feb 17, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. L’Nba si autocelebra e lo fa nella suggestiva cornice di New Orleans, teatro dell’All Star Game numero sessantatre. Alla fine, a prevalere nella partita delle stelle, è la squadra della Eastern Conference vittoriosa 163-155. Lo script è quello solito: tre quarti che hanno poco a che vedere con una partita di pallacanestro, guarniti da spettacolarità assortite ad uso e consumo degli spettatori paganti, e un ultimo periodo dove si inizia a fare sul serio solo negli ultimi cinque minuti. I primi a far spellare le mani agli astanti della New Orleans Arena sono Steph Curry e Kevin Durant, autori dell’alley hoop del 17-11 direttamente dalla rimessa. Il fenomeno di Golden State (11 assist complessivi) non vuole scontentare nessuno e nell’azione successiva, dopo aver dato dimostrazione di un ball handling maravichesco, concede il lob anche a Blake Griffin (38 punti, 19/23 dal campo). La risposta della Eastern Conference è affidata al duo Anthony – James (“apprezzabile” la “windmill” del numero 6), appena prima che “Lob City” prenda dimora stabile anche sul parquet della Luoisiana, con Chris Paul (13 punti e 11 assist) che apparecchia per la schiacciata del suo compagno di merende preferito. In chiusura di primo quarto c’è spazio per il coast to coast del “King” (in odore di tripla doppia con 22, 7 rimbalzi e 7 assist) che vale il +4 (40-36) di quelli in maglia grigioverde (a proposito: le divise da pallavolista continuano a confermare la loro rivedibilità). In apertura di secondo periodo John Wall prosegue il personalissimo show iniziato il sabato sera, con una spettacolare “reverse” dunk (stavolta senza saltare sulla mascotte dei Wizards): cuccia apertissima e contropiedi concessi “ad libitum” per una riedizione della gara delle schiacciate che non soffre delle assurde limitazioni regolamentari del contest del giorno prima. Si iscrive a referto anche l’idolo di casa Anthony Davis (10 punti), omaggiato da CP3 di un pregevole assist al tabellone. Sul ribaltamento di fronte sono invece Wall e James ad orchestrare il volo sopra il ferro del 69-77. E’, però, KD (partita sui livelli mostruosi di regular season, con 38 punti, 10 rimbalzi e 6 assist) a prendersi i riflettori in chiusura di primo tempo, con la linea di fondo e l’affondata del +12 (74-86).
Nel terzo parziale, l’alieno di Okc inizia a tener fede all’impegno di un “face to face” con il deuteragonista di Miami, sparandogli in faccia la tripla del 91-104. Tempo un paio di minuti, e l’arena non può esimersi da un “ohhhhhhh” di meraviglia per la zingarata di Curry: “move” illegale in 50 dei 52 stati americani (con Wade e James lasciati sul posto che guardano e, per poco, non applaudono) e il 101-115 West è servito, affinché tutti ne possano mangiare e godere. Essendo all’All Star Sunday il margine di 14 punti non preoccupa nessuno: alla sirena dell’ultimo intervallo, infatti, il punteggio è 123-126, grazie anche all’unica tripla di serata di Joe Johnson e alla penetrazione di Wall.
Ed eccoci, finalmente, all’ultimo quarto. Kyrie Irving (31 punti e 14 assist con 14/17 al tiro) comincia ad avanzare la propria candidatura ad Mvp, con il letale crossover, preludio al morbidissimo appoggio del -1 (131-132). La stella di Cleveland è “on fire” e concede alla gaudente platea anche il canestro in aggiramento del ferro per il 133-134, nonché il jumper dalla media del 137-138. La parità è nell’aria ed arriva a quota 140, grazie alla tripla di Carmelo Anthony (30 punti e 8/13 dall’arco), quando sul cronometro mancano ancora 6:46. Il ritmo è apprezzabile e si arriva agli ultimi due minuti, quelli in cui ognuna delle 10 superstar in campo inizia a pensare «va bene il divertimento, ma ora la vinco io». Si comincia, persino, a difendere per davvero. Apre le danze Durant (e chi sennò) con il suo meraviglioso step back in isolamento per il 153-155. Risponde Anthony con la Bomba del +4 (159-155). L’Ovest cade vittima di un’inspiegabile sterilità offensiva e Irving conclude un coast to coast a velocità supersonica con un assist livello 5 stelle per la schiacciata di LeBron (161-155). E’ la giocata che chiude la partita e consegna a Kyrie il meritato riconoscimento di Most Valuable Player. Vince l’Est 163-155, in una gara caratterizzata dal record di punti. L’Nba si congeda dalla “Big Easy” nel modo migliore. Da domani si ricomincia a fare sul serio.
Eastern Conference: Irving 31, Anthony 30, James 22. Rimb: James 7. Ass: Irving 14
Western Conference: Durant e Griffin 38. Rimb: Howard 11, Durant 10. Ass: Paul 13, Curry 11.
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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