ott 30, 2012 Luigi Liberti Home Page, Sport USA 0
New York – La stagione NBA parte a mezzanotte, con la caccia a LeBron James e i Miami Heat, giudicati grandi candidati per la doppietta. Ma le antagoniste non mancano, a cominciare dai Los Angeles Lakers con un quintetto di All Star e gli Oklahoma City Thunder che hanno perso James Harden, ma nell’immediato sembrano altrettanto forti. Ecco l’alfabeto dell’annata che va a cominciare.
A – Allen, Ray, il grande traditore per Boston, e già fra poche ore c’è una prima resa dei conti, con Doc Rivers che terrà in spogliatoio la squadra durante la consegna degli anelli a Miami. Il tiratore è il simbolo del mercato degli Heat, che non si vogliono fermare dopo il titolo vinto, e hanno potenziato il roster anche con Rashard Lewis.
B – Barba, come quella di James Harden, che ha cambiato indirizzo. Houston è una delle squadre che più hanno cambiato, con il nuovo asse play-pivot Jeremy Lin-Omer Asik, tanti stranieri come Delfino e Motiejunas e il rookie Royce White, che per ora viaggerà in aereo soltanto in metà delle trasferte.
C – Celtics, Boston è la prima avversaria degli Heat, e parte a fari spenti. Ha perso Allen, ha un’età media elevata, ma attenzione a dare per sconfitti Rondo, Pierce, Garnett, che hanno un nucleo di supporto lunghissimo con gli arrivi di Barbosa, Terry, Lee, Milicic, il rookie Sullinger, e il ritorno di Jeff Green, solo per fare qualche nome.
D – Dream Team, è quello che i Los Angeles Lakers hanno potenzialmente allestito, con gli arrivi di Steve Nash e Dwight Howard accanto al trio Bryant-World Peace-Gasol. Il precampionato ha dato indicazioni differenti, con otto sconfitte in altrettante gare, ma appena si farà sul serio Kobe Bryant e Pau Gasol non si faranno pregare.
E – Esperti. Alla voce San Antonio Spurs, è difficile non trovare questa definizione, con i vari Duncan, Ginobili, Parker, Stephen Jackson. Ma a rubare la palma di squadra più vecchia della Lega è New York, che di over 30 ne conta ben sette: Kidd, Chandler, Camby, James White e non potevano mancare qui il giocatore che torna dal ritiro (Rasheed Wallace), il giocatore più vecchio della Lega (Kurt Thomas, 40 anni) e il rookie più vecchio nella storia della NBA, Pablo Prigioni, 35 anni.
F – Fedeltà. E’ quella di Kobe Bryant, che in sedici stagioni NBA non ha mai cambiato casa, restando ai Los Angeles Lakers. A 34 anni sente che vivrà una delle ultime occasioni per eguagliare i sei titoli di Michael Jordan, e punta al primo trionfo senza Phil Jackson (traguardo mai riuscito a MJ).
G – Gasol, intesi come Pau e Marc. Capeggiano il sempre ampio contingente spagnolo, perchè anche se Rudy Fernandez ha deciso di tornare definitivamente in patria, c’è l’arrivo di Victor Claver (Portland). E poi Calderon, Ibaka e Ricky Rubio, che a Minnesota è vicino al rientro dopo il grave infortunio e pronto ad innescare gli ex CSKA Shved e Kirilenko.
H – Holiday, non come vacanza bensì come Jrue, il grande problema di Philadelphia, che cerca di estendere il suo contratto entro domani. Ma non l’unico problema dei 76ers: Andrew Bynum è arrivato ma non ha ancora giocato per colpa del ginocchio. E il salto di qualità passa da lui.
I – Italiani. Non c’è più Ettore Messina ai Lakers ma Houston si affida a Gianluca Pascucci, ex gm di Milano oggi direttore del personale giocatori a Houston. Gli occhi restano ovviamente sui tre azzurri in campo: Andrea Bargnani resta uomo-franchigia a Toronto, Marco Belinelli può diventare il primo italiano a vincere una serie di playoff, Danilo Gallinari dividerà le responsabilità a Denver con Andre Iguodala.
J – Jefferson, Al, si è comprato un letto da 23.000 dollari, con dimensioni di tre metri per 3,60. Per un 2.05 come lui, sarà difficile non stare comodi. Utah spera che i benefici arrivino nel rendimento sul campo del loro leader.
K – Kentucky ha portato un intero quintetto, nel draft. Anzi, sei giocatori, perchè oltre a Teague, Lamb, Jones, Kidd-Gilchrist e Davis, c’è anche il sesto uomo Darius Miller. Il più atteso è ovviamente Anthony Davis, atteso come il messia da New Orleans, una sorta di incrocio tra Kevin Garnett e Tim Duncan. Almeno per il potenziale, ma l’ultima stagione NCAA ha mostrato un giocatore speciale.
