feb 27, 2014 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Roma. Ore frenetiche dall’altra parte dell’oceano dove i coach e i GM di molte franchigie sono in attesa di piazzare un buon colpo prima della “Deadline”, il termine ultimo per acquistare e/o cedere giocatori. Ma mentre il mercato è nel suo vivo, in pieno fermento, le squadre continuano la propria corsa ai playoff, continuano a lottare per un posto tra le prime 16 della Lega. Il big match della notte è stato senza dubbio Los Angeles Clippers vs Houston Rockets, con tante sfide nelle sfide. Nel frattempo Gary Sacks, GM dei Clips, dopo aver ceduto Mullens ai 76ers e Jamison agli Atlanta Hawks, inserisce nel roster un pupillo di Doc Rivers, ovvero sia Glenn Davis, direttamente dai Magic. Si seguono le piste molto calde che portano a Danny Granger. Sul fronte Rockets, invece, Daryl Morey, GM in casa Rockets, taglia Ronnie Brewer per firmare Troy Douglas, stella dei Rio Grande Valley Vipers (D-League). Si lavoro anche qui ancora molto sul mercato, soprattutto in uscita (Lin, Asik e Garcia) mentre il sogno resta Rajon Rondo. Ma, come sempre, “accontentiamoci” della realtà e del giudizio del campo. Una partenza praticamente FLASH per i padroni di casa che, con la schiacciata prepotente di Jordan e con il tap-in vincente di Blake Griffin, raggiungono un vantaggio di 12 lunghezze (2-14) dopo appena 5 minuti di gioco. I Rockets sembrano essere poco tosti nell’approccio ed è ancora DeAndre Jordan a cancellare i tentativi di realizzazione di Houston. La risposta è affidata soprattutto alle due star, alla H&H, ossia a Howard e Harden che riescono a ricucire lo strappo e a portarsi di nuovo alla singola cifra di svantaggio. La marcatura su Harden di Barnes sembra sì efficace ma non abbastanza da limitare l’uomo con la barba più cool dell’NBA. L’altra H della premiata ditta Rockets, Howard, porta in vantaggio Houston con un bel rimbalzo offensivo e una possente schiacciata a due mani. Prima della fine del primo tempo una cattiva notizia per i Clips: raggiunge prima del dovuto gli spogliatoi Jamal Crawford per dei problemi al polpaccio sinistro. Sale in cattedra il padrone, insieme a Kobe, di Los Angeles: Chris Paul. Senza paura in penetrazione contro Howard. Ma è lo stesso centro ex Magic che prima sfrutta l’accoppiamento con Griffin, che concede diversi centimetri, per realizzare e poi, con un buon arresto di potenza a centro area, per firmare il nuovo vantaggio Houston (64-62). La lotta tra le due squadre si sposta per tutto il terzo periodo in area e, dopo le buone cose fatte vedere da DH12, rispondono Griffin e Jordan per il nuovo controsorpasso. Esordio a 1.8 secondi dalla fine del terzo periodo per Glenn Davis che chiuderà la sua partita con 2 punti in 5 minuti. A mettere fine alla scaramuccia tra Harden e Jordan ci pensa Barnes con un tap-in schiacciato a 2:48 dalla fine molto dubbio.
Gli stessi dubbi che nutre la panchina Rockets che si alza interamente per protestare. Il vero punto esclamativo, o megli i punti esclamativi arrivano da Darren Collison che, su assist di Dudley, prima realizza una tripla che porta i Clips sul +9 e poi, in zingarata, va dentro e appoggia un lay-up rovesciato dall’elevato coefficiente di difficoltà. È Game, Set & Match, i Clippers vincono 93-101 sui Rockets, ai quali non bastano i 23 e 11 di Howard e i 18 di un Harden che non tira benissimo (6/16 e 1/6 da 3). In doppia cifra per i Rockets si aggiunge solamente Hamilton con 16. Per i Clippers, invece, in doppia cifra ci vanno Barnes (11), Paul (14), Jordan (13+10) ma soprattutto Collison (19) e Griffin (23+16). Houston tira leggermente meglio dal campo ma fa registrare 20 palle perse (6 Harden e 4 Beverley). Con questa vittoria i Clippers (40-20) arrivano al quarto posto mentre i Rockets (39-19) scendono al quinto.
Nato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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