ott 27, 2011 Redazione Il Partenopeo, Sport 24 0
NAPOLI. All’indomani della vittoria contro l’Udinese, il Napoli si è ritrovato in mattinata a Castelvolturno in vista della trasferta di Catania (anticipo della decima giornata di Serie A, sabato alle ore 18.00). Allenamento di scarico per chi ha giocato con l’Udinese, lavoro più intenso per gli altri uomini della rosa che hanno disputato una pratitella a campo ridotto. Domani seduta pomeridiana e poi partenza per la Sicilia. Intanto a Radio Marte hanno parlato Cannavaro e Maggio.
PAOLO CANNAVARO: “La nostra prestazione ci ha dato ragione. Abbiamo giocato come voleva Mazzarri. Il tecnico nei 50 per il pallone d’oro? Non mi stupisce. So come lavora e il modo in cui organizza l’assetto della squadra. Il mister ci ha insegnato che si difende in undici. Ecco perché Cavani e Lavezzi tornando spesso indietro a darci una mano. Floro Flores? Piccoli screzi che nascono e muoiono in campo. Niente di serio. Conosco Tony e so è rientrato tutto. Abbiamo affrontato i friulani con un certo piglio. Faremo lo stesso col Catania. Resterò a Napoli. Non parto per Monaco di Baviera. Dispiace non giocarla quella partita. Scudetto? Non ne parliamo. Vogliamo dimostrare il nostro valore sul campo, non a chiacchiere. Non possiamo più nasconderci”.
CHRISTIAN MAGGIO:“Siamo molto contenti di quanto fatto ieri sera. Sapevamo di affrontare una squadra compatta e veramente in forma. I friulani in campionato avevano subito soltanto un gol. La rete? La dedico a mia moglie e a mio padre. E’ stato tutto frutto di uno schema provato durante la settimana. Ora avanti col Catania. Non pensiamo ancora al Bayern. A casa nostra si ragiona partita dopo partita. Questa è la mia migliore annata e il Napoli la squadra più forte in cui abbia mai giocato. Il contratto? So che dipende da me sulla base delle mie prestazioni. Vedremo se le parti si incontreranno. Per il momento mi preoccupo solo di lavorare e fare del mio meglio per la mia squadra. Ringrazio Prandelli dei complimenti. Il cittì ha saputo darmi fiducia e vorrò sempre ripagarlo. Fanno piacere queste parole. Siamo abituati agli elogi quando le cose ci girano bene”.
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