apr 23, 2012 Redazione Hi Tech, Home Page, Motori, Teatri 0
Martedì 3 aprile 2012, al Teatro Olimpico di Roma è andato in scena il futuro. “Apocalisse, l’opera” è sicuramente lo spettacolo più tecnologico mai visto finora. Complesso, intricato, ricco di effetti speciali. Come l’ha definita l’autore Francesco Marchetti (musiche e libretto): “Si tratta di una fusione interessante e che è venuta talmente bene che si ha la sensazione di stare al cinema e al teatro”. Diretta dal noto autore e regista televisivo Jocelyn, con il lavoro di Marchetti e Silvia Pantano (liriche e libretto) si tratta della trasposizione in opera del Libro dell’Apocalisse, ultimo Libro della Bibbia, scritto da Giovanni durante un’estasi lunga e travagliata che lo porta alla rivelazione di un futuro luminoso. L’idea è nata due anni fa, dopo aver appreso la notizia dello tsunami in Tailandia. Una notizia terribile, un evento catastrofico che ha portato all’esigenza di far comprendere il vero significato di una parola che semina terrore e invece non è altro che una rivelazione.
“Apocalisse, l’opera” è la prima al mondo nel suo genere: si tratta di uno spettacolo monocast, con un solo protagonista, Giovanni, interpretato dall’ottimo Gaetano Scalone, attore/cantante di diversi musical che lo hanno visto collaborare con Massimo Ranieri, Raffaele Paganini, Giampiero Ingrassia e Tosca. La particolarità di questo spettacolo è quella di sostituire centinaia di comparse, tra angeli e demoni, con degli ologrammi: immensa è la quantità degli effetti tecnici messi in scena, grazie all’ausilio di grafica 3D. Dunque, sul palco vi è un cast dalle dimensioni sproporzionate arricchito da effetti tridimensionali ed effetti speciali. Ci sono poi diverse orchestrazioni, che accompagnano suggestive scene di terremoti, inondazioni e cataclismi. Lo spettacolo si avvale dell’apporto vocale di Gigi Proietti, nel ruolo di Dio, mentre la narrazione è affidata a Enzo Decaro.
“E’ stata una grande emozione, ma anche una fatica enorme, perché reggere un’opera intera per due ore non è facile – ci ha raccontato Gaetano Scalone –. Mi ci sono trovato bene, anche se vederlo dal pubblico fa un effetto ma viverlo in prima persona è totalmente diverso. Gli ologrammi è come se fossero lì per davvero. Questa è un’operazione che lega cinema e teatro, perché se tutto fosse ologramma vuol dire che saremmo al cinema. Un attore in carne e ossa rende l’opera teatrale”.
Il regista Jocelyn spiega: “L’opera è andata in scena nel 2012, ma è un caso. Doveva essere rappresentata prima e non siamo riusciti. E’ stata un’operazione un po’ lenta, dovuta anche agli studi affrontati. E’ una cosa nuovissima, una tecnologia inventata da noi”.
Tra i problemi che ci sono, anzitutto quelli di spazio: “L’attore deve rientrare negli spazi giusti. E poi i punti luce, che sono molti meno rispetto a una messa in scena classica. Ci vuole precisione in tutto, anche per quanto concerne la tempistica”.
Patrocinata e coofinanziata dal Ministero della Gioventù e con il Patrocinio eccezionale del Vicariato di Roma – Ufficio per la pastorale scolastica e l’insegnamento della scuola cattolica, l’opera regala allo spettatore due ore di intense emozioni e porterà con sé il cambiamento del concetto comune di Apocalisse.
2012: e se questo non fosse la fine… ma l’inizio? “Il futuro – conclude Jocelyn ai nostri microfoni – è già iniziato”.
“Apocalisse, l’Opera”, il primo spettacolo teatrale 3D con un solo attore in carne ed ossa in scena. Da non perdere!
GUARDA IL VIDEO REALIZZATO DA GIOVINA E CAROLINA IELARDI
FOTO DI SCENA
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