ott 22, 2012 Luigi Liberti Home Page, New York 0
New York. Il Museo d’Arte Moderna di New York ospita per sei mesi “L’urlo” (1893) di Edvard Munch. Si tratta dell’opera più conosciuta realizzata dall’artista norvegese, e rientra in una serie di opere denominate “Il Fregio della Vita”, in cui Munch ha esplorato i temi della vita, amore, paura, morte, malinconia, e ansia. Munch ne ha dipinte quattro versioni, tra cui una esposta alla Galleria Nazionale di Oslo e due al Museo Munch della stessa città. Quello esposto al Moma è prestato da una collezione privata. L’autore stesso sostiene di aver concepito l’opera mentre camminava al tramonto da un punto panoramico chiamato Ekeberg a Oslo, con due amici. Di colpo, fermandosi, immerso in quell’atmosfera rosso sangue, ebbe un attacco di panico. Una resa inquietante di una figura senza peli su strada con un colore giallo-arancio cielo, L’urlo ha catturato l’immaginazione popolare fin dai tempi della sua realizzazione. L’immagine è stata originariamente concepita da Munch come parte del Fregio epico della serie Life, che ha esplorato la vita moderna, concentrandosi sui temi dell’amore, angoscia e morte. Particolarmente interessato alla rappresentazione espressiva delle emozioni e delle relazioni personali, Munch è stato associato con lo sviluppo internazionale del simbolismo nel 1890 e riconosciuto come un precursore del 20 ° secolo, Espressionismo.
Le angosce e i disagi esistenziali dell’artista, provato fin da piccolo da numerosi lutti familiari, vengono espressi mediante l’uso di colori violenti e irreali, linee sinuose e continue, immagini deformate, consumate dal tormento interiore. La ricerca di Munch si esprime attraverso temi ricorrenti e ripetuti, tecniche diverse e stili pittorico-espressivi variati all’interno di schemi compositivi audaci. L’artista ha una visione della realtà profondamente permeata dal senso incombente e angoscioso della morte. In quest’ottica anche l’amore è visto come l’affiorare di un’animalità primitiva e insopprimibile e la voglia di annullarsi uno nell’altro viene ancora una volta letta come espressione di morte. L’utilizzo del rosso, soprattutto, è dovuto alla lunga permanenza dell’artista al capezzale della sorella, malata di tubercolosi. Un trauma che influenzerà molto spesso le scelte tonali dei suoi dipinti.
Edvard Munch: The Scream
24 OTTOBRE 2012-29 aprile, 2013
La Alfred H. Barr, Jr. Pittura e Scultura Gallerie, al quinto piano
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