nov 29, 2014 Redazione Serie A 0
Verona,Zero gol e poche emozioni in Chievo-Lazio, partita che chiude il programma degli anticipi del 13.mo turno di Serie A. Gara molto tattica al Bentegodi. Nel primo tempo sono gli ospiti a fare la partita, ma la squadra di Maran si difende con ordine e l’unica occasione pericolosa è di Parolo. Nella ripresa meglio i padroni di casa, che però non riescono a concretizzare. Nel finale Bizzarri salva il risultato su De Vrij.
La Partita.Un punto a testa. Chievo e Lazio muovono la classifica, ma con risvolti diversi. I biancocelesti si rialzano dopo due sconfitte di fila, ma non vincono (al Bentegodi nelle ultime sette stagioni avevano sempre centrato i tre punti). I veneti invece incassano il quarto risultato utile dall’arrivo di Maran. Due facce della stessa medaglia. La squadra di Pioli, a caccia di punti per riprendere la corsa al terzo posto, esce dal Bentegodi col fiato corto, dimostrando di non essere in un buon momento fisico e un po’ a corto di idee in mezzo al campo e non solo. Il Chievo invece conferma la sua solidità e prosegue il lento cammino per allontanarsi dalla zona calda della classifica. Questione di obiettivi, certo. Ma a discapito dello spettacolo.Il primo tempo di Chievo-Lazio infatti non è certo da inserire tra le partite più memorabili del calcio. Ma questa, ormai, è la Serie A. Squadre corte, tanti errori e poco gioco. Entrambe le formazioni pensano più a distruggere il gioco avversario che a costruire azioni pericolose. I biancocelesti occupano bene le fasce con Mauri e Candreva, i veneti invece fanno superiorità numerica in mezzo al campo e lottano su ogni palla. Per Bizzarri i pericoli più grandi arrivano dal piede di Candreva, che ha tanto spazio e all’11′ costruisce con Mauri e Parolo la palla gol più nitida dei primi 45′. Dall’altra parte del campo, Marchetti invece deve vedersela con le poche invenzioni di Birsa e gli inserimenti di Zukanović e Frey. A caccia del vantaggio, la Lazio pressa alta, ma non trova il varco giusto. Il Chievo invece punta sulle ripartenze e sulla spinta di Hetemaj. In campo c’è poca qualità e si gioca molto di fisico. Da una parte Djordjevic fa a sportellate con Gamberini e Cesar, dall’altra Paloschi e Meggiorini sbattono contro Radu e De Vrij. Il gioco latita e lo dimostrano i fischi del Bentegodi. In tribuna sono più gli sbadigli che gli applausi e così il primo tempo si chiude senza reti.Nella ripresa si invertono i campi, ma il risultato non cambia. Al Bentegodi tanti contrasti, spesso al limite, e poche giocate. Mauri agisce da trequartista, ma non è serata e la Lazio non riesce a concretizzare la superiorità tecnica. Reduce da tre risultati utili, la squadra di Maran così prova ad alzare il baricentro e Izco sfiora il vantaggio al 16′. In campo tanta confusione e poco ritmo. Ogni passaggio sembra un’azione solitaria e il risultato è spesso scontato o molto impreciso. Mauri ci prova al 70′ con un tiro da fuori, ma Bizzarri è attento. Poi il solito calo fisico della Lazio (dei 16 gol presi, 12 sono nella ripresa) risveglia il Chievo, che getta la “bestia nera” Pellissier nella mischia. Pioli risponde con Keita e Felipe Anderson e i biancocelesti ritrovano entusiasmo nel finale. Fuori anche Djordjevic e dentro Klose. Ma il risultato non cambia. Anche per merito di Bizzarri, che all’89′ si supera su De Vrij ed evita la beffa, regalando ai tifosi uno dei pochi brividi del match. Per lo spettacolo occorrerà aspettare ancora.
Bizzarri 7: nell’appiattimento generale, la sua prestazione brilla per solidità e soprattutto per il guizzo nel finale che evita il gol sul colpo di testa di De Vrij. Maran l’ha scelto per guidare la carica. E forse non ha sbagliato
Hetemaj 6,5: tanta corsa, grinta e forza fisica. I piedi sono quelli che sono, ma in questo tipo di partite le sue qualità emergono
Paloschi 5: mai nel vivo del gioco. D’accordo, ha poche palle giocabili, ma non viene nemmeno a cercarsele. Ennesima partita a secco…
De Vrij 6,5: molto attento in fase difensiva, molto propositivo in fase offensiva, soprattutto sui calci piazzati. Nel primo tempo ci prova anche dalla distanza
Candreva 6,5: finché ne ha, è l’uomo più pericoloso. Salta sempre Zukanovic e dal suo piede arrivano i palloni più illuminanti
Djordjevic 5: può fare molto di più, soprattutto in una partita fisica come questa. Nel primo tempo si muove e chiama palla, nella ripresa scompare. Non tira mai in porta
Espulsi: -
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