mag 29, 2014 Alessandro Pagano Home Page 0
Roma. Dopo una Gara 4 completamente appannaggio dei campioni in carica, Indiana è con le spalle al muro ed affronta un decisivo elimination game alla Bankers Life Fieldhouse. Miami, dal canto suo, arriva ad Indianapolis con qualche defezione: sono in dubbio sia Chris Andersen che Ray Allen, entrambi usciti acciaccati dall’ultima partita. Ogni pre-gara è caratterizzato dalle dichiarazioni di qualche giocatore e ancora una volta è Lance Stephenson che, davanti ai microfoni, ha fatto dietro front su quanto detto riguardo i “segni di debolezza” di LeBron James. Ma le chiacchiere devono restar fuori, ora per Indiana conta solo vincere, mentre per Miami conta chiudere qui la serie.
1st quarter: il proscenio iniziale, insolitamente, non è di Bosh ma di Lewis che si incarica del primo tiro della partita, sbagliando la sua prima conclusione. Come nei precedenti 4 incontri, anche stasera si inizia a marce basse. Il primo lampo è firmato da LBJ he schiaccia dopo l’alzata dell’amico Chalmers. La giocata scuote entrambe le squadre che aumentano il proprio ritmo e iniziano a giocare sul serio. Hill e George si dimostrano subito in serata mentre, come di consueto, la difesa Heat su questo campo stenta incredibilmente. L’area, in particolare, viene perforata dalla penetrazioni di Hill e dai semiganci di Hibbert e West, con il primo che viene cercato tantissimo dopo lo 0 nella casella punti della scorsa notte. Anche Lewis, dopo lo 0/5 in Gara 4, realizza la tripla che accorcia le distanze per Miami ma Hill, sul fronte opposto, porta Indiana già sul +8.Il playmaker ex Spurs corre tanto, gestisce rapidamente il pallone e costringe James a commettere il suo secondo fallo dopo appena 5’ di gioco. Si accomoderà in panchina, dove vi resterà per molto. Miami inciampa sempre nello stesso problema: dalla pessima difesa nasce una brutta gestione dell’attacco, con palle perse (soprattutto in transizione) e tiri forzati. Indiana, invece, sfrutta questa aggressività sui due fronti e sembra aver iniziato col piglio adatto questo elimination game. Wade si sveglia solo sulla sirena, quando il suo jumper va dentro e vale il 16-22 Indiana. I padroni di casa tirano col 50% dal campo (10/20) mentre Miami col 36.6% (7/19) e allo stesso tempo, collegato al problema della mancata chiusura del pitturato, c’è il dominio di Indiana per quanto riguarda la lotta a rimbalzo (6-16, di cui 5 offensivi).
2nd quarter: LeBron resta ancora in panchina, frenato dal problema dei falli, e così Wade è chiamato a fare gli straordinari. L’attacco di Miami inizia la seconda frazione di gioco con un atteggiamento completamente diverso e si porta sul -2 grazie alle giocate di CB1 e D-Wade (20-22). Mr. Three inserisce la terza e realizza 6 punti consecutivi e la partita è di nuovo in equilibrio. Dagli attacchi migliorati scaturisce una difesa più aggressiva e competente e Cole si attacca a Stephenson costringendolo al TimeOut. Il vantaggio degli ospiti arriva per mano dell’immortale Ray Allen che da 3 deposita la prima tripla di serata. Le percentuali dal campo di Indiana calano vertiginosamente ed è ancora Walter Ray a infilare la difesa avversaria, stavolta andando dentro, per allungare il parziale a 13-2. Con 7:15 da giocare sul cronometro del secondo quarto torna LeBron e contemporaneamente anche George Hill che riprende da dove aveva lasciato. Subito dopo 2 fischi discutibili cambiano la partita: viene fischiato prima sfondamento a Hibbert che commette così il suo secondo fallo ma soprattutto viene fischiato un fallo identico a James che arriva a quota 3.
