feb 08, 2010 Umberto Gallucci Home Page, Spettacolo 0
Ieri mattina, in una piazza San Marco gremita, con il tradizionale volo dell’angelo (quest’anno la bella Bianca Brandolini D’Adda) e con il lunghissimo corteo in maschera, è ufficialmente iniziato il Carnevale di Venezia 2010. In una delle piazze più fotografate al mondo, circa settacinquemila persone, arrivate da tutto il mondo, hanno ammirato con il naso all’insù il “volo” dell’angelo veneziano che è planato dalla cima del Campanile al centro del “Giardino delle Meravegie”. Secondo tradizione, il Carnevale più bello del mondo si apre così. Ogni anno una bella ragazza, di origini puramente veneziane, si lancia dall’alto Campanile per atterrare al fianco del Doge. Dal Campanile di San Marco si è lanciata una emozionatissima Bianca Brandolini d’Adda, modella di fama internazionale, che per l’occasione ha indossato un abito creato dallo stilista Giambattista Valli. Atterrata nel fiabesco giardino della Piazza, Bianca ha commentato “Lo rifarei subito. Un’esperienza unica, con un’adrenalina incredibile che ripeterei senza problemi. Essere protagonista, ed aprire il Carnevale di Venezia, il più bello del Mondo non è da tutti i giorni. Certo, prima di lanciarmi, ammetto di aver provato una certa tensione. Poi mentre volavo è passato tutto.”
Le origini del Carnevale di Venezia sono molto antiche, la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. A Venezia nasce il Carnevale, per concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti più umili, un breve periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati. Indossando maschere e costumi era possibile celare totalmente la propria identità e si annullava in questo modo ogni forma di appartenenza personale a classi sociali, sesso, religione. Ognuno poteva stabilire atteggiamenti e comportamenti in base ai nuovi costumi ed alle mutate sembianze. Per questo motivo, il saluto che risuonava di continuo nell’atto di incrociare un nuovo “personaggio” era semplicemente Buongiorno signora maschera. Con l’usanza sempre più diffusa dei travestimenti per il Carnevale, a Venezia nacque dal nulla e si sviluppò gradualmente un vero e proprio commercio di maschere e costumi. Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico, soprattutto a partire dal XVIII secolo, rimasto in voga ed indossato anche nel Carnevale moderno, è sicuramente la Bauta. Questa figura, prettamente veneziana ed indossata sia dagli uomini che dalle donne, è costituita da una particolare maschera bianca denominata larva sotto ad un tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro chiamato tabarro. Un altro costume tipico di quei tempi era la Gnaga, semplice travestimento da donna per gli uomini, facile da realizzare e d’uso piuttosto comune. Era costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino.
In questi dieci giorni, Venezia, città del mondo, città del turismo per eccellenza, diventerà la città del Carnevale. Migliaia di persone si riverseranno per le calli veneziane, indossando semplici maschere ed in più in campi, campielli e fondamenta sarà possibile incontrare spettacolari personaggi mascherati con gli abiti storici del Carnevale più bello e importante del mondo. Una vera e propria festa ricca di colori, maschere curiose, divertimento, tradizioni e sopratutto gran classe.
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