feb 08, 2013 Luigi Liberti Home Page 3
Roma. L’associazione Peter Pan, presieduta dal giornalista Mario Campanella, ha inviato una lettera al Capo dello Stato per evidenziare un’incongruità appalesatasi all’interno del Consiglio Regionale della Campania. “Signor Presidente – si legge nella lettera- la nostra segnalazione non ha alcun significato strettamente politico , né può essere da nessuno strumentalizzata in coincidenza della campagna elettorale. Interveniamo unicamente nell’interesse dei bambini e della difesa della legalità e del diritto . Accade a Napoli- scrive Campanella- che un consigliere regionale, Massimo Iannicello ( gruppo consiliare Pdl) venga sottoposto agli arresti per truffa , in custodia cautelare e fase di indagine preventiva, e successivamente sospeso e surrogato dall’Assemblea legislativa. Un provvedimento chiaramente cautelare , dettato dall’esigenza evidentemente di non limitare la funzionalità dell’Assemblea Legislativa. Contemporaneamente, però, signor Presidente, si evidenzia una vicenda che offende quanti ritengono la pedofilia ed i reati ad essa connessi tra i crimini più odiosi che insidiano la nostra comunità. Corrado Gabriele, consigliere regionale (gruppo consiliare PD) viene condannato a fine aprile 2011 alla pena di 4 anni e 3 mesi per abusi compiuti sulla figlia dell’ex compagna. Una condanna di primo grado ovviamente e non definitiva che non lede il diritto alla presunzione di innocenza ma che non ha prodotto alcuna sospensione dalle funzioni . Se Iannicello, indagato e ancora non sottoposto a giudizio per truffa, non può sedere temporaneamente in Consiglio, ci chiediamo come possa farlo Gabriele, con una pesante condanna di primo grado . Si esplicita una disparità di trattamento che, peraltro, diventerebbe più offensiva ove mai si facesse un’equiparazione tra reati. Quattro anni e 3 mesi per presunte molestie nei confronti di minori sono una condanna che, ove non ribaltata , non consentono di poter rappresentare il popolo campano nella massima assemblea legislativa. Come cittadini impegnati nella lotta alla pedofilia, pur ossequienti alla presunzione di innocenza, non ci asteniamo dal rassegnarLe questa discrasia che, implicitamente, ritiene non sufficientemente grave un reato che il 77% degli italiani considera in assoluto il più pernicioso. Ci rivolgiamo a Lei, come Capo dello Stato e Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, affinché voglia esaminare i casi de quo , al fine di garantire un’equità di giudizio che oggi, purtroppo anche in questa sede, non si intravede”.
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