mar 03, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. Le statistiche nel basket dicono tutto e niente. Facciamo un piccolo giochino. Squadra A: Rimbalzi totali 41 (16 offensivi); Palle perse 13; Punti in vernice 44; Punti “Fast break” 10. Squadra B: Rimbalzi totali 39 (9 offensivi); Palle perse 9; Punti in vernice 40; Punti “Fast break”2. Sveliamo subito che la prima squadra sono i Golden State Warriors (sesti a Ovest con 36-24), la seconda i Toronto Raptors (terzi a Est con 33-26); che, per inciso, hanno vinto la partita dell’Air Canada Center 98-104. Come è stato possibile alla luce dei numeri di cui sopra? Vuoi per una maggiore precisione al tiro (48,1 contro 42 scarso) ovvero l’unica statistica che conta qualcosa, vuoi perché a volte, semplicemente, gli dei del basket decidono così. E se Steph Curry, anche in una serata da 34 punti, tira male da dietro l’arco (appena 4/11), allora i conti, anche quelli non propriamente numerici, tornano.
Dopo un primo quarto abbastanza equlibrato, nel secondo parziale i Raptors piazzano un primo break che consente loro di arrivare alla sirena di metà gara con un vantaggio di cinque punti. Vantaggio che, all’alba del terzo periodo, inizia a colmare con lo spettacoloso gioco da tre punti del 58-59. E’ il momento migliore per i Warriors e la loro superstar che, a 1:18 dall’ultima pausa, si esibisce nella penetrazione del 75-72, concludendo un parziale da 28-20 nel quarto, che porta il punteggio sul 78-75 con cui si arriva agli ultimi 12 minuti di gioco. Qui, però, arriva il primo “sliding doors”; Steph è, fino a questo momento, top scorer dei suoi a quota 29: verrà limitato a soli 5 punti nell’ultimo quarto. Circostanza che, probabilmente, indirizza la W verso le latitudini canadesi. Non a caso, DeRozan (partita mostruosa da 32 punti, 4 rimbalzi e 6 assist) comincia a salire di colpi con il “long two” che vale il -1 (86-85). E’ il segnale della riscossa Raptors che rientrano prepotentemente in partita: qualche minuto dopo, è sempre il numero 10 dei padroni di casa il protagonista, con l’appoggio al vetro del 92-97, sfruttando uno degli 8 assist di serata di un buon Kyle Lowry. I Warriors, bontà loro, hanno sempre il minore degli “splash brothers” su cui poter contare nei momenti di appannamento del maggiore: ribaltamento di Iguodala che trova in angolo Thompson (comunque in una serataccia da 4/15 dal campo e 2/7 da tre punti) per la tripla del 95-97. Di fatto, questo è l’ultimo sussulto degli ospiti, che vengono annichiliti da un nuovo spettacoloso jumper di DeRozan, che vanifica la difesa (o presunta tale) di Curry: 95-103 che significa, sostanzialmente, game, set and match. Finisce 98-104. That’s a Rap!
Golden State Warriors: Curry 34, Lee 20. Rimb: Lee 11, Bogut 10. Ass: Curry 7
Toronto Raptors: DeRozan 32, Lowry 13. Rimb: Johnson 9. Ass: Lowry 8
ALTRI RISULTATI:
Utah Jazz – Indiana Pacers 91-94;
Philadelphia 76ers – Orlando Magic 81-92;
Charlotte Bobcats – Oklahoma City Thunder 99-116;
Dallas Mavericks – San Antonio Spurs 106-112;
Atlanta Hawks – Phoenix Suns 120-129
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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