mar 17, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. L’ ho, l’avete, l’abbiamo aspettata e invocata per questa ventina di giorni che abbiamo seguito le avventure dei Golden State Warriors (42-26). E, finalmente, eccola qui: LA partita, quella marchiata a fuoco da Wardell Stephen Curry, anni 26, punti odierni 37, in una partita tiratissima contro i Portland Trail Blazers (43-24). Ma attenzione: per quanto protagonista, non è stato il 30 il vero e proprio “man of the match” e, la soluzione del “giallo” (il genere letterario non la marea dell’Oracle Arena), questa volta non è da ricercarsi nella colpevolezza del nostro maggiordomo dal tiro implacabile.
Ma andiamo con ordine. La partita del Moda Center manca subito di un potenziale grande protagonista quale LaMarcus Aldrige, che coach Stotts non porta nemmeno in panchina a causa dell’ennesimo problema fisico. Nonostante l’assenza del lungo di punta, tuttavia, i padroni di casa riescono comunque a fare la voce grossa a rimbalzo, grazie al solito Lopez (10) e soprattutto a Batum (14) che verga la doppia doppia aggiungendo anche 23 punti. Eppure, all’inizio, sotto le plance si soffre, a causa dell’energia di un David Lee da 16 punti complessivi, che griffa il 14-15. La risposta biancorossonera è affidata alla connection Damian Lillard – Will Barton, che confezionano l’alley hoop del + 5 (14-19). Il primo quarto è così, punto a punto, possesso dopo possesso; Steve Blake, con l’unica tripla della sua serata (23-22), sembra chiuderlo, ma non ha fatto i conti con il nuovo “agent 0”: palleggio, arresto, “step back” e tiro per il 23-24. Nel secondo quarto prende corpo la supremazia dei lunghi dei Blazers di cui sopra: gioco a due tra Batum e Lopez e schiacciata perentoria del numero 42 e il 31-35 a metà periodo è cosa fatta. E’ poi ancora un Batum offensivamente ispirato a mettere la bomba del +12 Portland (39-51) a 1:31 dall’intervallo lungo, dopo il recupero di Lillard (26 punti, 7 assist e tanta intensità in difesa). Si arriva così all’alba del terzo periodo sul 44-55 e con la sensazione che gli idoli di casa la possano chiudere di li a poco.
Ma, come preannunciato nell’incipit, questa è LA partita. Rispolverate l’hashtag “curryisonfire” perchè è in arrivo la grandinata: 28 dei suoi 37 finali, giungono nella seconda frazione. Ad aizzarlo è, con tutta probabilità, lo spettacoloso canestro di Lillard del +18 (54-72) a 7:17 dall’ultima pausa: da questo momento in poi, tutto buio. Avverte una prima volta con la bomba del 70-81, anticipando un inizio di ultimo quarto devastante: perfetto sfruttamento del blocco in punta per l’82-87 prima, crossover in quarta posizione per il palleggio arresto e tiro dell’89-91 poi. Solo un piccolo antipasto di ciò che serve a 5:10 dalla sirena finale: “shake and bake”da playground, Wesley Matthews che va per funghi, bang! Tripla del 100-96 in un amen. Come ti riorganizzi contro uno così? Semplice, giochi di squadra: ma se hai un Lillard che sfrutta il passaggio “backdoor” di Batum andando a posterizzare il malcapitato Harrison Barnes (110-109) è meglio. E adesso attenzione: vi sveliamo la soluzione del mistero e il nome dell’assassino: trattasi di Thompson Klay, membro onorario della stable degli “splash brothers”. E’ lui, nello spazio di un minuto, a griffare le due triple che portano il punteggio sul 113-111 a 11.3 secondi dal “redde rationem”. Ci sarebbe ancora il tempo, per i Blazers, di andare a vincerla o, quantomeno, pareggiarla. E infatti, Lillard va 1 contro 5 in penetrazione: tentativo di appoggio al vetro, stoppata di Lee, rimbalzo di Batum, fallo subito e due tiri liberi. Il secondo, però, va indecorosamente a infrangersi sul ferro: finisce così, con la vittoria dei Warriors 113-112. Perché, come direbbe il buon Jason Kidd, ‹‹se non ti eccita nemmeno un canestro nel finale di partita, non dovresti nemmeno giocare››. Amen, Giasone.
Golden State Warriors: Curry 37, Thompson 27. Rimb: Bogut 7. Ass: Curry 5
Portland Trail Blazers: Lillard 26, Batum 23. Rimb: Batum 14, Lopez 10. Ass: Lillard 7
ALTRI RISULTATI:
Charlotte Bobcats – Milwakee Bucks 101-92;
Phoenix Suns – Toronto Raptors 121-113;
Boston Celtics – New Orleans Pelicans 120-121;
Sacramento Kings – Minnesota Timberwolves 102-104;
Utah Jazz – San Antonio Spurs 104-122;
Cleveland Cavaliers – Los Angeles Clippers 80-102
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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