gen 21, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Gli Indiana Pacers si confermano il non plus ultra della Nba e con la vittoria contro i rezzanti Golden State Warriors (26-17) di questi tempi si attestano a quota 33W-7L, attuale miglior record della nostra lega preferita. L’inizio di gara dei ragazzi di Vogel è devastante: guidati dai 14 punti (23 alla fine, con 4 rimbalzi e 2 assist) di un Paul George scatenato, i Pacers prendono subito il comando delle operazioni, difendendo alla grande su Steph Curry (24 punti, ma 9/20 al tiro) e chiudendo il primo quarto sul +14 (35-21). L’inizio del secondo periodo è sulla stessa falsariga del primo: grande difesa di squadra sul pick and roll dei Warriors e Cj Watson può andare comodamente a schiacciare per il 37-25. Gli “splash brothers” continuano a litigare con i ferri della Oracle Arena (disastroso il 3713 nel tiro da fuori), consentendo la fuga degli ospiti che allungano fino al 45-29 a poco più di 7 minuti dalla sirena dell’intervallo lungo, cui si arriva sul 53-40. I padroni di casa sono, però, in rottura prolungata: parziale di 8-0 Indiana in un amen e gara che sembra chiusa. Sembra perché, finalmente, Curry riprende a giocare da fenomeno qual è: prima l’assist a Bogut per 60-42, poi i 10 punti nel periodo che consentono un primo rientro in partita, certificato poi dal coast to coast di David Lee (doppia doppia da 20 e 12 rimbalzi) che vale il 68-58. Si arriva così all’ultimo quarto sul 77-69. Curry ribadisce di esser tornato in se con la tripla che apre gli ultimi 12 minuti di gioco, con i Warriors che arrivano fino al -2 (79-77) grazie alla tripla di Barnes. Ma dall’altra parte c’è un Lance Stephenson in odore di tripla doppia (14 punti, 10 rimbalzi e 7 assist): “born ready” va a rimbalzo sulla tripla fallita da Watson e realizza l’83-77 a 9:13 dalla fine. La partita diventa un’autentica corrida, con la Oracle Arena infiammata da un clima da playoff. Tocca poi a un Paul George stranamente silente dopo il grande avvio, mettere d’accordo tutti con il jumper dalla media per l’87-79. Con la forza tipica delle grandi squadre, I Pacers ribattono colpo su colpo ad ogni canestro importante degli avversari: per due volte i Warriors arrivano fino al -4 e per altrettante volte Indiana infila la tripla. La prima di Stephenson (l’unica della sua serata) vale il 94-87 a 3 minuti dal redde rationem; la seconda di George Hill (15 alla fine per lui) rimette tre possessi di distanza tra le due squadre (97-90), quando il cronometro segna 1:24 da giocare. Ma guai a dare per morti i figli della baia di San Francisco: con appena 46 secondi a disposizione Iguodala (in una serata da appena 7 punti), riporta sotto i suoi (98-94) restituendo speranze al palazzetto dell’inferno giallo. Ma, in queste situazioni conta l’esperienza e Indiana ne ha di più: Curry forza troppo una tripla dopo la rubata di Klay Thompson e consente a George e West di mettere in ghiaccio il successo con i viaggi in lunetta. Finisce qui: vince Indiana 102-94.
Golden State Warriors: Curry 24, Lee 20, Thompson 17. Rimb: Bogut 13, Lee 12. Ass: Curry 9.
Indiana Pacers: George 23, West 17, Hill 15. Rimb: Hibbert 13. Ass: Stephenson 7.
ALTRI RISULTATI:
Dallas Mavericks – Cleveland Cavaliers 102-97;
Los Angeles Clippers – Detroit Pistons 112 – 103;
Toronto Raptors – Charlotte Bobcats 95-100;
Philadelphia 76ers – Washington Wizards 99-107;
New Orleans Pelicans – Memphis Grizzlies 95-92;
Miami Heat – Atlanta Hawks 114-121;
Los Angeles lakers – Chicago Bulls 100-102;
Portland Trail Blazers – Houston Rockets 113-126
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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