mar 08, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Se amate viaggiare e vi trovate a San Francisco, c’è un posto che dovete assolutamente vedere. No, non è il Golden Gate Bridge, anche se non ci siete andati poi tanto lontano: spostatevi di qualche chilometro (o miglio, visto che ci troviamo dall’altra parte dell’oceano) e portatevi nei pressi dell’Oracle Arena; possibilmente quando giocano i Golden State Warriors (39-24). Uno spettacolo, anche quando i nostri eroi giocano con una squadra dal richiamo non eccessivo (eufemismo) come gli Atlanta Hawks (26-34).
Il primo quarto si gioca sul filo di un equilibrio (parziale di 31-32) che Mike Scott (14 punti) prova per primo a spezzare con l’unica tripla della sua serata (22-24), nonostante reiterati problemi ad una scarpa. Veloce pit-stop in panca e via, si riparte. Con Klay Thompson costretto ad uscire all’inizio per un colpo alla testa tanto brutto quanto fortuito, Steph Curry (13 punti, 5/10 al tiro, ma 1/4 da tre), cerca e trova collaborazione in David Lee (18 punti e 9/12 dal campo), destinatario di uno dei 7 assist del numero 30: il 26-30 in chiusura di primo periodo è un gioco da ragazzi. Ad inizio secondo quarto è Paul Millsap (16 punti e 7 rimbalzi) a siglare il -1 (33-34), sulla falsariga di quell’equilibrio di cui qualche riga più su. Un equilibrio che, a 4:20 dall’intervallo lungo, sembra essere messo in pericolo dalla bomba di Curry per il 48-54 Warriors. Di solito questo è il primo segnale della grandinata in arrivo: invece è una di quelle serate (rare, a dire il vero) in cui il nostro è stranamente silente e l’hashtag #curryisonfire resta bloccato nelle falangi del twittatore dei padroni di casa. Che, in ogni caso, riescono comunque a portarsi sul +14 (52-66) prima dell’inizio del terzo quarto: merito della grande efficacia del lavoro svolto dalla batteria dei lunghi al completo, con i 17 punti di Jermaine O’Neal a fare da cartina tornasole. Il parziale che tutti ci aspettavamo, quindi, arriva ma non nei tempi, modi e “attori” previsti. Nella ripresa gli Hawks trovano comunque la forza di rientrare e la tripla di Pero Antic vale il 71-74 a 4:16 dall’ultima pausa: un fuoco di paglia visto che, all’alba dell’ultimo quarto, punteggio (77-85) e inerzia della gara sono ancora saldamente in mano ai figli della baia. Che, con il volo sopra il ferro di Iguodala (13 punti), fanno capire che la W non sfuggirà. Tanto che Bogut, in panchina nei minuti di garbage time, ha anche il tempo di firmare le scarpe e regalarle a un piccolo fortunato tifoso. Only at the Oracle. Finisce 111-97 per i Warriors.
Atlanta Hawks: Millsap 16, Scott 14. Rimb: Millsap 7, Brand 6. Ass: Teague 6
Golden State Warriors: Lee 18, O’Neal 17, Curry e Iguodala 13. Ass: Curry 7. Rimb: Bogut 9
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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