mag 20, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Per avere la chiave di lettura di gara 1 della finale della Western Conference tra Thunder e Spurs basterebbe, probabilmente, andarsi a leggere il tabellino. Cinque uomini in doppia cifra contro i 43 del combinato disposto Durant – Westbrook e poco altro, 57,5 % dal campo contro il 46 scarso, 52,9% da tre punti (44,4 per gli altri), sei palle perse in meno (10 a 16) e, soprattutto, il dato dei punti nel pitturato: un 66 a 32 che, complice l’assenza di Ibaka, costituisce la migliore spiegazione del dominio totale dei nero argento, culminato nel 105-122 finale.
All’AT&T Center tutti aspettano di vedere l’approccio di Parker per capire se e come ha recuperato dal problema muscolare alla coscia. Ma in questa serata sono i lunghi a fare la differenza e, a queste latitudine, il cattedratico del ruolo è Tim Duncan: Perkins viene letteralmente scherzato in post prima di guardare, ammirato, la retina che si scuote per il 5-10. Qualche possesso dopo tocca invece a Nick Collison prendere appunti su come giocare il pick and roll, con il caraibico che fissa il 7-12 sfruttando a meraviglia uno dei 12 assist del francesino convalescente. Che, poi, si esibisce nella sua classica penetrazione per il +9 (7-18), dimostrando che, anche a mezzo servizio, lui in queste occasioni tende a esserci e a fare sempre e comunque la differenza. La risposta di Okc è una e sempre la stessa: la tripla di Durant (28 punti, 10/19 al tiro e 4/7 da tre) a 3:09 dalla fine del primo quarto vale il 16-22 che tiene i Thunder aggrappati alla gara fino al 27-30 con cui si apre il secondo periodo. Dove, sentendo aria di partite che contano, comincia a operare anche Derek Fisher, con la tripla del 35-38: 11 punti (su un totale di 16) partendo dalla panchina nel solo primo tempo per il “venerabile maestro”. Ma per gli Spurs tornare sembra un gioco da ragazzi: errore di Jackson, rimbalzo di Diaw che riapre per Green (16 punti e 4/5 da tre), contropiede arresto e tiro poco dietro l’arco per il nuovo +8 (35-43). La doppia cifra di vantaggio è solo questione di tempo ed arriva a 4:30 dall’intervallo lungo quando Leonard riceve da Parker e va ad inchiodare il 46-56. Come detto e preventivato, il problema di coach Brooks in questa partita è la presenza nel pitturato: se ne ha un’ulteriore dimostrazione quando Duncan (27 punti in 29 minuti di gioco) domina letteralmente Durant sull’ennesimo regale lavoro dal post per il +14 (51-65). Sono 22 (su 37) i punti in area degli Spurs nel solo secondo quarto.
Nel terzo periodo tocca a Russel Westbrook (25 con 7 assist e 9/21 dal campo) provare quantomeno ad impostare un tentativo di rimonta: la sua accelerazione e conseguente lay-up valgono il -4 (68-72) che diventa -2 quando KD manda a bersaglio la bomba del 73-75, proprio su assist del suo compagno di giochi preferito. Il successivo 76-75, marchiato ancora una volta a fuoco dal numero 0, sembra il preludio a una controfuga degli ospiti: sensazione corroborata anche dal “teardrop” dell’Mvp per il 78-77. Ma dall’altra parte c’è uno dei migliori collettivi della storia del gioco che, a 3:02 dall’ultima pausa, dimostra come si gioca di squadra sul contropiede: il canestro (con tanto di fallo subito) di Duncan (78-81) passa quasi in secondo piano, rispetto alla bellezza stordente dell’azione che lo ha preparato. Il dominio evidente su entrambi i lati del campo si manifesta anche nell’ultimo quarto: i canestri di Leonard (16 con 6 rimbalzi) e Green sono autentiche picconate alle ultime resistenze dei Thunder, costretti a capitolare sull’ennesimo contropiede del numero 2 che significa 93-105 a poco più di 5 minuti dalla fine. Il canestro della staffa è opera di Manu Ginobili (e chi sennò), con la tripla del 97-118. Benvenuti in Texas, dove si gioca la pallacanestro più bella ed efficace del mondo.
Oklahoma City Thunder: Durant 28, Perkins 5, Westbrook 25, Jackson 13, Butler 9, Adams 4, Fisher 16, Lamb 2, Jones 3.
San Antonio Spurs: Leonard e Green 16, Duncan 27, Splitter 6, Parker 14 (12 ass.), Ginobili 18, Diaw 9, Belinelli e Mills 5, Baynes 2, Joseph 4.
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
ott 25, 2024 0
ott 24, 2024 0
ott 15, 2024 0
ott 14, 2024 0
ott 08, 2024 0
ott 01, 2022 0
set 30, 2022 0
set 03, 2022 0
ott 01, 2013 6
mag 22, 2009 5
11 years ago
11 years ago
11 years ago
11 years ago