mar 13, 2014 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Roma. In una Lega che vive di paradossi, di alti e di bassi, di grandi rivelazioni e cocenti delusioni, sono possibili ogni qual tipo di calcolo, di percezione statistica e così via. Si può, dopo un inizio incredibilmente deludente, risollevarsi dalle ceneri e risorgere, passo dopo passo, partita dopo partita, “centimetro dopo centimetro” per citare Al Pacino in uno storico discorso? La risposta che darebbero sia Al Pacino che coach Jason Kidd è SI. È l’incredibile vicenda che caratterizza una particolarissima stagione dei Brooklyn Nets, appena usciti con un prezioso referto rosa dalla bolgia dell’American Airlines Arena. Non spaventa tanto il fatto che siano riusciti a vincere 3 volte su 3 (4 se contiamo la preseason) contro i campioni in carica ma come con il 2014 la squadra di Kidd abbia trovato una peculiare quadratura tanto da farla essere in cima alla Eastern Conference! Proprio così, se la stagione NBA fosse iniziata con l’anno nuovo, in testa alla conference ci sarebbero i Nets con un record di 23 vittorie e appena 9 sconfitte. Le 9 sconfitte, maturate contro Raptors, per ben 2 volte, Thunder, Pacers, Pistons, Bulls, Warriors e una brutta sconfitta contro i Portland Trailblazers sono intervallate da grandi vittorie contro squadre del calibro di Heat, Spurs e Thunder, Un mese di gennaio praticamente eccellente per i Nets che hanno inanellato un gran numero di vittorie con solo 3 sconfitte nell’intero mese. La peculiarità alla quale facevamo riferimento prima è dovuta al fatto che con l’organico completo, con un roster a completa disposizione, la squadra del secondo uomo più ricco della Russia, Mikhail Prokhorov, non si riusciva ad esprimere al meglio, forse per eccessiva dose di talento e/o superstar in campo. Un quintetto con Williams, Johnson, Pierce, Lopez e Garnett non può che spaventare sulla carta ma la sintonia in campo è molto più difficile da trovare in situazioni del genere. Giocatori ormai troppo fedeli ad un certo sistema di gioco come KG e DoubleP fanno fatica, alla loro età, a doversi riadattare ad una concezione di gioco del tutto nuova come quella di coach Kidd. Non è detto che ciò non avvenga, ma il tempo non è dalla loro parte. Assimilare nuovi concetti di “spacing & timing” richiede del tempo e sia l’età che il salary cap non sorride alla franchigia di NYC. Resta il dato che testimonia che con l’ingresso di Livingston, giocatore sottovalutato e dalle potenzialità tali da giocare in una “contender” al titolo, e con l’apporto dei vari Anderson, Plumlee e Thornton, più di recente, la squadra ha trovato un equilibrio che le consente di esprimere il miglior basket possibile.
Con un’infermeria piena di nomi di prestigio come Lopez, Kirilenko e Garnett, ci pensa Mirza Teletovic a non far rimpiangere gli infortuni dei lunghi della squadra. Le chiavi di questa “rinascita” di Brooklyn sono probabilmente individuabili in due giocatori: il primo viene da Mostar, Bosnia, classe 1985 e risponde al nome di Mirza Teletovic, giocatore molto duttile con un tiro dalla lunga distanza pestifero; il secondo viene da Syracuse ed il suo nome è Andray Blatche, autore di una seconda metà di stagione con numeri impressionanti. La duttilità di entrambi i giocatori è l’arma in più per Brooklyn ed è ciò che più serve a Jason Kidd per i suoi piani. Resta il punto interrogativo sulla posizione in questa stagione e nei playoff che, ormai, sembrano molto vicini (quinto posto). Si possono considerare una contender per il titolo oppure sono ancora troppo distanti dalle Big? Un’utile chiave di lettura potrebbe essere quella di aspettare il ritorno dei vari Garnett, previsto per sabato nella partita contro Washington, e quello di Kirilenko, già pronto a tornare in campo. Senza KG i Nets sono 7-1 ed è estremamente interessante vedere come si saprà reinserire Garnett in una squadra che ha trovato un modo di esprimersi che finalmente gli compete. Contender o no, i Nets sono riusciti a risollevarsi dallo squallore fatto vedere a inizio anno, a dispetto dei cugini che, invece, non vedono ancora la luce dei playoff.
Nato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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