con estrema facilità. Si chiude il primo periodo col punteggio di 28-34 a favore dei campioni in carica. Inizia il secondo quarto e con esso le seconde linee dei due roster iniziano a far parte della partita. Il più carico “panchinaro” è sicuramente Birdman, al secolo Chris Andersen, che decide di dimostrare la sua carica con una perentoria stoppata ai danni di Diaw che manda la palla direttamente sulle tribune della TripleA. Duncan perde un po’ di lucidità offensiva e prima sbaglia un lay-up molto semplice, riesumando i fantasmi del passato, e poi si fa scippar palla da Lebron che in campo aperto viene letteralmente placcato da Diaw che, però, deve fare i conti con una strapotenza fisica che porta il talento di Akron a portare a casa fallo, canestro e tiro libero aggiuntivo. Coach Spo inserisce nelle rotazioni anche Oden che viene pescato da un bellissimo assist di Wade che diventa in un nulla una schiacciata a centro area. Miglioramenti notevoli da parte dell’ex centro dei Portland Trailblazers sia in termini di punti, sia in termini di minutaggio. Un mini-break di Miami, concluso con la tripla di Lebron, riporta Wade e compagni ad un vantaggio di 7 punti. Si va al riposo lungo con gli Heat in vantaggio 50-58. Dagli spogliatoi escono degli Spurs in stato confusionale: tante palle perse in parte per merito della difesa Heat e in parte per demeriti degli stessi Spurs. Provano, così, a riscappar via i Miami Heat che, grazie alla rubata di Allen e all’assist di Wade, mandano al ferro James per una comoda schiacciata. Ma Lebron ha deciso che mentre Melo ne fa 62, Durant puntualmente più di 30 a sera, Ross 51, lui si diverte di più a passare la palla: un assist schiacciato a terra pazzesco per Bosh garantisce ai padroni di casa un vantaggio di 12 lunghezze. Tanti assist ma ancora poco in fase realizzativa per il numero 6 che per incrementare il suo bottino offensivo, prende un tiro comodo… da dietro al tabellone! La chirurgica precisione di James fa impazzire panchina e palazzo. Gli Spurs non reagiscono, un po’ per mancanza di forze e un po’ per la serata no di Parker e Ginobili. Sembra ormai persa questa occasione di rivincita per gli Spurs che mandano in campo le seconde linee dopo aver toccato anche il -25. Non arriva nessuna scossa e gli Spurs sono costretti, per la quarta partita consecutiva, se contiamo anche le Finals della scorsa stagione, a lasciare da sconfitti l’AmericanAirlines Arena. Finisce 101-113. Tra le fila dei nero-argento, l’unico a salvarsi è Duncan che fa registrare 23 punti con 9/13 dal campo. Per il resto, si evidenziano 12 di Belinelli e i 15 di Diaw, mentre Parker chiude appena in doppia cifra (11 + 7 assist). Miami, contrariamente a quanto si direbbe guardando i roster, vince la sfida a rimbalzo catturando 9 rimbalzi in più (28-37). I padroni di casa stemperano i tentativi di rivincita da parte degli Spurs grazie ancora ad una prestazione ottima di Bosh, che chiude con 34, 5 rimbalzi e 3 assist con 9/10 dal campo, e grazie al solito Lebron che con 6 assist, 7 rimbalzi e 18 punti è il secondo miglior marcatore di serata per i Miami Heat. Seguono a ruota Chalmers con 16, Beasley con 12, Cole con 11 e Allen con 10. Wade, non ancora in formissima, mette a referto 8 punti con 5 assist.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
ott 25, 2024 0
ott 24, 2024 0
ott 15, 2024 0
ott 14, 2024 0
ott 08, 2024 0
ott 01, 2022 0
set 30, 2022 0
set 03, 2022 0
ott 01, 2013 6
mag 22, 2009 5
11 years ago
11 years ago
11 years ago
11 years ago