mag 19, 2014 Alessandro Pagano Sport USA 0
Roma. Inutile girarci intorno. Nelle ultime tre stagioni, Indiana e Miami sono arci nemiche, fuori e dentro al rettangolo di gioco. Prima dell’inizio di questa affascinante serie abbiamo due indizi che confermano il trend degli ultimi anni: le dichiarazioni di Lance Stephenson, ormai note a tutti, riguardo le ginocchia di Dwayne Wade, e le canotte dello stesso Wade bruciate fuori dal Bankers Life Fieldhouse da alcuni fanatici tifosi Pacers a poche ore dalla palla a due. Il clima non è del tutto disteso e la tensione è alta visto quanto ci si sta giocando. Sono le finali di Conference e non è questo il momento di fare nemmeno un passo indietro. Tutto quello che si ha sul parquet, dalla prima all’ultima goccia, benvenuti alle Eastern Finals 2014.
I quintetti restano invariati, anche se delle voci di corridoio davano nello starting five Haslem al posto di Battier per un miglior adattamento difensivo. Così non è stato e coach Spoelstra ha optato per Chalmers, Wade, James, Battier e Bosh, mentre coach Vogel sceglie Hill, Stephenson, George, West e Hibbert. L’allenatore dei Pacers, nel frattempo, deve fare a meno di Evan Turner per via di un fastidio alla gola. Il palazzo è pieno, tutto tinto di giallo, i tamburi rullano e l’ambiente è già rovente.
1st quarter: le danze vengono aperte da un prontissimo George Hill che da 3 piazza la prima tripla di serie, di serata e personale. Bosh, dopo aver sbagliato il tiro da 3 dall’angolo, ormai un classico nel suo nuovo repertorio offensivo, scarica malamente per Shane Battier e regala palla all’attacco di Indiana che ancora con Hill attacca Chalmers e lo costringe al fallo. Il parziale diventa di 5-0 e Vogel fa capire subito che preferisce coprire l’area e non seguire Bosh con Hibbert fino all’arco dei 3 punti. La scelta pagherà perché dal secondo errore consecutivo di CB da 3, i Pacers ripartono e si portano con Stephenson sul +7. Fin dall’inizio gli Heat non sembrano aver avuto il miglior approccio, o almeno quello sperato da coach Spo. Il primo canestro di Miami arriva dopo 2’ dall’inizio e a segnarlo è Wade. Cerca di scuotersi con l’ingresso in partita di James che conclude in bello stile il suo coast-to-coast ma da subito si intuisce che il problema è la DIFESA. Gli accoppiamenti scelti da Spoelstra sono Battier con George e LeBron con West.
Quest’ultimo match-up è la grande novità inserita dai Miami Heat che pagheranno a caro prezzo questa scelta. West il più delle volte viene lasciato solo da un James atipicamente distratto e concentrato più sul pallone che sull’avversario. La schiacciata del 4 di Indiana ne è l’esempio più lampante. Insieme alle palesi amnesie difensive vanno aggiunte le grandissime capacità di lettura dei giocatori di Indiana che, con le rotazioni in grave ritardo, trovano modo di scaricare nel modo giusto per le guardie che sono letteralmente caldissime. Prima Hill con la sua seconda tripla, poi George in faccia a LeBron, tutto estremamente facile. La scelta di Vogel di fare in modo tale da limitare il numero di possessi a disposizione dei Miami Heat è frutto di uno studio dettagliato e preciso. Al primo TimeOut Indiana è avanti di 7 lunghezze e coach Spo prova a spronare i suoi ma i risultati più difensivi che offensivi sono quantomeno rivedibili. Se in attacco Wade e James costruiscono qualcosa, in difesa lo stesso James non sembra in grado di tenere David West. E mentre Miami prova ad alzare il ritmo, anche Indiana aggiusta le sue cose, con un Paul George che contiene in maniera eccellente i tentativi del numero 6 in maglia Heat. Prova a riavvicinarsi la squadra ospite con Allen che entra bene in partita ma è nell’altra metà campo che si concedono tiri aperti e lay-up troppo comodi. Si chiudono 24-30 i primi 12 minuti con il primo quarto che già ha fatto capire tante cose. James a quota 9, mentre Hill è a 11 con 3/3 dall’arco. Indiana tira 5/6 da 3 (83.3%) punendo close-out e rotazioni spesso tardive. Le stesse parole di Spoelstra a fine quarto testimoniano la situazione: “Much too easy for them”.