L – Lunga. La stagione tornerà alle “dimensioni” normale, dopo il lockout dell’autunno 2011 che accorciò lo scorso campionato a 66 gare di regular season. Da giocare però in quattro mesi, con un calendario compresso, ora si tornerà ad un calendario più “umano”, almeno per i canoni NBA.
M – Michael Jordan ci riprova. Dopo tante stecche da dirigente, oggi il proprietario degli Charlotte Bobcats lancia un tecnico al debutto, Mike Dunlap, in una squadra tutta da scoprire tra veterani che rischiano di essere in parabola discendente (Ben Gordon e Haywood) e giovani che hanno vinto al college (Kemba Walker e Michael Kidd-Gilchrist) ma che forse non sono pronti a replicare nella NBA.
N – Nouvelle vague. E’ quella che Oklahoma City rappresenta fedelmente, con un nucleo di Under 25 come Westbrook, Ibaka e ovviamente il capocannoniere Kevin Durant. Sognano il primo titolo per i Thunder, e anche senza Harden è possibile: e il contratto in scadenza di Kevin Martin (13 milioni) garantità flessibilità sul mercato, segno che prima o poi arriverà l’ora di Oklahoma City.
O – OJ Mayo è una delle scommesse di Dallas, insieme a Eddy Curry, mentre i texani hanno definitivamente rinunciato a rilanciare Delonte West. Ma tutto passa ancora per le mani di Dirk Nowitzki, che parte dai box per l’operazione al ginocchio. Poche settimane e tornerà, con la speranza di non trovare i Mavericks sotto il 50% di vittorie.
P – Politica, il futuro del magnate russo Mikhail Prokhorov, che intanto ha portato i Nets a Brooklyn, nell’avvenirsitico Barclays Center. E c’è anche una squadra sulla carta del palcoscenico, con Deron Williams, Joe Johnson, Gerald Wallace, Brook Lopez…
Q – QI, quello del commissioner David Stern è elevatissimo, lo dimostra la gestione illuminata della Lega dal 1984 ad oggi. E c’è da giurare che sarà così anche negli ultimi 14 mesi di gestione: il 1° febbraio 2014 andrà in pensione, e lascerà un’eredità pesante al suo vice Adam Silver.
R – Rajon Rondo è un candidato al titolo di MVP, del resto nell’ultima annata ha vinto la classifica degli assist, precedendo Nash e Paul. L’altro candidato a sorpresa sarebbe stato Kevin Love, 26 punti e 13.3 rimbalzi lo scorso anno, ma la frattura alla mano lo costringerà a partire dai box.
S – Simulatori, attenti, la NBA non fa per voi. La Lega userà il pugno di ferro per punire il cosiddetto flopping, con multe salate per le prime infrazioni, poi si arriverà alle squalifiche. In preseason c’è chi, come Jarrett Jack, ha scherzato sopra l’avviso ricevuto, fra qualche settimana si riderà meno.
T – Top player. Nella graduatoria dei giocatori più pagati per il 2012-13, stando ai contratti, al numero 2 c’è nientemeno che Brandon Roy. Accanto a Rasheed Wallace, è il rientro più illustre nella Lega, dopo uno stop per infortunio alle ginocchia: ha soltanto 28 anni, Minnesota potrebbe aver fatto un affare.
U – “Uno, voglio essere il numero uno di sempre”. LeBron James è il grande candidato MVP dei gm della Lega, nel recente sondaggio, e l’impressione è che abbia appena iniziato a vincere. Negli ultimi playoff ha trascinato Miami a vittorie esterne decisive in ogni serie, contro Indiana, Boston e Oklahoma City. La sua era è definitivamente iniziata.
V – Vicino alla crisi di nervi è Danny Granger, leader degli Indiana Pacers, il cui ginocchio sinistro non ne vuole sapere di andare a posto. A poche ore dalla vigilia della stagione, il 29enne è fermo, e non si sa quando potrà tornare al top.
W – Winners, vincitori, è quello che i Los Angeles Clippers vogliono diventare. Chris Paul e Blake Griffin hanno un cast di supporto esperto con Billups, Butler, Crawford, Hill e il cavallo di ritorno Odom, e la voglia di smettere il vestito di seconda squadra di Los Angeles.
X – Fattore, la grande incognita dell’annata potrebbe essere Derrick Rose. Come da pubblicità, sul suo infortunio al ginocchio si è fermata un’intera città. Che ora lo attende in campo per metà regular season, con lui al 100% i Chicago Bulls (la squadra che ha chiuso al comando la regular season nelle ultime due annate) è di nuovo da corsa.
Y – Yao e i suoi nipotini. La Cina, che mantiene alto l’interesse per la NBA ma non avrà rappresentanti, visto che Yi Jianlian è rimasto in patria. E così tutto il tifo di decine di milioni di tifosi sarà per il taiwanese (almeno per le origini) Jeremy Lin.
Z – Zero, l’anno di chi prima di ricostruire ha distrutto, come Orlando. Addio Howard, addio stelle, visto che i fari sono Jameer Nelson, Hedo Turkoglu e il nuovo acquisto Arron Afflalo. Pronta per la prossima lotteria del draft.
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