giu 09, 2014 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Roma. 98-96 è il finale in un AT&T Center come sempre rovente e stavolta non per via del malfunzionamento dei condizionatori ma grazie ad un tifo tutt’altro che calmo. Miami è dove voleva essere, ovvero sia tornare a casa con una vittoria in tasca e la serie sull’1-1. La fiducia che scaturisce da una vittoria del genere non è poco ma non deve indicare nemmeno la precoce fine di una serie che speriamo vada oltre la settima, perché l’abbacinante bellezza di queste due prime partite fa innamorare anche i più scettici sullo sport più bello del mondo.
SAN ANTONIO SPURS:
DUNCAN 8,5: un inizio incredibile, un primo quarto con 11 punti e tutta la differenza di questo mondo all’ombra dei cristalli. Rimbalzi, tap in, schiacciate e tante piccole cose che mettono in difficoltà tutto il reparto lunghi degli Heat. Purtroppo per Pop cala fisicamente nel finale, non riuscendo più ad essere un’arma devastante come nel primo tempo. Ma le cifre sono ancora da venticinquenne puro! IRREALE.
PARKER 7: il nativo di Bruges è nettamente condizionato da alcuni problemi fisici non di estrema gravità ma che, per un giocatore che ha quello stile, pensano e non poco. Meno presente dello scorso anno, Tony si fa trovare sempre pronto, soprattutto sugli scarichi, muovendosi egregiamente senza palla, con buon merito anche di una distratta difesa. Un paio di lay up rovesciati sono da cineteca. NATO PRONTO.
LEONARD 6: se lo scorso anno poteva essere la chiave difensiva su LeBron James, in questa serie è palesemente condizionato da una situazione falli che si aggrava dopo poco. Stanotte addirittura esce per falli e non dà le giuste attenzioni a James, in particolar modo a rimbalzo. Meglio Boris Diaw sul 6 e anche Pop, nei momenti chiave, la vede così. Offensivamente ingrana solo nel terzo quarto ma sufficiente la sua prova.
SPLITTER 7,5: se Duncan e Ginobili sono le vere spine nel fianco, Tiago più in sordina degli altri prova a far veramente male. Al di là dei punti, pochi o tanti che siano, sono quei 5 assist che fanno la “felicità” del proprio coach. Ottime letture, finalmente fiducia nei propri mezzi e tanta sostanza e qualità. Anche in difesa riesce a riempir l’area diversamente dalla scorsa serie finale, durante la quale scomparì dopo quella tremenda stoppata di James.
GREEN 5,5: il rapporto perennemente conflittuale con Popovich prova a fungere da stimolo ma non sempre la storia ha un lieto fine. Anche stavolta dei tiri importanti messi a segno ma nella metà campo difensiva ci si aspetta di più. Più coinvolto, più intraprendente e più decisivo l’anno passato ed è indicativo come i minuti siano più per Marco (22:24) che per lui (17:50).
DIAW 7: non gli si può dire niente al residente della depandance della Maison de Tony. Uno che la spiega, molto semplicemente. Anche stasera arriva a quota 10 rimbalzi e nei momenti decisivi se la deve vedere con un James on fire, non proprio un mestiere facile. Aggiungeteci il solito lavoro di visione, con 5 assist finali “et voilà” avrebbero detto nella sua Cormeilles-en-Parisis.
GINOBILI 8: non so come faccia, ma si reputa ancora il più scarso della stirpe dei Ginobili!
I fratelli devono essere dei marziani allora. Altro giro, altro regalo e altra prestazione da incorniciare, fatta eccezione per quella palla persa finale su un suo passaggio non controllato da Duncan. Ma 19 con 4 assist e poco meno del 50% dal campo a quest’età chi può permetterselo? Entra e ha un grande impatto, si riposa per un lungo periodo in panchina, torna e risegna, come se nulla fosse. INTRAMONTABILE.
BELINELLI 5,5: molte meno incisivo e determinato il ragazzo da San Giovanni in Persiceto. Le scelte di tiro non sono del tutto discutibili e le conclusioni prese sono ampiamente nel suo repertorio ma la precisione per stasera non c’è. 1/5 dal campo e 1/4 da 4 nella serata in cui Pop, come detto, gli concede tanti minuti.
