gen 11, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Decima sconfitta nelle ultime 12 partita, quarta nelle ultime 4. Sono i numeri sconfortanti del Los Angeles Lakers (14-23) che perdono di 36 il derby (123-87 per i Clippers) e toccano, probabilmente, il punto più basso dell’ultima decina di stagioni. E’ da tempo, ormai, che il destino arride a quella che, per anni, è stata la metà “sbagliata” e, in parte, ghettizzata dello Staples Center ma un simile massacro cestistico è un qualcosa che coglie impreparati un po’ tutti, tifosi e addetti ai lavori. Mancano le due superstar, Bryant e CP3, ma per i Clips (26-13) si è trattato di una passeggiata di salute. Poco da dire, invece, dei gialloviola, all’ennesima prestazione imbarazzante della stagione. Hanno mollato mentalmente e fisicamente e da qui alla fine della stagione (una quarantina scarsa di partite) sarà un triste trascinarsi verso l’oblio.Difficile anche solo raccontare una partita del genere, vista l’abissale e, a tratti imbarazzante, differenza tra le due squadre. Di fatto la pratica per i californiani in blu risulta archiviata già nel primo quarto concluso 25-43. Protagonista assoluto della serata è stato Blake Griffin (33 punti e 12 rimbalzi) che fn da subito ha messo le cose in chiaro, “poserizzando” il malcapitato Chris Kaman con due schiacciate devstanti e stoppando il timido Jody Meeks che andava per il comodo appoggio al vetro. Sul contropiede susseguente a quest’ultima giocata la fotografia dell’intera stagione di entrambe: tripla con spazio (eufemismo state ad indicare che il purple and gold più vicino era a 5 metri) di JJ Redick (19 punti e 7 assist), palla sul ferro raccolta da Jordan Hill che, però, si fa bellamente rubar palla da Collison (20, 7 e 5 rimbalzi) per l’assist che Redick stavolta converte in due facili punti.Il resto della partita è un lungo, lunghissimo, garbage time, un “non spot” per la pallacanestro, con Kobe a guardare, allibito, dalla tribuna. Ma non per colpa dei Clippers, sia chiaro. Dall’altra parte, infatti, dovrebbero rendersi conto che perdere le partite è un conto e ci può stare, ma perderle in questa maniera è francamente imbarazzante. Inutile soffermarsi sulle percentuali al tiro (sarebbero da censura): basti pensare che, nel terzo quarto, i Lakers si fermano a 8 punti complessivi, contro i 31 degli avversari. E allora cuccia apertissima con Doc Rivers che, giustamente, concede spazio a seconde e terze linee. E mentre uno sconsilato Pau Gasol (10 punti appena) si fa stoppare da DeAndre Jordan (doppia doppia da 13 e 10), Griffin continua a giocare al gatto col topo e con un movimento alla Olajuwon dei bei tempi si beve Kaman e Jordan Hill per un canestro che sarebbe spettacoloso, non fosse per la pochezza degli avversari. C’è gloria un po’ per tutti, con Crawford che chiude a 11 punti e con i vari Morris, Jamison, Hollins e Barnes a banchettare sulla carcassa gialloviola. Finisce tanto a poco, come quando d’estate al campetto si sfidano le squade dei bulletti più grandi contro i ragazzini. Peccato che i ragazzini non abbiano scritto Lakers sulle canotte e non siano una delle squadre pi importanti del mondo.
Los Angeles Lakers: Marshall 16, Johnson e Sacre 14. Rimb: Gasol 8. Ass: Marshall 10.
Los Angeles Clippers: Griffin 33, Collison 20, Redick 19. Rimb: Griffin 12, Jordan 10. Ass: Collison 7
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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