mar 14, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. ‹‹In questa squadra si combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. La differenza tra vivere e morire!››. Troppo enfatico per una semplice partita di regular season dite? Forse. Ma tutte le volte che mi capita di vedere una partita dei Chicago Bulls di Tom Thibodeau non mi riesce di non ripensare all’immoortale Al Pacino di “Any given Sunday”.E, probabilmente, tra qualche anno fuori allo United Center, accanto alla statua dell’uomo da Wilmington che ha riscritto la storia di questo gioco che ci fa impazzire, troveremo anche quella di coach T. In un simile contesto, con una squadra decimata dagli infortuni, un roster dalle rotazioni ridotte e la tua superstar che, praticamente, non gioca da due anni, chiunque “tankerebbe” in allegria, cercando miglior sorte al draft e alla “free agency”. Invece i ragazzi del nostro demiurgo sono quarti a Est (36-29) e in piena corsa playoff: soprattutto dopo aver inflitto agli Houston Rockets (44-21) la seconda sconfitta consecutiva.
Come ogni buon generale, anche coach T. ha i suoi pretoriani: e Noah, il più pretoriano di tutti, inaugura la partita suoi e dei compagni con l’alto – basso che consente a Boozer (18 punti e 7 rimbalzi) di siglare lo 0-4 in apertura. Ed è ancora lo stesso numero 5 ad esibirsi in un per lui inedito jumper dalla media (4-10), seguito a stretto giro di posta dall’olajuwonesca giocata dal palleggio per il 6-12. I Rockets, dal canto loro, nonostante un Harden inspiegabilmente fuori fase (8 punti, con appena 7 conclusioni tentate) restano aggrappati alla gara riducendo a 5 punti (20-25) lo scarto con i padroni di casa al termine del primo quarto. Il secondo periodo si apre con Dunleavy costretto ad uscire dal campo per un colpo, tanto violento quanto fortuito, rimediato in un contatto con Chandler Parson: tenete aperta quest’icona, perché tornerà utile. Jeremy Lin (top scorer dei suoi a quota 21) riporta sotto gli ospiti, con l’unica tripla della sua serata che vale il 27-31. Noah (altra partita mostruosa, con la tripla doppia sfiorata grazie ai 13 punti, 10 rimbalzi e 9 assist) ha, però, altri piani e con la sua grande difesa su Howard, permette una nuova fuga dei suoi. Nell’unica occasione in cui il centro dei Rockets (doppia doppia da 12 e 10 rimbalzi) riesce a sottrarsi alla guardia del mastino francese arriva il tap-in del 40-45 sull’errore dall’angolo del “Barba”. Ma, prima dell’intervallo lungo, l’ultimo colpo è dei Bulls; ancora Noah (e chi sennò) trova Hinrich in beata solitudine dietro l’arco: omaggiato di un cioccolatino che non può esimersi dallo scartare, il play fa 42-50. Ad inizio terzo quarto si rivede Mike Duleavy. Perché in questa squadra si da sempre tutto. A volta, anche qualcosa di più. E siccome coah T. è uno che ha una cieca fiducia nei suoi ragazzi (ricambiato) lo ributta subito nella mischia. Il numero 34 lo ripaga con 18 dei suoi 21 punti solo in questo parziale: i primi due valgono il +10 (42-52). Gli ospiti sono in rottura prolungata, il che equivale a sventolare un drappo rosso davanti ai tori, che incornano i malcapitati senza pietà: le due triple in rapida successione di Dunleavy valgono il 42-66 a 7:30 dall’ultima pausa. Il vantaggio dei padroni di casa si dilata fino al +29 (48-77) con la bomba dall’angolo di Dj Augustin (13 punti, conditi da 8 assist), poco prima che Dunleavy completi la sua opera con il “backdoor” su assist di Boozer e, soprattutto, con lo “splash” del 54-83. Con premesse simili, naturale, ovvio e scontato che l’ultimo quarto sia puro e semplice “garbage time”. I Bulls, però, intendono mandare un segnale: la schiacciata di Taj Gibson equivale a un ‹‹Signori, con noi non si scherza!›› spedito con raccomandata espressa alle altre 29 squadre della lega. Vincono i Bulls 111-87.
Houston Rockets: Lin 21, Hward e Hamilton 12. Rimb: Howard 10. Ass: Beverly e Lin 3
Chicago Bulls: Dunleavy 21, Hinrich 19, Boozer 18. Rimb: Noah 10. Ass: Noah 9, Augustin 8
ALTRI RISULTATI:
Milwakee Bucks – Atlanta Hawks 97-102;
Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder 102-131
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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