mar 07, 2012 Redazione Home Page, Spettacolo, Teatri 0
Si è tenuta ieri sera, al Teatro Olimpico di Roma, la prima di “Mudejàr… bailando mi tierra!”, lo strepitoso spettacolo di danza del ballerino e coreografo spagnolo Miguel Ángel Berna. Uno show che era stato presentato come uno dei più importanti per la danza in Italia. E in effetti, Miguel Ángel ha tenuto pienamente fede alle premesse.
Uno spettacolo anche alquanto nuovo per l’Italia, che ben conosce il Flamenco ma che è decisamente a secco di Jota, una delle danze più antiche e conosciute del Paese, riconosciuta come la Danza nazionale spagnola (propria dell’Aragona). “Mudejàr” raccoglie in sé danze di origine diverse, tutte riunite sotto il segno dell’incontro, dello scambio, del reciproco influsso creativo. Mudejar significa mescolanza ed è uno stile d’arte elaborato nel medioevo dai musulmani rimasti nella cattolicissima Spagna pur mantenendo la propria religione.
Il ritmo l’ha fatta da padrone: i sei musicisti sul palco e la cantante hanno dettato i movimenti di Berna e dei sette ballerini in scena che, anche aiutati da un sapiente gioco di luci, sembravano fluttuare in aria. Stessa sensazione provata da molti spettatori. La Jota, particolare che Miguel ha rivelato in conferenza stampa, non si balla in coppia, e infatti i ballerini non si sono neanche sfiorati: piuttosto, dialogavano e tenevano il ritmo con le nacchere, che per Miguel Ángel e per i suoi ballerini hanno rappresentato una naturale estensione del corpo. In alcuni momenti, si è avuta la sensazione che i danzatori dialogassero proprio per mezzo delle nacchere. «Farlo per cinque minuti è facile, ma provate a ballare la Jota e suonare le nacchere per un’ora e mezzo, per l’intera durata di uno spettacolo», aveva detto Berna durante la conferenza. Aggiungendo: «Io le suono col dito “cuore”», ovvero il medio, e non col pollice.
I cambi di ritmo frequenti hanno reso lo show fluido e movimentato. Probabilmente la Jota è meno “appariscente” di altre danze ma si nutre di ritmo, vi si alimenta: la difficoltà forse sta proprio nel non toccarsi, nel trovare la giusta coordinazione a distanza, nel seguire un sottile filo rosso tenuto insieme dalle nacchere, restando coi piedi incollati al tappeto di note eppure fluttuando nell’aria.
Sempre in conferenza stampa, Miguel Ángel aveva detto: «È impossibile risalire alla genesi della Jota. La Jota non ha padre né madre».
Ma un figlio degno di questo nome sì, aggiungiamo noi. Al termine dello spettacolo si capisce perfettamente il perché Berna abbia conseguito numerosissimi premi e riconoscimenti in carriera, finanche la medaglia d’argento della città di Saragozza nel settore cultura. Uno spettacolo da gustarsi tutto d’un fiato, assolutamente da non perdere!
Ricordiamo che lo spettacolo di Miguel Angel Berna sarà in scena fino all’11 marzo al Teatro Olimpico di Roma, in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana. Primo di quattro appuntamenti, “Mudejar” ha aperto il Festival Internazionale della danza, alla sua seconda edizione, che si concluderà il 22 aprile.
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