Dopo 1:08 deve riaccomodarsi in panchina. Entrambi i fischi, alla luce dei numerosi replay, sembrano quantomeno generosi. Per rimpiazzare James e far riposare ancora Wade, Spoelstra decide di gettare nella mischia Douglas. Dall’altra parte, invece, Vogel continua a trovare risposte positive da Luisito Scola che mette in difficoltà i lunghi di Miami. Dopo una serie di brutti attacchi, coach Spo non può fare a meno di Wade che ritorna sul parquet e torna a far girare il tutto. Hibbert rientra e non è certo lo stesso giocatore visto nel primo quarto (una scandalosa infrazione di doppio palleggio ne è la prova). La partita, sul finire di quarto, si accende con Miami che prova ad offendere con le triple di Lewis e le giocate di Chalmers e con Indiana che risponde con i soliti rapidi movimenti di Born Ready. Prima della sirena finale, Allen ci mostra come uscire in ritmo da un blocco e come segnare da 3 punti, il tutto consentendo a Miami di toccare il +9. I secondi 12’ si chiudono con un parziale di 26-11 Heat, con gli ospiti che conducono 42-33 all’intervallo. Non è un caso che le cose siano cambiate non appena la difesa è salita e il computo dei rimbalzi, direttamente collegato all’aspetto difensivo, è migliorato (17-21). Allen è a quota 10 con 2/3 dall’arco, Bosh a 9, Hill a 7 e Scola a 6. Indiana tira 1/8 dall’arco (12.5%) e ha già collezionato 11 palle perse. Miami, invece, tira col 45.5% da 3 e il 47.2% dal campo (+11% rispetto al primo quarto).
3rd quarter: se Indiana vuole risalire, vuole cercare di restare in vita, è questo il momento per farlo e per dimostrare di esserci ancora. A fornire un ingente aiuto ci pensa LeBron James che alla prima azione commette il fallo numero 4 ma, contrariamente a quanto ci si aspettava, coach Spo lo lascia sul parquet. Il massimo vantaggio di serata viene raggiunto grazie alla tripla di un positivo Lewis che firma il 35-45 Heat. Indiana si accoppia male in difesa, specialmente nelle situazioni di transizioni, lasciando tiri aperti ai giocatori di Miami. Coach Vogel ne ha già viste troppe e ferma subito la partita. Hill esce bene dal TimeOut e la difesa di Indiana sale, soprattutto quando Stephenson scippa LeBron che, nel tentativo di riprendere il pallone, gli frana addosso e commette incredibilmente il suo quinto fallo. Per gli amanti delle statistiche, è la prima volta in carriera che LeBron James arriva al terzo periodo gravato di 5 falli. Spo lo siede in panchina. Senza il Prescelto, però, l’attacco continua a giocare in modo fluido e col doppio playmaker arrivano ottimi scarichi, come quello per Lewis che infila un’altra tripla. Dopo il +11 siglato dall’ex guardia di Seattle e Orlando, West risponde immediatamente attaccando il ferro. Un’altra brutta tegola per Miami: Wade commette il quarto fallo e raggiunge il compagno LeBron in panchina. Gli ospiti, inoltre, raggiungono il bonus a 5:20 dalla fine del quarto, punto a favore di Indiana.
Il controparziale è servito: arriva fino all’11-2 col canestro di Hibbert in avvicinamento contro Haslem. Da lì in poi, senza le principali stelle in campo, Miami perde 4 palloni consecutivi e concede a Indiana un controsorpasso più che meritato. Gli uomini di Vogel, infatti, guidati da un George assai migliore rispetto a quello visto nel primo tempo, ribaltano completamente la situazione! Anche coach Spo sembra andare in confusione e scongela Beasley per cercare di frenare West. I soli 3’ di impiego in tutti i PO si sentono nell’approccio di B-Easy e il tentativo naufraga palesemente. George comincia a far salire la percentuale dall’arco e con due bombe, una delle quali sulla sirena di fine quarto, porta Indiana avanti di 7 lunghezze: 57-64. Miami colleziona 6 palle perse in questo quarto, arrivando a quota 14, mentre Indiana ha una sola palla persa nel terzo periodo. La lotta a rimbalzo è di nuovo dalla parte dei giallo-blu (26-39). Allen arriva a quota 15 e Lewis a quota 12. Un quarto offensivamente e difensivamente parlando strepitoso per Indiana che chiude con doppia gli Heat, con un parziale di 15-31!
4th quarter: Miami se vuole chiudere la serie deve reagire e l’inizio di quarto quarto promette bene con Bosh che attacca bene fronte a canestro. James è ancora in panca, con pochissimi minuti giocati, 2 punti e 5 falli. Ma l’inerzia della partita è completamente dalla parte di Indiana che è in fiducia e, come nessun altra squadra in questa Lega, quando lo è tende a vedere il canestro grande quanto una vasca da bagno. West continua a massacrare la difesa e Miami ritorna nello stato di confusione di prima, con Bosh che perde palla e concede la schiacciata in campo aperto a PG24!
