ott 18, 2013 Luigi Liberti Sport USA 0
Boston Celtics – Ciclo finito, squadra da ricostruire, ma Play Off alla portata.
RECORD 2012/13 — 41-40 nella Atlantic Division. Eliminati al primo turno dei playoff: 4-2 dai New York Knicks.
Con il maxi trade coi Brooklyn Nets (Paul Pierce e Kevin Garnett) e l’addio di Doc Rivers (ora ai Clippers) a Boston si è chiuso un ciclo. La ricostruzione è affidata a Brad Stevens, 37 anni da compiere e la speranza che la sua bravura non lo faccia scivolare da una delle 20 panchine più importanti dello sport mondiale. Creatore del fenomeno Butler, con due finali Ncaa raggiunte senza fenomeni, Stevens dovrà capire se il suo sapere funzionerà anche in Nba. Perché la tradizione di fuorclasse sulle panchine universitarie che poi hanno fallito al piano di sopra è ricca. La prima cosa da fare, sarà motivare al meglio Rondo costruendogli attorno una squadra del tutto nuova. Se Bradley, Sullinger e Brooks crescono, sarà questa la base per un futuro nuovamente vincente. Gerald Wallace e soprattutto Chris Humphries (scadenza 2014 coi suoi 12 milioni) sembrano un po’ fuori contesto, mentre Jeff Green, ex secondo violino di Oklahoma City, può tornare protagonista risolti i guai fisici che lo hanno tormentato. Sarà lui la prima opzione dell’attacco di Stevens a difesa schierata. La squadra sugli esterni è interessante: Avery Bradley ha talento e può dare molto, Jordan Crawford e Courtney Lee sono opzioni interessanti dalla panchina. Molti punti interrogativi sotto canestro, il rookie canadese Kelly Olnyk su tutti. Occhio però a Jared Sullinger: le incognite su di lui riguardano l’integrità fisica più che le capacità tecniche. Il 2 febbraio si è operato alla schiena per risolvere i problemi che lo affliggono dai tempi dell’università: se riuscisse a restare sano per tutto l’anno Stevens saprà tirarne fuori tutto il potenziale. La situazione non è rosea, ma neanche così nera ed ecco che l’obiettivo playoff non sembra un sogno.
Brooklyn Nets – Diritti al Titolo, sperando che tutto vada per il verso giusto…
RECORD 2012-13 — 49-33 . Eliminati al primo turno dei playoff dai Chicago Bulls (4-3).
Jason Kidd, che da giocatore portò la franchigia due volte in finale con uno stile da classico allenatore in campo, esordisce alla guida di uno spogliatoio dall’ego smisurato con stelle a fine carriera, ma che si imbestialiscono anche se perdono a Ruzzle coi figli. Mikhail Prokhorov ha voluto tutto e subito, sobbarcandosi 100 milioni di salary cap ed 82 milioni di dollari di luxury tax. Alle spalle di Paul Pierce e Kevin Garnett, arrivati con Jason Terry nella megatrade che ha chiuso il ciclo dei Celtics di Doc Rivers, una panchina attrezzatissima coi vari Reggie Evans, Kirilenko, Blatche, Terry e Livingston. A Jason Kidd il compito di gestire due quintetti. Deron Williams dovrà assicurare il solito contributo in attacco, difendere più dei soliti tre-quattro possessi a partita. E mettere in ritmo compagni abituati ad avere spesso la palla mano, Pierce su tutti. A Brook Lopez, centro meraviglioso a cui manca solo un po’ di esplosività, si chiede di non sparire quando la palla scotterà. Lui e Deron sono il futuro di una squadra che al massimo nell’estate 2015 andrà comunque ricostruita. Qualsiasi risultato inferiore al titolo sarebbe considerato negativo. Le gerarchie a est sono abbastanza chiare, con Miami, Indiana, Brooklyn e Chicago a giocarsi la finalissima. Bisognerà vedere come le squadre arriveranno a primavera, ma l’impressione è che almeno Heat e Pacers siano ancora un gradino sopra. Garnett è del 1976, Pierce del 1977, Joe Johnson e Andrei Kirilenko del 1981, Reggie Evans del 1980. Reggeranno il ritmo infernale della post-season?
New York Knicks – L’obiettivo dichiarato è il titolo per dar seguito all’ottimo 2012-13, ma…
RECORD 2012-13 — 54-28. Nei playoff fuori, battuti 4-2 da Indiana. Nel primo turno avevano eliminato Boston (4-2).
