feb 26, 2014 Luigi Liberti Home Page, World Cup Brazil 2014 0
Ezeiza. Alejandro Sabella quando parla in pubblico sulle scelte e valutazioni adottate per la Seleccion, usa sempre il plurale. Ma chi si nasconde dietro a quel “noi”? Si tratta dei suoi assistenti di campo, Claudio Oscar Gugnali e Julian Camino. I “tre” hanno condiviso un esperienza da calciatori nella fila dell’Estudiantes. Alejandro Sabella, Claudio Gugnali e Julian Camino si rincontreranno, poi, nel 1982 quando Carlos Bilardo li richiama per per vincere il Metropolitano dell 1982 ed il nazionale del 1983. Non c’è due senza tre, ed eccoli ancora fianco a fianco nel 2009 quando Alejandro Sabella assume l’incarico di allenatore dell’Estudiantes. “Alejandro – racconta Gugnali- è una persona molto umile, e ci dà una grande partecipazione. Il suo obiettivo è quello di creare un gruppo solido, con un grande senso di appartenenza. Tutti, da lui al magazziniere, devono essere uniti”.
Sabella si mette la faccia, ma tutti contribuiscono al lavoro. Quali sono i compiti di Claudio Gugnali e Julian Camino ?
“Osserviamo gli avversari, la condizione dei calciatori, andiamo a far visita agli allenatori dei diversi convocati affinché il calciatore arrivi al top della condizione per la nostra partita, cerchiamo di aver quante più informazioni possibili, per poi passarle ad Alejandro. Parliamo ogni giorno con Alejandro, e siamo sempre in riunione! “.
Ed in campo, come vi dividete i compiti ?
“Alejandro gestisce il lavoro con il gruppo, noi quello individuale curando aspetti tecnici, movimenti, etc. Siamo allenatori, ma lavorare con Alejandro è soddisfacente poiché ci da la giusta importanza e rispetto. Dopo quasi cinque anni insieme, ci rendiamo conto quando hai bisogno di aiuto, e quando non preoccuparsi. Nei giorni delle partite sappiamo che non gli piace parlare troppo. Si concentra pensando al gioco. Siamo amici di Alejandro ed abbiamo molta confidenza, ma sappiamo che ci sono momenti che sono solo dell’allenatore. Come ci sono altri che ha bisogno di noi per parlare non solo di calcio: per parlare di vita, giorno per giorno o di ciò che accade a tutti”.
Come si lavora con il poco tempo che si concede ad una Nazionale ?
“Alejandro dice sempre di non voler trasmettere la sua ansia, ed ha ragione. A volte si vuole fare un lavoro tattico e non è possibile perché si deve rispettare il tempo di recupero. A volte lavoriamo 15 minuti perché i ragazzi sono esauriti. La maggior parte del tempo lo utilizziamo per dare una identità alla squadra”.
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