LeBron torna, a 10:30 dalla fine, non appena Indiana tocca il +9 (nuovo massimo vantaggio). Gli attacchi ora sembrano molto più ispirati e sa da un lato Bosh continua a tirare dalla media, dall’altra parte George domina letteralmente, segnando in allontanamento, in arresto e tiro e ancora una volta, dopo una banale PP di James, andando a schiacciare in solitaria. Spoelstra ferma la partita e l’arena è in delirio sul 66-77. Miami reagisce da gran squadra, prima con la tripla di Wade e poi con il 2/3 di James dalla lunetta, tornando a 2 possessi di distanza (73-77). La rottura offensiva dei Pacers sembra essere prolungata e Wade ne approfitta per andare fino in fondo ad appoggiare al vetro il canestro del -2. Stavolta è Vogel che vuole riordinare le idee e chiede un minuto di sospensione. L’uscita si lascia guardare, con George che è letteralmente “on fire”. Wade non ci sta e dopo l’extrapass di LBJ realizza la sua seconda tripla di serata che riduce a una sola lunghezza lo svantaggio di Miami. Svantaggio che viene completamente recuperato con la tripla completamente fuori ritmo di Lebron Raymone James (81-81). Il controsorpasso porta ancora la prestigiosa firma di David West, mentre dall’altra parte James esagera cercando un contatto sul tiro da 3 che non esiste. Iniziano gli ultimi 3 minuti palpitanti di Gara5 e gli attacchi diventano i principali protagonisti; una serie di botta e risposta frenetici ed entusiasmanti esaltano l’arena, con George che realizza in allontanamento, con Lewis che risponde da 3 e con George che realizza la sua quinta tripla di serata. L’attacco di Miami compie un giro a vuoto col tiro sbagliato da Bosh ma la clamorosa stoppata di James su Hill tiene ancora tutto in gioco, con ancora Lewis che realizza e sigla il 90-91. Timeout quando ci sono ancora 16 lunghissimi secondi da giocare. La rimessa è complessa per Indiana con Battier che sporca il passaggio diretto a George e chiede un tocco dalla guardia di Indiana. Dalle diverse inquadrature risulta molto difficile il fischio e la terna conferma la decisione iniziale: palla Pacers! Nuovamente rimessa e nuovamente fischio degli arbitri prima che la palla fosse messa in gioco: fallo di Battier che cerca di subire sfondamento. George sbaglia il libero a disposizione ma ha ancora il possesso. Miami ricorre al fallo sistematico e West fa 1/2 dalla lunetta, lasciando aperte le speranze degli Heat. 90-92 Indiana, Wade rimette per James che attacca il ferro, scarica per Bosh che da 3 si alza e sbaglia il tiro della vittoria. La scelta di Spo è quella di giocare l’ultimo pallone per vincere e non per impattare.
È Game, Set & Match Indiana Pacers. Finisce 90-93 una bellissima Gara5, ricca di emozioni, sorpassi e con un finale al cardiopalma. Miami deve inchinarsi ad Indiana per la seconda volta nella serie e ad un Paul George in versione MVP: 38 punti, di cui 21 solo nel quarto periodo, tirando 15/28 dal campo, 5/14 da 3 punti, il tutto condito da 6 rimbalzi e 6 palle recuperate. Prestazione letteralmente incredibile, vista anche la portata della partita. A coadiuvare la stella dei Pacers c’ha pensato il solito West e uno Stephenson sicuramente più in forma di quello visto in Gara 4. Miami porta 4 giocatori in doppia cifra: Wade (18, 8 e 7 assist), Bosh (20 + 10 rimbalzi con 9/21 dal campo e 2/7 da 3), Allen (15 con 3/6 dall’arco) e Lewis (18 e 6/9 dai 7,25). Miami perde nel punteggio, perde a rimbalzo (38-45 con 16 rimbalzi offensivi) e vince nel conto delle palle perse (17-13). Senza mezzi termini la partita di LeBron James è una delle più brutte della sua carriera: 7 punti, con 2/10 dal campo in 24’ di impiego e 3 palle perse. C’è da aspettarsi una infuocata Gara 5 in quel di South Beach e noi saremo qui, per raccontarci il quinto atto di queste Eastern Conference Finals.
MIAMI HEAT: James 7, Lewis 18, Bosh 20 + 10 rimb, Wade 18, Chalmers 8, Allen 15, Haslem 4, Cole, Battier, Douglas, Beasley.
INDIANA PACERS George 37, West 19, Hibbert 10 + 13 rimb, Stephenson 12, Hill 9, Scola 6, Watson, Mahinmi, Butler.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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