Dopo aver chiuso col miglior record dal 1997, i Knicks ritoccano la squadra con Andrea Bargnani, arrivato via trade da Toronto (in cambio di Steve Novak, Marcus Camby, Quentin Richardson e una prima scelta al draft 2016), e Metta World Peace, riportato a “casa” (l’ex Ron Artest è cresciuto a New York) dopo essere stato amnistiato dai Lakers con un biennale da 3,3 milioni. I Knicks nella free agency sono riusciti a trattenere J.R. Smith (triennale da 18 milioni), Pablo Prigioni (triennale da 5 milioni) e Kenyon Martin (un anno a 1,3 milioni). Per allungare la rotazione delle guardie è arrivato Beno Udrih (un anno a 1,3 milioni). L’ossatura è la stessa dell’annata record con Melo Anthony, miglior realizzatore della passata stagione, Tyson Chandler e Ray Felton. Il salto di qualità lo si attende da Andrea Bargnani, reduce da due difficilissime stagioni a Toronto costellate da infortuni, ma ai Knicks ha iniziato col piede giusto conquistandosi un posto in quintetto. Se il Mago mettesse alle spalle tutti i suoi problemi di salute, con Anthony darebbe veramente spettacolo. Coach Mike Woodson deve anche decidere se abbandonare la formula con due playmaker e nel caso a chi affidare il ruolo di guardia titolare (i pretendenti sono il sesto uomo dell’anno J.R. Smith e Iman Shumpert). Dubbio da risolvere in fretta. Perché la battaglia per l’Est è più agguerrita che mai.
Philadelphia 76ers – La cenerentola annunciata.
RECORD 2012-13 — 34-48, nono posto nella Eastern Conference
Per i tifosi di Philadelphia sarà un anno difficilissimo. L’unica consolazione è che nel draft 2014 ci sono giocatori che diventeranno la pietra miliare delle loro nuove franchigie.La franchigia della città dell’amore fraterno è passata dai sogni di gloria dopo l’arrivo di Andrew Bynum alla certezza di una stagione durissima per andare a caccia di un talento nel draft 2014 su cui modellare la squadra per i prossimi 10-15 anni. C’è un nuovo coach, Brett Brown, che ha imparato i segreti della Nba alla corte di Gregg Popovich dopo i successi in Australia. Dal draft sono arrivati il nuovo play, Michael Carter-Williams (uscito da Syracuse), e il nuovo centro, Nerlens Noel, che però starà fuori almeno fino a dicembre per recuperare dalla rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro subita in primavera. Via Jrue Holiday (spedito a New Orleans per arrivare a Noel), addio senza pensarci due volte a Bynum. La free agency ha portato poco o nulla, considerando che Darius Morris, 4 punti di media in 14,2 minuti a partita da terzo play dei Lakers nel 2012-13, è il nome più altisonante. Evan Turner. L’esterno 24enne che è stato seconda scelta assoluta al draft 2010 dietro John Wall non è mai esploso in tre anni a Philadelphia, nemmeno nella scorsa stagione quando è stato “liberato” dall’ombra di Andre Iguodala. Turner ha portato la sua produzione a 13,3 punti e 6,3 rimbalzi nel 2012-13, ma ha continuato ad offrire solo sprazzi del suo talento senza mai trovare quella continuità che Philadelphia si aspettava. Quest’anno sarà il faro annunciato di una squadra giovane e senza certezze. Ha il contratto da rookie in scadenza a giugno: Philadelphia, che ha tempo fino al 31 ottobre per proporgli il rinnovo, difficilmente gli farà un’offerta, quindi Turner dovrà convincere sul campo che merita un posto nei Sixers del futuro.
Toronto Raptors – Si guarda al futuro, ma si soera nei Play Offs
RECORD 2012/13 — 34-48 nella Atlantic Division, Eastern Conference.
Squadra giovane e proiettata al futuro, con alla base un progetto. Il nuovo g.m. Masai Ujiri, arrivato da Denver, si è disfatto del deludente Bargnani (il rendimento limitato dagli infortuni o aveva messo in cattiva luce con tifosi e della critica) prendendo da New York Steve Novak, grande specialista del tiro, la scelta al primo giro del draft 2016 e due scelte al secondo giro (2014, 2017). Rudy Gay è arrivato a stagione in corso nell’ultima annata, e dovrà essere il punto di riferimento della squadra in attacco con DeRozan. Hansbrough porta solidità sotto canestro e dovrà fare un po’ di lavoro sporco per Valanciunas, Augustin dà un po’ di profondità in più alla panchina. Il quintetto è interessante, con Lowry in regia che se prende fiducia può diventare un giocatore importante. Il talento non manca, specie sugli esterni. Sotto canestro è arrivata solidità con Hansbrough. Dalla panchina possono arrivare punti con Fields e Amir Johnson. Sarà molto importante la partenza per la squadra di coach Casey, ma l’obiettivo dell’ottavo posto a Est non è impossibile. Tutto girerà attorno a Jonas Valanciunas. Sì, perché Gay e DeRozan sono due certezze. Portano punti e prendono tanti tiri. Entrambi devono crescere, ma il vero salto di qualità ci sarà se il lituano giocherà secondo le sue possibilità. Lampi della sua classe si sono già visti e la vicinanza di Hansbrough dovrebbe favorirlo.
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