mar 13, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Si ferma a cinque il numero di W consecutive dei Golden State Warriors (41-25) che, allo Staples Center di Los Angeles, pagano le fatiche del “back to back” contro gli arrembanti Clippers (46-20) di questo periodo. I nuovi divi di Hollywood, infatti, sono 9-1 (e 9 sono anche le vittorie di fila) nelle ultime 10 partite e la tanto sbandierata dipendenza da Chris Paul non sembra più così palese (anche se, con CP3 in campo, è sempre tutta un’altra musica). Il concetto di squadra sembra aver, finalmente, preso dimora presso questi caldi lidi, soprattutto grazie alla sapiente opera di Doc Rivers. Prendiamo Blake Griffin e DeAndre Jordan: un tempo in grado di fare la differenza unicamente sotto l’aspetto fisico; oggi, giocatori completi sotto ogni aspetto su entrambi i lati del campo. Proprio Griffin è l’assoluto protagonista della partita: ventiquattresima gara consecutiva da 20 e più punti (nell’occasione arriva il trentello più la plebiscitaria dose di rimbalzi, ben 15, tirati giù). E, che sia una di quelle serate dove riesce tutto ma proprio tutto, lo si intuisce già sul finire di un primo quarto molto equilibrato quando, per ben due volte, Jermaine O’Neal viene scherzato dal post: nella seconda, il canestro (più fallo) vale il 27-29 per i padroni di casa. Nel secondo periodo si rivede anche un ottimo Danny Granger (18 punti per lui, con 7/11 al tiro) che mette il jumper del 33-37. Dall’altra parte, Curry continua nel suo momento di scarsa vena realizzativa (13 punti e 5/11 dal campo) ma smazza ben 11 assist: uno di questi è un autentica gemma, un “baseball pass” che Andre Iguodala (13 punti) non può esimersi dal convertire nella schiacciata del nuovo vantaggio Warriors (48-46), a 3:12 dall’intervallo lungo. Come testimonia il punteggio (59-56) si arriva all’alba del secondo tempo sul filo di un equilibrio che Klay Thompson (top scorer dei suoi a quota 26, con 10/19 al tiro e 4/6 da tre punti) prova a spezzare con la tripla del 73-69 a metà terzo quarto. A questo punto, i Clippers decidono di stringere le maglie in difesa: risultato, O’Neal viene murato per due volte di seguito da Jordan (10 punti, 11 rimbalzi e ben 6 stoppate). L’intensità del proprio leader difensivo scuote il resto della truppa e Chris Paul (doppia doppia da 16 e 12 assist) trova in angolo Willie Green (13 punti e 3/4 dall’arco) per la bomba del 79 pari. Il periodo decisivo è, però, l’ultimo: e qui i Warriors pagano una sterilità offensiva prolungata che si traduce nel 19-27 di parziale che, di fatto, costerà loro la partita. Emblematica l’azione, a 8:20 dalla fine: Granger, in beata solitudine, fallisce la comoda tripla ma sul rimbalzo d’attacco arriva il concorde con il numero 32 che schiaccia al volo l’84-91. Poi, sull’ennesima stoppata di Jordan, Paul si mangia il campo in transizione e serve Collison (11 punti) per il comodo piazzato del +10 (91-101). Mark Jackson capisce che non c’è più niente da fare e richiama in panchina Curry e qualche altro titolare, per dar spazio a seconde e terze linee nel garbage time finale. Finisce 111-98 per i Clippers.
Golden State Warriors: Thompson 26, Lee 20. Rimb: Lee 7, Bogut 6. Ass: Curry 11
Los Angeles Clippers: Griffin 30, Granger 18. Rimb: Griffin 15, Jordan 11. Ass: Paul 12
ALTRI RISULTATI:
Denver Nuggets – Orlando Magic 120-112;
Sacramento Kings – Philadelphia 76ers 115-98;
Detroit Pistons – Toronto Raptors 87-101;
Charlotte Bobcats – Washington Wizards 98-85;
New York Knicks – Boston Celtics 116-92;
Memphis Grizzlies – New Orleans Pelicans 90-88;
Dallas Mavericks – Utah Jazz 108-101;
Cleveland Cavaliers – Phoenix Suns 110-101
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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