feb 13, 2014 Alessandro Pagano Sport USA 0
Roma. Siamo un po’ più su rispetto alla Baia di San Francisco, uno dei posti più incantevoli dell’orbe terracqueo. Siamo ad Oakland, California, la casa ufficiale dei Golden State Warriors. Stanotte è andato in scena uno dei big match della notte, forse il più importante sulla carta per testare la forza delle due squadre sul parquet. Da una parte i padroni di casa, i Warriors di coach Jackson, di Andre Iguodala ma soprattutto di Stephen Curry, vero e indiscusso padrone della Baia; dall’altra parte i campioni incarica, i Miami Heat di Wade, assente anche stanotte, di Bosh ma soprattutto di LeBron James, padrone di un’altra Baia come quella di South Beach. Miami prova a completare il back-to-back vincente, dopo la vittoria sudata ma meritata sul campo degli agguerriti Phoenix Suns. Steph e compagni, invece, sono reduci da una partita vinta con 43 lunghezze di scarto contro i 76ers proprio qui, all’Oracle Arena dove, stanotte, tutti gli occhi sono puntati sul numero 30 e sul numero 6, gli spettacoli più belli che la Lega possa offrire. Nella lista degli indisponibili e degli assenti di lusso vanno inseriti anche Bogut, con un problema alla spalla sinistra, e Jermaine O’Neal, alle prese con un problema al polso destro.
Miami parte subito col piede giusto, riuscendo ad impostare il proprio gioco con Lebron, con Bosh e con un positivo Beasley che, in contumacia Wade, dimostra di essere un perfetto rimpiazzo. Anche il punteggio di fine primo quarto e secondo quarto denotano una buona difesa degli Heat e un attacco un po’ opaco dei padroni di casa che restano comunque aggrappati alla partita grazie a Lee, Iguodala e Harrison Barnes. Miami tiene a 20 punti realizzati nel primo periodo i Warriors e a 26 nel secondo quarto, realizzandone 57 in 2 quarti contro i 46 di Golden State. L’approccio dopo l’intervallo è lo stesso, con gli Heat aggressivi sia in difesa che in attacco, come dimostra LeBron con una schiacciata terrificante dopo aver battuto Lee sulla linea di fondo. Sembrano completamente imbambolati i giallo-blu e James ne approfitta per servire Bosh a centro area che segna, subisce fallo e andrà in lunetta col tiro libero supplementare per il +21 Miami. Ma questo campo lo conoscono tutti, così come tutti conoscono la forza dei Warriors sprigionata nel terzo e quarto periodo. Dopo un TimeOut classico, mentale anziché tecnico del reverendo Jackson, si risvegliano i padroni di casa e toccano il -7 con la tripla di Barnes. LeBron dall’altra parte cerca qualcuno sul quale scaricare dopo le perentorie penetrazioni ma trova una difesa ora più aggressiva e pronta a volare in contropiede, proprio come fa Iguodala che conclude con una straordinaria schiacciata a due mani. La ciliegina sulla torta non può non mettercela lui, Stephen Curry con la tripla sulla sirena del terzo periodo. La partita torna ad essere viva, come i Golden State Warriors, ora solo in ritardo di 2 lunghezze, 84-82. Di solito vi è il riposo per James ad inizio quarto periodo ma coach Spoelstra sa che non può privarsi di lui in un momento così delicato e James ripaga la fiducia con un ottimo inizio di quarto che spinge Miami nuovamente sul +8. Arrivano gli ultimi 3 minuti e la tavola è apparecchiata per un gran finale. La perfetta difesa di Shane Battier su Iguodala non impedisce al giocatore ex Denver di realizzare un tiro semi-impossibile e consentire ai suoi di mettere il naso avanti: 104-105 a 1:20 dalla fine! La risposta è affidata al numero 6 che, nonostante la costante mano in faccia di Thompson, spara da 3 e realizza la tripla del +2 Miami: 107-105. Ma qualcuno non ha ancora partecipato alla festa ed è il momento di farlo: due canestri pazzeschi di Steph Curry prima con la lacrima e poi con l’and-one dopo un crossover da urlo che consegna il vantaggio ai GSW: 110-108 a 14.6 secondi dalla fine. L’intera arena è in piedi aspettando il finale per gioire di una gran vittoria ma c’è un giocatore che non è d’accordo: si fa consegnare la palla, la custodisce con cura e accetta la sfida con Iggy che difende fino alla morte ma non può nulla. Il tiro di LeBron va dentro, la tripla sancisce il 111-110 Miami Heat lasciando un solo decimo di secondo da giocare. È GAME, SET & MATCH, Lebron stende l’intera Baia e ritorna ad essere definito LeClutch, colui il quale decide nei finali di partita. Per riprendere ciò che lui stesso dichiara più volte, insieme al suo coach, condividendo la stessa mentalità, “BETTER OFFENSE BEATS BETTER DEFENSE EVERY TIME” ovvero sia “un miglior attacco batte sempre un’ottima difesa”. Lebron realizza 36 punti, catturando 13 rimbalzi e sfiorando, per la 92esima volta in carriera, la tripla doppia con 9 assistenze. 14/26 da campo e 4/8 da 3 le sue statistiche che si aggiungono a quelle ottime di Bosh (19 punti e 8/14 dal campo), di Beasley (16 punti e 7/11 dal campo) e Rio Chalmers che distribuisce 7 assist e realizza 12 punti. Nulla da rammaricarsi in casa Warriors se non per un inizio un po’ sottotono. Curry chiude con 29 punti e un perfetto 4/4 da 3 mentre ne arrivano 14 da Barnes, 21 da Lee e 17 da Klay Thompson.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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