nov 09, 2016 Redazione Teatri 0
Napoli. Nude con tutta la loro ciccetta, la cellulite e le loro imperfezioni. Le “Calendar Girls” italiane, guidate dalla bravissima Angela Finocchiaro e diretta da Cristina Pezzoli continuano a spopolare anche nel loro secondo anno: “Si tratta di una storia vera, quella di calendario di nudi nato per una giusta causa. E recitare senza veli ci ha divertito moltissimo e sapere che è tutto accaduto davvero ha dato dignità ai nostri nudi. Il ruolo della seduttività femminile riscoperta viene dopo. A tenere insieme queste donne, che si sono rilanciate con un’iniziativa dirompente e fortemente anti conformista, a dar loro il coraggio di spogliarsi, c’è stata una motivazione di fondo molto importante, una giusta causa. Il fatto che sia una storia vera cambia la faccenda. La dignità dello spettacolo deriva da qui, dal fatto che è tutto realmente accaduto. ”.
A spogliarsi accanto alla Finocchiaro, nel ruolo della protagonista, sono Laura Curino, Ariella Reggio, Carlina Torta, Matilde Facheris e Corinna Lo Castro. Sono loro le Calendar Girls, un gruppo di donne tra i 50 e i 60 anni, membre dell’associazione benefica Women’s Institute, che quasi vent’anni fa, in una sperduta provincia dello Yorkshire, decisero di posare nude per un calendario benefico e raccogliere così fondi per l’ospedale in cui era morto di leucemia il marito di una di loro, Chris, la leader del gruppo. E così eccole “trasformate” da casalinghe impegnate nella composta di prugne a modelle per un calendario. Tutte nude. Mille sterline l’incasso e un successo… planetario. Un successo in scena, ma non semplice come spiega Angela Finocchiaro: “All’inizio in realtà gli “accademici” avevano optato per tutine color carne con effetto nude look. Poi però era tutto più complicato e artefatto e così piano piano abbiamo cominciato a toglierci tutto. All’inizio non è stato facile. C’erano intoppi pratici, i tecnici da tenere fuori mentre facevamo le prove… poi però la tensione si è allentata ed è diventato tutto più naturale e semplice e ci siamo divertite moltissimo. Ci ha aiutato anche il pubblico con scene di vero e proprio entusiasmo, c’è gente che fa la “ola” quando ci sono le scene dello shooting in cui le donne posano senza veli. La gente sembra felice, divertita, esaltata. In realtà io penso che abbia un effetto liberatorio, catartico. Siamo rimaste di stucco per i boati del pubblico, per il divertimento naturale e puro che la gente sembra provare. Il nudo piace certo, ma alla fine qui si tratta di un nudo inteso in maniera anche un po’ ironica, così come è stato per il calendario originale. C’è stata una ricollocazione insolita di queste donne, da un contesto casalingo ad uno in cui posavano nude, con tutte le loro imperfezioni, ma in maniera spiritosa, tra gli oggetti di casa…”
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