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Beppe Grillo: “Se andassi in Parlamento, mi farebbero fare la fine di Pannella”.

ott 29, 2011 Redazione Home Page, New York 0

MILANO. “Io ho paura. Se questo movimento va in Parlamento, io devo espatriare. Faccio la fine di Pannella, mi diranno di tutto, mi sputeranno addosso. So già quale sarà la mia fine”. Beppe Grillo sa di non essere amato dai partiti di sinistra (ed anche da quelli di destra) e già teme cosa potrebbe accadere se il Movimento Cinque Stelle – nato nel 2009, votato da piu’ di seicentomila persone, presente in 64 citta’ e forte di 135 consiglieri comunali e 4 regionali – finisca in Parlamento. Oggi Grillo vive con la sua seconda moglie iraniana in una villa color salmone, sulle colline di Genova. Hanno due figli maschi ed entrambi hanno altri due figli da precedenti matrimoni. “Mi prendono sempre per il culo. ‘Papà, passami la tazzina del caffè. Ma dal basso, perché così è veramente democratico’. Oppure: ‘Papino, non prenderti troppo sul serio, eh…’. Perché quella per me è la trappola più grande: a volte mi prendo troppo sul serio. Allora mi immagino come un politico di professione: l’arte di vivere consiste nel guardarsi con un po’ di ironia“. Ma come funziona (e come non funziona) il suo Movimento che i sondaggi già danno quasi al 5%? . Come si decidono le questioni importanti, per esempio chi candidare alle elezioni? Difficile capirlo. Anche perché Grillo “non entra volentieri nelle beghe locali del Movimento. Si degna di rado. L’anno scorso ha scritto: «Mi prendo la responsabilità di presentare i due candidati per Campania ed Emilia Romagna: Roberto Fico e Giovanni Favia. Ho ascoltato molte voci nelle due regioni e mi sembrano i candidati ideali. In futuro, dopo le Regionali, con le iscrizioni on line al Movimento, ogni scelta, ogni candidato, ogni punto del programma saranno direttamente votati dagli iscritti»”. E poi c’è il non-statuto e i non-coordinatori, la turnazione dei consiglieri comunali, il rifiuto dei rimborsi elettorali.