MILLS 7: non molto lontano da casa sua, in Australia, esiste un animale chiamato diavolo della Tasmania. Ecco la vera fonte di ispirazione di Patty Mills: un incredibile ammasso di forza, volontà e corsa nel corpicino di un giocatore che quando è in campo fa volare gli Spurs. Transizioni rapide ed eccellenti difese, anche su gente come Wade! 8 per lui con un paio di triple importanti nei momenti in cui TP9 riposa. Per la prima volta viene anche provato in coppia col francese e convince.
BONNER s.v. : 1:05 è il minutaggio che gli concede in 2 fasi Popovich. La prima dura 25 secondi e la seconda 40. Diciamo che non ha convito più di tanto il coach?!
MIAMI HEAT
JAMES 9: trascina, crea, legge, forza ma segna. Abuserà con gli isolamenti ma quando è in serate come queste… Giù il cappello. Un terzo quarto quasi perfetto numericamente parlando dopo un primo quarto volenteroso ma impreciso. Le cifre le conoscete, il numero dei punti pure. Fa di tutto per tenere sotto gli Spurs dopo quella incredibile ondata di punti consecutivi, poi nel finale trova Bosh nell’angolo. Voleva dimostrare di star bene fisicamente per mettere a tacere tutte le critiche piovute su di lui e mi sa che ad occhio e croce ha raggiunto il suo modesto obiettivo. Mai come stasera ci starebbe bene “Uno per tutti, tutti per uno!”.
LEWIS 7: senza mezzi termini l’arma in più. Comunque vada a finire, coach Spo ha il merito di riuscire a pescare un coniglio dal cilindro ad ogni serie finale da 3 anni a questa parte: prima Miller, poi Battier e ora Lewis. Difensivamente fa di tutto contro avversari più grossi e alti di lui, Splitter in particolare, e in attacco sta tornando quello in stile Magic-Supersonics. ESSENZIALE.
WADE 6,5: meglio in gara 1 anche numericamente parlando. Quando James riposa dovrebbe essere lui il faro e invece il “suo” quintetto stenta sui due lati del campo. Nel quarto quarto, pero, un paio di affondate nel pitturato gli valgono qualcosa in più della sufficienza. Sono 5 le palle perse, alcune molto banali, ma sono 7 i rimbalzi, il che significa che l’aggressività nei momenti che contano c’è stata.
BOSH 9: durante questi 3 anni, forse, mai visto un CB scendere in campo con questa determinazione, ancor prima dell’aspetto tattico e tecnico. Le due schiacciate derivano da ottime letture ma anzitutto da una mente sgombra da troppi pensieri e lasciata libera di esprimersi nel miglior modo possibile.
Se poi consideriamo che un tempo la mattonella preferita era il gomito della lunetta e ora è diventata l’angolo alla sinistra del canestro… Bravo a mettersi nel posto giusto al momento giusto per farsi trovare pronto a rimbalzo. Praticamente la vince LeBron ma le due giocate decisive sono sue: tripla dall’angolo e assist per Wade che la chiude.
CHALMERS 4,5: più di Battier, più di Beasley, più di Oden, più di ogni altra cosa. È lui il vero punto interrogativo in casa Miami. Non il ‘Rio che ci si aspettava di vedere in queste due gare ma più in generale in questi PO. Gestione che ancora è insufficiente, scelte completamente sbagliate, fatta eccezione per un paio di penetrazioni. Brutta la gomitata volontaria per farsi spazio su Parker. Se abbiamo conosciuto sia il GOOD Mario che il BAD Mario, questa versione è sicuramente l’ultima descritta.
ANDERSEN 7: se per Parker abbiamo speso parole come “NATO PRONTO” dobbiamo presumere che le prime parole sibilate dal piccolo Chris nella culla siano state “IO SONO PRONTO”. Incredibile anche stasera l’impatto positivo sulla panchina su ambo i lati del campo. Difesa dura, rimbalzi meno del solito ma quelli importanti (9) e un canestro fondamentale nell’ultimo periodo. Insieme a Lewis, l’arma in più.
ALLEN 6,5: tanti minuti (33:07) per Walter Ray che chiude con meno punti di gara 1 solo per via di un minor numero di tiri. La sua tripla la mette a segno e difende il più delle volte accettando i cambi anche su giocatori più giovani. Star dietro Manu a 38 anni non è semplicissimo anche perché sono 2 falsi vecchi.
COLE 5: qualcosa in più rispetto a Chalmers ma ancora poca roba. Si limita a chiamare i giochi offensivi e a cercare di difendere su Mills che, però, si dimostra molto più reattivo.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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