gen 06, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. I Denver Nuggets (16-17) passeggiano su quel che resta dei Los Angeles Lakers (14-20) e mandano di traverso i dolci della befana ai già parecchio demoralizzati tifosi dello Staples Center che, gara dopo gara, si trovano “costretti” ad assistere al poco edificicante spettacolo offerto dai D’Antoni boys. Non fossimo a Los Angeles e non fossero i Lakers (perché, in fin dei conti, il nome e il blasone contano ancora qualcosa), verrebbe il dubbio di trovarsi di fronte ad una squadra che gioca a perdere in vista della draft lottery di giugno. Ma, in ogni caso, i palyoff, ad oggi, restano una chimera, soprattutto in una Western Conference dove il “minimo sindacale” richiesto è almeno un 60% di W. Sette gli uomini in doppia cifra per la franchigia del Colorado, in una gara dominata a rimbalzo (53-38, di cui 17 offensivi) e in contropiede (30-9, con buona pace della “seven seconds or less” D’Antoniana). Sono poi 63 i punti dalla panchina, con il 53% complessivo dal campo e un 12/29 dall’arco dei tre punti. Numeri che rendono superflua l’analisi delle statistihe dei derelitti padroni di casa.
Nella tiepida epifania californiana i Nuggets, guidati dal solito elettrico Nate Robinson, sfogano tutta la rabbia accuulata nella striscia negativa di 8 sconfitte filate e sfoderano la seconda miglior prestazione stagionale (dopo i 139 di Portland contro i 76ers). Serata da incubo, invece, per i purple and gold che avevano appena interrotto la strisce negativa di 6 ko. Tra i pochi a cercare di salvare il salvabile c’è un Pau Gasol (doppia doppia da 25 punti e 10 rimbalzi) in odore di trade e considerato sacrificabile per ragioni di salary cup. Lo spagnolo è tra i pochi a crederci e, dopo il giro dorsale, appoggia a canestro per il 12-14. Denver, tuttavia, rimane tranquillamente a contatto e il pari a quota 29 si concretizza a inizio secondo quarto quando Mozgov, su assist di Robinson, inchioda agevolmente la bimane. Nick Young (21 punti partendo dalla panchina) dimostra di essere anche lui in partita sfruttando, nell’azione successiva, il comodo corridoio offerto dalla difesa dei Nuggets per la schiacciata del 29-31. La partita, per quanto in un contesto di mediocrità tecnica a tratti disarmante, si mantiene comunque su ritmi molto elevati: a 4:43 dall’intervallo lungo, Wilson Chandler griffa la tripla del 48-46 ma, in chiusura di frazione, il clamoroso “autocanestro” di Kenneth Faried, sancisce il nuovo pari (58-58). Il 35 si riscatta immediatamente sul capovolgimento di fronte, sfruttando il lob di Nate e una difesa gialloviola da film degli orrori.
Il terzo quarto è quello della fuga buona degli ospiti. Ty Lawson (20 punti e 13 assist) si beve Jody Meeks e con il piazzato dalla media sigla il + 5 (72-67). E’ poi il turno di Chandler che, senza alcun tipo di opposizione, appoggia comodamente tabellone dal pitturato per il 76-67. La successiva tripla, ancora di Lawson, è la “tombston piledriver” sul match: 12 punti, per questi Lakers, sono troppi da recuperare, anche con un quarto e mezzo ancora da giocare. Nel garbage time dell’ultima frazione si esalta nuovamente Kryptonate, autore di uno spettacoloso canestro per il 100-83. Il linguaggio del corpo di D’Antoni dalla panchina è tutto un programma. L’azione del 102-85 Nuggets è, probabilmente, lo specchio dell’annata Lakers: palla persa in maniera inspiegabile, contropiede 2 contro 0 e nuova schiacciata di Mozgov (addirittura 20 i punti per lui). C’è ancora tempo per il nuovo volo sopra al ferro di Robinson (135-110), con lo Staples che, tuttavia, si era già andato svuotando da un po’. Per la prima volta nella storia della franchigia californiana, sono 137 i punti subiti: mai il passivo era stato così ampio. Così come mai il futuro era sembrato così cupo. In attesa del ritorno del soldato Bryant. Basterà? Permetteteci di dubitarne.
Los Angeles Lakers: Gasol 25, Meeks 23, Young 21. Rimb: Gasol 10. Ass: Marshall 17
Denver Nuggets: Robinson 21, Mozgov e Lawson 20. Rimb: Faried 13. Ass. Lawson 12
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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