gen 22, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Ridurre il basket a una mera questione di numeri e statistiche vorrebbe dire fare un torto al caleidoscopio di emozioni che ogni giorno ci regala questo gioco che ci fa impazzire. Però, a volte, i numeri, freddi e inequivocabili, ti possono venire in aiuto quando le parole non bastano più. Non bastano più perché vedere giocare il Kevin Durant di questo periodo, lascia senza fiato l’appassionato e senza inchiostro il cronista. Che molto spesso sono riuniti nella stessa persona. Per cui spazio ai numeri di KD nella vittoria dei suoi Thunder (105-97) contro i Trail Blazers: 46 punti, 11 negli ultimi 3 minuti e mezzo di partita, 17/25 dal campo con 6/7 da tre punti, 5 rimbalzi, 4 assist. Chiaro il concetto? Costui non è più descrivibile per quello che fa in campo. Devi sederti lì, osservare, stropicciarti gli occhi e applaudire (perché lui non è umano, ma tu si e l’ammirazione verso per i più grandi è un qualcosa di esclusivamente umano), e, se sei uno che scrive di pallacanestro, appuntarti le cifre che dovrai poi riportare ai tuoi lettori, con la consapevolezza che non potrai mai e poi mai rendere compiutamente ciò che il 35 ha mostrato quella sera. Perché non si può, perché qui siamo oltre il gioco, siamo nell’iperuranio delle idee cestistiche. Un luogo concesso a pochi iniziati. Ah già, la partita. Quasi me ne dimenticavo. Portland continua il suo tour de force contro le superpotenze della Western Conference e, dopo la sconfitta contro gli Houston Rockets, arriva alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City. Gli ospiti partirebbero anche discretamente (17-11 a metà primo quarto), ma, come ampiamente premesso, Durant è in una di quelle serate in cui vede una vasca da bagno al posto del canestro: crossover su Batum e algido jumper dalla media per il 17-13. Buon per loro che i Blazers possano contare su quella superstar che è LaMarcus Aldrige (indovinate un po’? doppia doppia da 29 e 16 rimbalzi) : movimento regale in post e il 25-16 pare una formalità. In apertura di secondo quarto, la tripla di Wesley Matthews vale il +11 (32-21) degli ospiti, che mantengono il vantaggio fino a 4:46 dall’intervallo lungo. Ma mai svegliare il Durant che dorme: il 35 sembra muoversi in slow motion quando si beve Batum in palleggio e infila il 51-50. Nulla può, però, sulla successiva conclusione di Lillard (14 punti e 4 assist) che sancisce il nuovo vantaggio Portland (52-50) con cui si arriva al riposo. Nel terzo quarto, Aldrige si carica sulle spalle i suoi con 11 punti nel periodo, firmando sia il canestro in contropiede del 67-62, che quello del 73-64 dopo il rimbalzo d’attacco. Oklahoma City inizia ad avere cattivi pensieri quando Lillard infila la tripla del 76-65 a 2:35 dall’ultimo intervallo, ma poi si ricorda che a guardia della città c’è sempre il suo super eroe: due bombe in fila con 50 secondi ancora sul cronometro ed il sorpasso (75-77) è cosa fatto. Rapido ed indolore. Si arriva così all’ultimo periodo. Matthews (21 punti col 50% da tre) apre le danze con il long two dell’85-84 e i Blazers sembrano potersela giocare. Non si può certo immaginare, infatti, che quello di Lopez con 6:29 ancora da giocare, sarà l’ultimo canestro dal campo dei rossoneri (fino a 20 secondi dalla fine). La difesa dei Thunder chiude a doppia mandata l’area raddoppiando su Aldrige (appena 4 liberi concessi al lungo ospite) e costringendo gli avversari a forzare sul perimetro. Poi, il parquet diventa la riserva di caccia privata della Durantula. A 2:55 dalla fine Portland è in vantaggio 95-92: un minuto e mezzo dopo il tabellone recita 95-105, inutile dirvi chi abbia messo gli 11 punti in fila che hanno ribaltato tutto. Finisce 97-105 e con la sensazione di aver visto all’opera un essere onnipotente. Non ce ne vogliano i lebroniani incalliti: oggi il padrone della Lega vive a Oklahoma City. Grazie KD!
Oklahoma City Thunder: Durant 46, Jackson 15, Ibaka 10, Fisher 10. Rimb: Perkins 8. Ass: Jackson 5.
Portland Trail Blazers: Aldridge 29, Matthews 21, Lillard 14. Rimb: Aldridge 16. Ass: Williams 9.
ALTRI RISULTATI:
Orlando Magic – Brooklyn Nets 90-101;
Boston celtics – Miami Heat 86-93;
Sacramento Kings – New Orleans Pelicans 114-97;
Minnesota Timberwolves – Utah Jazz 112-97
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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