mar 03, 2014 Salvatore Malfitano Sport USA 0
Che fremesse dalla voglia di rientrare, beh, questo lo potevamo facilmente immaginare. Che dopo sei partite di assenza, però, rientrasse contro un avversario di notevole livello mettendo a referto 22 punti e 7 assist, forse non ci avremmo scommesso. Cifre, queste, dall’accento d’oltralpe e fiammingo, che si sono concretate nella notte all’AT&T Center di San Antonio, Texas. Arrivavano i Dallas Mavericks di Nowitzki (22 punti) e Carter (21 in 28′ dalla panchina), mani fatate ma purtroppo rugose. Più che il tempo ad essere galantuomo, sono loro ad essere galantuomini col tempo. Per nostra fortuna, aggiungerei, e per tutti quelli che amano veder volteggiare la palla a spicchi. E allora ecco che, pronti via, Parker penetra, Nowitzki aiuta, c’è contatto, il franco-belga prima di andare a rovinare sul parquet lancia per aria la solita preghiera che gli dei del basket, se esistono, gli manderanno sempre dentro. Lo stesso Parker, poco tempo dopo, è pronto a ricevere un canonico scarico nell’angolo di Diaw (doppia doppia: 14 punti e 10 rimbalzi) e a trasformare la sapiente assistenza in 3 punti. I Mavericks restano a contattato e alla prima sirena i padroni di casa hanno un vantaggio minimo: 25-22. Nel secondo quarto, le squadre si equivalgono, ma lo chiudono meglio gli ospiti, che approfittano dei pochi attimi di blackout dei cugini texani, come quando Leonard (16 punti e 7 rimbalzi) in transizione penetra e cerca Splitter sotto canestro: il brasiliano tenta una ricezione discutibile, la palla gli carambola sulle gambe ed è preda di Shawn Marion che si fionda in contropiede e nel 3 contro 2 che si crea, sceglie di servire Ellis (17 punti) che vola per il lay-up: il contatto di Duncan (17 punti) lo manda in lunetta per il libero supplementare (43-36). A 1’15” dalla fine del primo tempo, c’è una delle istantanee più belle della serata: Wright consegna a Carter che con una finta di passaggio di armonia dinamica quasi ellenica manda al bar il nostro povero Marco e piazza la tripla del 46-44; si va negli spogliatoi sul 48-47. Dopo l’intervallo lungo la parola resta a un veterano: è Nowitzki stavolta, con un immarcabile fade away, a tenersi a contatto con gli Spurs (54-51). Poi viene passata a chi gioca come un consumato cestista, anche se anagraficamente non lo è; da San Diego State, tale Kawhi Leonard riceve lo scarico di Parker e subisce fallo per il potenziale gioco da tre che manda San Antonio sul 57-53. Sul finire della frazione, Splitter lavora sotto canestra si gira e riapre fuori centralmente per Manu Ginobili; mi verrebbe da dirvi l’esito del tiro, che fondamentalmente immaginate già: 78-67 e prove di fuga per “Los Spurs”. Parlavamo di veterani: siamo a metà dell’ultimo periodo, Duncan riceve sotto canestro con un lob di Splitter(!), finta di andare al ferro e Carter gli frana sulla schiena. TD sente il contatto e manda per aria la preghiera con un gesto quasi da discobolo, come se le sue iniziali fossero TP: il risultato però è lo stesso (97-88), con tanto di panchina in delirio e volto impassibile del nativo delle Isole Vergini. Ellis però è l’ultimo a morire: penetra, cambia mano e mette il lay-up del 104-99 a 1’09” dalla sirena. Dall’altro lato però c’è Parker, che fa tutto da solo: punta la difesa e di mancina va per il canestro del 106-99. Gli Spurs blindano così il successo, che li mantiene al secondo posto ad ovest; per Dallas seconda L consecutiva, e Memphis è lontana solo tre vittorie dall’ottavo posto di Nowitzki&co.
Altri risultati:
New York Knicks @ Chicago Bulls 90-109
Golden State Warriors @ Toronto Raptors 98-104
Utah Jazz @ Indiana Pacers 91-94
Philadelphia 76ers @ Orlando Magic 81-92
Charlotte Bobcats @ Oklahoma City Thunder 99-116
Atlanta Hawks @ Phoenix Suns 120-129
Nato a Napoli, il 23/6/1994. Ex calciatore, attualmente redattore NBA per partenopress.com e basketinside.com; inviato sul Napoli per Il Roma. Studente di giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli.
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