2nd quarter: ci si aspetta la reazione dell’intera squadra ad inizio secondo quarto, soprattutto quando James è fuori, per dimostrare che la “competitività” alla quale alludeva LBJ nel tunnel dell’arena è nel DNA degli Heat. L’inizio, però, è ancora di marca Pacers, con Miami che ancora banalmente perde palla e lascia costruire attacchi ragionati a Indiana. Continuano a perforare le retine dall’arco gli uomini di Vogel con Watson che entra bene in ritmo e realizza il +8. Con George da una parte e LeBron dall’altra a ricaricare le pile in panca, c’è spazio per Stephenson e Wade che danno vita a un bel botta e risposta. Wade gioca la sua pallacanestro fatta di post basso, movimenti sul perno e accelerazioni nel traffico, mentre Born Ready gioca la sua, fatta di imprevedibilità, tiri forzati mandati a bersagli e scelte inspiegabili che sorridono sempre a Lance. A metà quarto prende il sopravvento Stephenson, sia per merito proprio, sia per demerito di una difesa che arranca come non mai in questi PO. Le percentuali offensive delle due squadre si abbassano e quelle di Miami toccano quasi il fondo con due conclusioni aperte da 3 sbagliate da Bosh e da Chalmers.
Coach Spo, visto e considerato l’ingresso in campo di West e il suo repentino dominio, decide di mandare in campo Haslem che ci mette buona volontà, cuore, ma non riesce nemmeno lui a fermare un David West davvero ispiratissimo. L’uscita dal TimeOut di Miami è buona con James che firma un mini parziale che riporta i suoi sul -5 ma la difesa fa ancora acqua da tutte le parti e Hibbert è lì pronto ad approfittarne. Il problema può essere individuato nei tempi difensivi pessimi degli Heat, con LeBron che più di tutti sembra distratto e svogliato. Il canestro di Lance Stephenson in 1vs1 on James vale il +10, stessa distanza con la quale si chiuderà il quarto. 45-55 Indiana che stupisce per il numero di punti realizzati, al di sopra della sua media in questi Playoff. James e Wade a quota 13 entrambi con 6/9 da campo, mentre Stephenson sale a 12 con 6/7. Indiana tira benissimo da 3 (6/9) e in generale sembra molto più aggressiva di Miami. Aggressività, però, che a differenza di altre occasioni è molto controllata, ben gestita e ben disciplinata, soprattutto in attacco.
3rd quarter: forse l’intervallo più lungo di questi Playoff per i Miami Heat che devono svegliarsi se vogliono provare a vincere questa prima gara. Si ritorna agli accoppiamenti più usuali: James su George e Haslem su West. Ma il Re è completamente assente dalla fase difensiva, come dimostra un fallo su George da 3 punti causato da un ritardo non abituale. PG24 dalla lunetta realizza e porta i suoi sul +12! Rio si sveglia in attacco ma West continua a far soffrire chiunque Spoelstra gli ponga davanti. Si fa notte fonda quando Bosh si fa battere in palleggio da Hibbert! Il coach degli Heat scuote il capo, quasi in segno di impotenza e, obiettivamente, rispecchia l’andamento della sua squadra in campo. Ci si aspettava una reazione eppure gli Heat sono più molli di prima, costretti a rincorrere e far falli per evitare canestri facili. Dopo 4’ con 7:58 sul cronometro sono già in BONUS e regalano tiri liberi in quantità industriale. Sia chiaro, non solo demeriti netti degli Heat.
