dic 07, 2012 Luigi Liberti Home Page, Sport USA 0
New York. Chicago passa a Detroit, Denver supera Indiana mentre Toronto incassa contro Utah un’altra pesante sconfitta. L’andamento degli italiani in NBA si sta sempre più delineando: Danilo Gallinari fiducioso in una crescita dei suoi Nuggets (10-10), Belinelli sempre più amalgamato nei Bulls (12-8) e Andrea Bragnani orami avvilito per la caduta libera dei suoi Raptors (4-16) e desideroso di un cambiamento, magari sotto la collina di Los Angeles sponda Lakers.
Indiana-Denver 89-92
Un parziale di 10-0 nelle battute finali del match e la produzione della panchina permettono ai Nuggets (10-10) di superare i Pacers (10-10) a Indianapolis. In una serata non entusiasmante per i titolari, a fare la differenza per Denver ci pensano le riserve. 55 dei 92 punti arrivano proprio dal trio di panchinari Miller-Brewer-McGee. Lawson e Iguodala incappano in una serata difficile in attacco e lo stesso Danilo Gallinari, nove punti con 2-10 dal campo, fatica a trovare ritmo al tiro. I padroni di casa partono decisamente meglio e segnano 12 dei primi 14 punti del match. Kosta Koufos si fa rispettare sotto canestro, ma i Nuggets restano lontani fino a quando George Karl non inserisce Miller e McGee. Denver piano piano torna sotto e con un parziale di 7-0 a metà del secondo quarto passa a condurre. George Hill e David West rispondono, ma all’intervallo la squadra del Colorado è ancora davanti 51-50. In apertura di ripresa un gioco da tre di Gallinari spinge gli ospiti al +5. L’azzurro non riesce a trovare il canestro con continuità, ma comunque dà il suo contributo anche in attacco dispensando assist al bacio. Koufos e McGee ringraziano ma i Nuggets non riescono a scrollarsi di dosso i padroni di casa. Il match non è particolarmente spettacolare, ma ci pensa McGee con un paio di schiacciate delle sue a non far annoiare nessuno. Paul George continua a essere una spina nel fianco per la difesa di Denver, i Pacers riprendono i Nuggets e all’inizio dell’ultimo quarto li sorpassano. Il Gallo con una tripla li ricaccia indietro. La gara resta punto a punto e coach Karl decide di lasciare un ottimo Andre Miller sul parquet nei minuti finali. Mossa decisamente produttiva visto che il veterano di Denver fa la differenza. Le giocate di Miller, infatti, producono il parziale di 10-0 negli ultimi 2’44’’ del match che mettono al tappeto i padroni di casa e fanno partire i titoli di coda sul match.
GALLINARI 9 (1/7, 1/3), con 7 rimbalzi, 8 assist, 2 recuperi e una stoppata in 35’.
Detroit-Chicago 104-108
Un Joakim Noah da All Star Game trascina i Bulls (10-8) al successo a Detroit. Continua così la maledizione griffata Chicago per i Pistons (6-15) che incassano la loro 16ª sconfitta consecutiva contro i Bulls, un avversario che evidentemente la squadra della Motor City soffre particolarmente. L’ultimo successo dei Pistons sui Bulls risale, infatti, al lontano 23 dicembre 2008. Marco Belinelli, reduce dalla splendida prestazione contro Cleveland, parte in quintetto anche a Detroit e gioca una buona partita chiudendo con 16 punti in 40’. Chicago comunque fatica parecchio nel primo tempo, facendo preoccupare coach Thibodeau. Un Beli caricato dalla performance di Cleveland firma subito due triple nei primi tre minuti del match, Knight e Monroe però puniscono le distrazioni difensive di Chicago. Detroit così passa a condurre e tiene in mano il pallino del gioco arrivando al +11 a metà del secondo quarto. Chicago difensivamente fatica parecchio, Belinelli comunque va a segno dal perimetro e Boozer prova a riportare sotto gli ospiti. In chiusura di frazione sale in cattedra Noah, i Bulls comunque al termine di un primo tempo sottotono vanno negli spogliatoi in ritardo di cinque lunghezze. Nella ripresa però si vede sul parquet una squadra molto più convinta. Ci pensa un Noah da cinema a suonare la carica. Joakim detta legga nella zona pitturata e cattura qualsiasi pallone gli passi vicino. Il suo entusiasmo contagia il resto della squadra che con l’andare dei minuti prende possesso del match. I Bulls passano a condurre e con il canestro di Belinelli in apertura di ultimo quarto arrivano al +6. Detroit vende cara la pelle, Noah però sembra immarcabile e fa scappare gli ospiti. Ci pensa poi un altalenante Luol Deng a chiudere definitivamente i conti con la tripla che a 2’35’’ dalla sirena regala ai Bulls il +10 e mette definitivamente k.o. i Pistons.
BELINELLI 16 (4/7, 2/6), con tre rimbalzi e tre assist in 40’.
Utah-Toronto 131-99
Brutta prova dei Raptors (4-16) che si fanno dominare dai Jazz (11-10) e finiscono così con l’incassare la loro nona sconfitta nelle ultime 10 gare. Qualcosa deve cambiare in fretta per Toronto se non vuole ritrovarsi a gennaio ancora una volta a giocare con la testa già alla prossima stagione. A Salt Lake City Andrea Bargnani fa il suo (20 punti e otto rimbalzi in 33’) ma non basta e a fine gara definisce la prestazione fornita dai Raptors “inaccettabile”. Enes Kanter parte in quintetto per la prima volta in carriera e il turco gioca una signora gara. L’inizio di gara comunque e’ decisamente incoraggiante per i Raptors che trovano con facilità il canestro. Bargnani dal perimetro fa male alla difesa dei Jazz e Toronto arriva addirittura al vantaggio in doppia cifra. Con l’andare dei minuti però i padroni di casa tornano in carreggiata e nel secondo quarto mettono la propria impronta sul match grazie alle conclusioni dalla lunga distanza. Fioccano le triple, in particolare grazie alla precisione di Carroll e Mo Williams, e i Raptors non riescono a rispondere nonostante la produzione di Andrea Bargnani. Toronto scivola al -14 e all’intervallo Utah ha già 63 punti a referto. La ripresa si apre con l’ennesima tripla della squadra di casa, i Raptors sembrano non credere davvero a una rimonta e a metà del terzo quarto sono praticamente fuori dal match, sotto di 22 lunghezze. Coach Casey vorrebbe perlomeno vedere un minimo di orgoglio da parte della sua truppa, invece Toronto continua a difendere con approssimazione e i Jazz così segnano praticamente da qualsiasi posizione. L’ultimo quarto si trasforma in un lungo garbage time e Utah riesce addirittura ad allungare.
BARGNANI 20 (7/12, 1/3), con otto rimbalzi e due stoppate in 33’.
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