feb 13, 2014 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Roma. Si va di scena alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis, Indiana e sul parquet ci sono gli Indiana Pacers con gli All Star Paul George e Roy Hibbert, celebrati prima della partita come tutti i selezionati all’All Star Game, e i Dallas Mavericks che sono all’apparenza sembra innocui ma che nascondono l’insidia del solito bel gioco creato da coach Rick Carlisle. Arrivano a questo match allo stesso modo, con 6 vittorie e 3 sconfitte nelle ultime 9 gare disputate. Ma lasciamo parlare il campo, l’unico a dare giudizi in maniera esatta. La franchigia del vivace presidente Cuban non parte col piede giusto, quantomeno in difesa, concedendo troppi tiri aperti sia a Hibber, sia a George che ringraziano e mettono a referto punti comodi. A tener a galla e addirittura a portare in vantaggio nel primo quarto i Mavericks ci pensa Vinsanity, Vince Carter con la tripla frontale. La difesa di Dallas non riesce a coprire sui tentativi da fuori di Indiana che trova in buona forma anche Granger che piazza due triple a cavallo tra il primo e il secondo quarto. Sembrano non del tutto corrette nemmeno le rotazioni difensive dei lunghi Pacers, tanto da concedere un and-one a Blair per il nuovo +4 Mavericks. Restano a contatto i padroni di casa ma sale in cattedra sul finire di primo tempo Dirk Nowitzki che banchetta contro West con lo stesso movimento: gran finta, palleggio per mettere bene i piedi e solo nylon. Comincia il secondo di tempo ma non cambia il registro dell’MVP delle Finals del 2011, con la sola aggiunta dell’appoggio al vetro sul jumper. Pulito come sempre il tedesco nell’esecuzione tecnica del tiro. Ma siamo in casa dei migliori ad Est e la reazione prima o poi arriva. Arriva forse dal miglior giocatore del momento in casa Pacers: George Hill mette la tripla del 55-56 Indiana. Provano a scappar via sul +5 ma vengono ripresi da un super Monta Ellis che arriva al ferro quando vuole nonostante l’intimidazione fisica dei lunghi: prima sulla linea di fondo dopo un bounce-pass di Carter e poi in transizione cercando il contatto con Mahinmi. Pari a quota 62 a 10’ dalla fine. A pensare che contemporaneamente a Los Angeles il primo tempo si era concluso 61-61! La chiave tattica di coach Carlisle è sicuramente Vince Carter da facilitatore e assistman: ne arrivano 2 consecutivi per Brandan Wright per due comode soluzioni a centro area.
È l’allungo decisivo, +7 e Pacers in ginocchio. Finisce con un insolito 81-73, punteggio bassissimo viste le potenzialità delle due squadre. Gli Indiana Pacers, prima dello scivolone della notte, vantavano il miglior record interno dell’intera Lega (25-2), primi in questa speciale classifica seguiti da OKC (23-3), Clippers (23-4) ed Heat (20-4). Balzano agli occhi le statistiche negative dei Pacers come le 20 (!) palle perse dalle quali scaturiscono 20 punti per i Mavs. In doppia cifra ci vanno George (12 con 4/17 dal campo e 1/6 da 3), West (12 con 5/12 dal campo), Hill (14 con 5/11 e 3/8 da 3), Stephenson (13 punti e 10 rimbalzi) e Granger che uscendo dalla panchina realizza 13 punti in 20’. I veri matador per i Mavs sono Ellis con 23, 6 assist e 9 rimbalzi (7/18 dal campo) e Dirk Nowitzki con 18 punti e il 50% dal campo (7/14).
Nato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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