Indiana gioca una pallacanestro organizzata, con idee ben chiare, seguendo il copione che aveva scelto prima di scendere in campo. Chiaro poi è che quando la palla va dentro è tutto molto più facile e scorrevole. Anche l’attacco si spegne per Miami che forza, sbaglia, si accoppia male in difesa e concede comodi punti che la seppelliscono sul -18! La partita, alla luce anche di un body language da parte dei giocatori di Miami, sembra essere già virtualmente chiusa ma un sussulto degli ospiti si ha negli ultimi 2 minuti di quarto con Allen e James che riportano la distanza tra le due squadre a 11 punti. Il quarto si chiude con Heat 70 e Pacers 83. James 21, Wade 14 e un positivo Andersen a 10; fronte Indiana tutto il quintetto già in doppiacifra: West 15(6/9), Hibbert 17 (4/10 con 13 liberi tentati, più dei Miami Heat), Stephenson 15 (7/8), Hill 11 (3/7) e George 16 (5/9). 16 tiri liberi tentati nel solo terzo quarto.
4th quarter: Spo tiene ancora seduto in panchina Bosh dopo due quarti pessimi e si fida ancora di Birdman che sulle due metà campo gli dà effettivamente di più. Allen dalla lunetta riavvicina i suoi sul -11 e addirittura Wade che riceve splendidamente da James sulla linea di fondo riduce lo scarto al di sotto della doppia cifra (-9) ma non appena le percentuali offensive dei Pacers risalgono, la difesa di Miami riperde quota e ritorna alla fase iniziale. Da segnalare un brutta fallo di Chalmers su Watson, estremamente pericoloso e per questo motivo sanzionato con un flagrant di tipo 1. Si ritorna sul +15 con Wade e Birdman che cercano di ricucire lo strappo ma nulla possono davanti ad Lance Stephenson che continua ad inventare e ad estrarre conigli dal suo cilindro. Indiana tocca quota 100 con 5 minuti abbondanti sul cronometro e il tassametro è lì che corre.
Game, Set & Match Indiana che guida dall’inizio fino alla fine non andando mai sotto e aggiudicandosi meritatamente Gara1. Si aspetta con ansia già Gara2 prevista per martedi notte per capire quanto merito hanno i Pacers e quanto demerito hanno gli Heat. Sicuramente i migliori Pacers della post season contro i più brutti Heat dei PO, senza nulla voler togliere a quella che possiamo definire senza mezzi termini la PAZIENZA OFFENSIVA di Indiana che funge da vera chiave per questo match. Altre due possono essere le chiavi “secondarie”, strettamente correlate tra di loro. La prima è l’aggressività di Indiana, quasi inaspettata, che ha preso in contropiede anche forse i più aggressivi della Lega. Da questa aggressività nascono gli spunti chiave dal punto di vista numerico: sono ben 37 i tiri liberi tentati da Indiana contro i 15 tentati da Miami. Ciò fa chiaramente capire come l’attacco di Indiana si sia bilanciato meglio e abbia sfruttato ogni occasione per concedersi tiri più comodi. Sponda Miami i commenti sono pochi, come le cose che possono essere salvate di questa prima gara.
MIAMI HEAT: James 25 + 10 rimb (11/18, 1/5), Wade 27 (12/18), Battier 3, Bosh 9 (4/12, 0/5), Chalmers 6, Allen 12, Andersen 14, Jones, Cole, Haslem, Douglas.
INDIANA PACERS: George 24(7/13, 3/6), West 19 (8/11), Hibbert 19 (5/13), Stephenson 17 (8/12), Hill 15 (3/9), Scola 2, Butler, Watson 11, Mahinmi, Allen, Copeland, Hill, Sloan.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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