dic 25, 2013 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. “A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai”. Quindi, anche andare a vincere il derby di Natale a casa dei vicini. E, evidentemente, gli Spurs in dicembre devono ispirare parecchio visto che, dopo l’indimenticata e indimenticabile impresa di McGrady datata 2004, i Rockets si permettono il lusso di andare a vincere a San Antonio pur privi di beverly, Asik e Smith.
Coach Pop fa partire Marco Belinelli in quintetto, affidandogli la marcatura di Chandler Parsons che, però, è in serata di grazia. Il primo quarto dell’ala in maglia rossa (a proposito, divise da pallavolisti decisamente rivedibili) è spettacolare: 14 punti, con un 5/6 dal campo e, addirittura, 4/4 nel tiro da fuori. Alla fine i punti per lui saranno 21, con sei rimbalzi e altrettanti assist. Gli Spurs cominciano già a mostrare i primi segni di cedimento e solo l’ingresso di Manu Ginobili argina l’emorragia: nel 9-14 dei primi minuti, i punti degli ospiti sono tutti del talento di Bahia Blanca (4/7 contro il 4/18 complessivo del resto della squadra). In barba allo spirito natalizio, però, i Rockets aggrediscono la partita alla giugulare, infilando un parziale di 13-0 che costituisce il viatico per la chiusura del primo periodo a quota 40. Ho detto barba? Beh, del resto si sa che sono gli uomini barbuti i protagonisti di questi giorni e James Harden tiene fede all’impegno griffando l’immaginifico assist per i due punti punti di un ottimo Terrence Jones. Non si può, però, continuare s questi ritmi e nel secondo quarto viene fuori l’ampiezza delle rotazioni degli Spurs. Mills, Danny Green e, ovviamente, il nostro Belinelli sono decisivi per il parziale che vale il -7 dopo appena tre minuti. Ma Harden ribatte colpo su colpo, con 5 punti in fila che restituiscono un minimo di tranquillità a coach Kevin McHale. Gli Speroni , non mollano, pur andando a strappi e senza mostrare la consueta continuità di gioco: Duncan (doppia doppia di prammatica con 11 e 14) e Kawhi Leonard ricuciono parzialmente il distacco (51-57), ma le intuizioni della strana coppia Harden-Lin e un dominante Jones a rimbalzo (doppia doppia da 21 e 14) fanno capire che i Rockets sono in una delle loro serate di miglior vena. All’intervallo lungo sono 9 i punti di vantaggio degli ospiti.
Nel terzo quarto sale in cattedra anche Dwight Howard (15 e 20 rimbalzi) che offre un sontuoso assist all’onnipresente Jones per il 60-69. San Antonio resta lì e ci deve pensare Harden con la tripla del 73-80 a rintuzzare il ritorno dei neroargento, permettendo i suoi di arrivare all’ultima pausa con un discreto +8 da gestire. Da un mancino all’altro, Manu Ginobili fa capire che il termine “mollare” non fa parte del vocabolario argentino e griffa l’84-87 in apertura di quarto periodo. Sinistro di qua, sinistro di la: Harden non si fa pregare e risponde col fade away del nuovo +5 (84-89). Nell’azione successiva, poi, penetrazione e lay-up per l’86-93, prima di concludere il tutto con il jumper del 97-88 e, soprattutto, con la bomba del 90-100 (in faccia a Belinelli) che manda i titoli di coda sulla partita. Sono 28 i punti (con 6 rimbalzi e 6 assist) per il talento da Arizona State. Per questa sera Santa Claus è solo il secondo tra i barbuti più famosi del mondo.
San Antonio Spurs: Ginobili 22, Leonard 13, Duncan 11, Belinelli 9. Rim: Duncan 14. Ass: Duncan 5
Houston: Harden 28, Jones e Parsons 21, Howard 15, Lin 13. Rimb: Howard 20. Ass: Lin 8.
ALTRI RISULTATI:
Chicago Bulls-Brooklyn Nets 95-78;
Oklahoma City Thunder-New york Knicks 123-94;
Miami Heat-Los Angeles Lakers 101-95;
Los Angeles Clippers-Golden State Warriors 103-105
Nasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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