giu 13, 2014 Salvatore Malfitano Home Page, Sport 24, Sport USA 0
Ci si aspettava una reazione. Ci si aspettava il coltello tra i denti. Ci si aspettava che gli Heat mai avrebbero permesso a qualcuno di dettare legge in casa propria. Ma quello che è apparso è una squadra senza mordente, stremata, dalla quale sembra che non si possa ottenere ancora molto. Una squadra alla fine di un ciclo. Perfino una prestazione da 28 punti per LeBron James assume sfumature mediocri se valutata all’interno di una partita che Miami non è mai vicina ad avere in pugno, nemmeno per un momento.
I quintetti sono quelli di gara-3, ma l’avvio è sicuramente meno elettrizzante. Il primo canestro è targato Chris Bosh dopo una bella finta all’interno dall’area; dall’altro lato, la scorazzata di Parker sul fondo premia Leonard dall’angolo che però non trova la tripla. San Antonio muove di meno la palla, ma quando lo fa arrivano i risultati: Green e Diaw combinano e il numero 4 si fa trovare pronto a piazzare la tripla dell’8-4 prima e del 13-4 un minuto e mezzo dopo: Miami non è ancora entrata in gara-4 e Spoelstra è costretto al time-out, quando mancano 6’50” alla fine della prima frazione. Wade e due bei canestri di Bosh accorciano le distanze sul 13-10, Popovich chiama il timeout di rito, ma la notizia è che LeBron ripara anzitempo negli spogliatoi senza motivo apparente ma sarà della partita di nuovo poco dopo il rientro in campo. L’ingresso in campo di Ginobili in qualche modo spaventa il coach degli Heat che, sfruttando anche l’assenza di Parker, opta per un raddoppio sull’ex Bologna e Reggio Calabria; raddoppio che prontamente viene bruciato quando l’argentino trova Splitter e il brasiliano imbecca Mills per una tripla tutta straniera (22-13). E’ sempre l’australiano che firmerà anche l’ultimo canestro del primo quarto con un lay-up in contropiede (su una persa banale di LBJ), che si chiude sul 26-17 a favore dei suoi. L’avvio di secondo quarto è frizzante degli Spurs, che colpiscono prima con Splitter e poi con la tripla del solito Green; Cole (subentrato ad un ancora impalpabile Chalmers) accorcia sul 31-19 ma Miami soffre maledettamente il cambio che gli Spurs accettano puntualmente su ogni pick&roll, oltre alla solidità difensiva intimidatoria di Kawhi Leonard. Gli Heat vanno a sprazzi: con LeBron che ancora non ingrana, sono due triple di Ray Allen a riportare i padroni di casa alla singola cifra di svantaggio (37-28), a 6’27” dalla fine del primo tempo. La fiammella di South Beach si affievolisce subito: manco un minuto e prima Leonard che si mangia LeBron dal palleggio e poi la tripla di Manu Ginobili su un ribaltamento di Diaw rimettono Miami sul -14: altro timeout, altro gesto di disappunto di James. Ciò che segue non è sicuramente meglio. Wade non ne vuol sapere di entrare in partita, Chalmers trova finalmente il canestro ma prima Parker e poi la tripla di Patty Mills mandano gli Heat sul 53-33 a 1’30” dall’intervallo lungo; la tripla di James, che risponde alla schiacciata di Leonard, archivia il secondo quarto sul 55-36. Al rientro dagli spogliatoi, l’attacco delle due squadre è affidato da un lato a Parker e dall’altro a LeBron; il nativo di Akron riesce a mettere insieme un buon parziale e Popovich, sul 61-48, dopo 4′, chiama il timeout: l’uscita è sempre un bel vedere, con l’appoggio di Tim Duncan. Gli Spurs continuano a predicare la loro pallacanestro offensiva e i movimenti continui senza palla portano Diaw a ricevere accoppiato contro Wade, che è presto battutto per il canestro che manda Miami su un preoccupante -20. L’ultima emozione del terzo quarto la regala Kawhi Leonard che senza timore riceve la riapertura di Duncan e spara dall’arco in faccia a James la tripla del 73-49; nell’atmosfera surreale dell’AAA iniziano a piovere i primi fischi, per una squadra che nel terzo quarto realizza 21 punti, di cui 19 messi a referto da LeBron, a evidenziare sempre il solito problema. Il terzo si chiude sull’81-57. L’inizio dell’ultimo periodo lascerebbe sperare in un quarto più combattuto, almeno da parte degli Heat e Wade, fino a quel momento spettatore pagato, infila un parziale di 3-9 dopo 3′. Ma Kawhi Leonard ricomincia a dominare in entrambe le aree e continua a tenere a distanza le ambizioni di rimonta dei padroni di casa. Il canestro di Ginobili a 4′ dal termine fissa il punteggio sul 95-73; il pubblico comincia ad abbandonare in massa l’arena. E’ il garbage time per entrambe le squadre e per la prima volta in gara-4 fa il suo ingresso in campo anche Marco Belinelli, che trova, con due attacchi al ferro (!), i 4 punti della sua partita. Jones infila tre triple consecutive, ma ormai è troppo tardi: si torna in Texas sul 3-1. E gli Spurs hanno sulla racchetta il primo “championship point”.
SAN ANTONIO SPURS: Leonard 20, Duncan 10, Diaw 8, Green 9, Parker 19, Ginobili 7, Mills 14, Splitter 6, Bonner 3, Joseph 2, Belinelli 4, Ayres 3.
MIAMI HEAT: James 28, Lewis 2, Bosh 12, Wade 10, Chalmers 4, Allen 8, Andersen 5, Battier, Cole 4, Douglas, Haslem 2, Jones 11, Oden.
Nato a Napoli, il 23/6/1994. Ex calciatore, attualmente redattore NBA per partenopress.com e basketinside.com; inviato sul Napoli per Il Roma. Studente di giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli.
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