mag 25, 2011 Redazione Home Page, New York 0
ROMA – Nessuna novità sull’ipotesi di spostare alcuni ministeri al Nord come chiesto dalla Lega. Nel corso del vertice di ieri sera a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi ed Umberto Bossi avrebbero concordato di congelare la proposta fino a dopo i ballottaggi con la rassicurazione ricevuta dai leghsiti che, dopo il voto, il tema tornerà oggetto di discussione. Nel frattempo anche nel Pdl si metteranno appunto delle ipotesi da sottoporre agli alleati per trovare un’intesa.
Patto sulle riforme. Non si è entrati nei dettagli, anche per l’assenza di Giulio Tremonti, ma quel che è certo è che si è registrato un pieno accordo sulla necessità di andare avanti con le riforme, a cominciare da quella fiscale e dalle misure per il rilancio dell’economia. Chi era presente al vertice di palazzo Grazioli assicura che fra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si è registrata totale sintonia sulla necessità di uno sprint che per dare una scossa all’azione del governo nei prossimi due anni. In particolare, riferiscono fonti presenti all’incontro, si sarebbe convenuto sulla necessità di «accelerare» sulla riforma del fisco e sulle misure per il rilancio dell’economia. «Entrambi hanno insistito molto su questi due aspetti», spiega una fonte presente all’incontro.
Sull’opportunità di spostare due ministeri a Milano «Berlusconi si convincerà». Così aveva detto risposto il leader della Lega, Umberto Bossi, ai giornalisti che gli sottolineavano come il premier «non fosse d’accordo sui ministeri al nord». Sul fronte Agcom, il premier si lamenta delle sanzioni inflitte dall’Autorità ai tg: «Ogni mia parola costa 800 euro di multa, siamo all’assurdo, mi impediscono di parlare».
«I ministeri decentrati sul territorio ci sono in tutta Europa, in Inghilterra, in Francia. Perché non ci devono essere qui?» ha detto Bossi. «Ma tra Pdl e Lega c’è scontro su questo tema», fanno notare i cronisti. «Non c’è scontro», ha replicato il senatur.
Bossi usa poi il romanesco per rispondere ai cronisti che gli fanno notare come il sindaco di Roma Gianni Alemanno sia contrario allo spostamento dei ministeri al Nord. «Te credo …!», ha esclamato il senatur. Bossi si è detto poi ottimista sull’esito del ballottaggio tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia per il Comune di Milano. «Vinciamo noi», ha risposto il ministro ai cronisti che gli chiedono un pronostico. I giornalisti insistono e gli chiedono se andrà al comizio con la candidata di centrodestra, Letizia Moratti: «Se me lo chiede, sì», replica il senatur.
«Noi attendiamo» di conoscere la posizione del presidente del Consiglio e del governo sulla questione dello spostamento dei ministeri, «ma abbiamo già detto con chiarezza che la nostra posizione è di assoluto rifiuto di una decisione di questo tipo», ha commentato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
«Il voto del 15 e 16 maggio ha confermato che il Pdl è il primo partito del Paese. Non esistono alternative possibili al nostro governo e non possiamo immaginare un’Italia governata dalla sinistra e condizionata da una sinistra estrema», ha affermato il premier Silvio Berlusconi, in un nuovo videomessaggio diffuso su Youtube e apparso sul sito del partito.
«I ballottaggi del 29 maggio sono una nuova sfida, a Milano come a Napoli, a Trieste come a Cagliari. Possiamo e dobbiamo vincere perché abbiamo uomini e idee giuste grazie al sostegno di voi moderati», ha continuato il premier.
«A Milano la Moratti può e deve vincere alla vigilia dell’Expò. Non si può consegnare la città alla sinistra più radicale, dobbiamo spiegare ai milanesi che il sindaco di estrema è incompatibile con l’Expo e dannoso per i milanesi perché con la sua amministrazione aumenterebbero le tasse e ci sarebbe più immigrazione e più baracche in giro degli zingari», ha sostenuto ancora il Cavaliere.
«A Napoli il nostro candidato Lettieri farà finalmente uscire la città dagli ultimi 18 anni di malgoverno della sinistra», ha poi detto Berlusconi. Secondo il presidente del Consiglio «il candidato della sinistra si propone come il nuovo, ma in realtà è il vecchio che ritorna, perché viene sostenuto dagli stessi partiti che sono responsabili dello sfascio di Napoli. Con Lettieri, invece, la città potrà tornare ad essere la capitale del Mediterraneo».
Scontro sulle sanzioni dell’Agcom ai tg. «Il gesto di Berlusconi che appare su cinque tg con il simbolo del partito alle spalle è insanabile: nessuna multa dell’Agcom può sanarlo», ha affermato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani riferendosi alle multe dell’Agcom ai tg Rai e Mediaset per l’invasione in video di venerdì scorso del presidente del Consiglio.
Bersani ha rilevato che «la presa di posizione dell’Agcom c’è stata. Il problema ora, però, è chi paga per la sanzione; io tenderei ad escludere che a pagare debbano essere i cittadini contribuenti italiani. Ma il problema è che bisogna rompere il giocattolo dei rimedi ‘ex post’ che non funziona rispetto ad atteggiamenti e stili impossibili in qualunque democrazia del mondo. Il problema è che quello che Berlusconi ha fatto non deve essere consentito. Serve un’autorità che intervenga prima».
Berlusconi: non mi fanno parlare. Silvio Berlusconi si lamenta con i suoi dell’Agcom. «Ogni mia parola costa 800 euro di multa, siamo all’assurdo, mi impediscono di parlare» avrebbe detto parlando in aula con alcuni deputati del Pdl mentre erano in corso le votazioni sulla fiducia al decreto omnibus.
«Lasciamo che gli italiani giudichino le affermazioni sconsiderate e lunari di Cicchitto…», ha quindi sottolineato Bersani, riferendosi all’accusa lanciata al presidente dell’Agcom Calabrò da parte del capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto di non essere super partes dopo la multa irrogata ai Tg Rai e Mediaset per le interviste a Silvio Berlusconi.
«Ieri è stato realizzato un durissimo attacco alla libertà di informazione ricorrendo alla gherminella di conteggiare in un solo giorno i tempi degli interventi di Berlusconi. Ciò ci fa capire il disegno liberticida portato avanti da alcune delle forze che si aggregano nello schieramento di sinistra. L’arroganza di questi gruppi aumenta di giorno in giorno. Il dottor Calabrò si sta assumendo delle gravissime responsabilità e sta venendo meno al ruolo del garante superpartes», ha detto Cicchitto.
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