mar 05, 2014 Claudio Pellecchia Sport USA 0
Roma. A Indianapolis arrivano i Golden State Warriors (37-24), vogliosi di riscattare la sconfitta dell’altro ieri contro i Toronto Raptors. Di fronte, però, ci sono degli Indiana Pacers (46-14), che, con 29-4, hanno il miglior record casalingo dell’intera lega. Gli ospiti dimostrano fin da subito intenzioni bellicose: Lance Stephenson, meno “born ready” del solito, perde un pallone che Steph Curry (serata così così dal punto di vista realizzativo con 7/18 dal campo e 19 punti: ma anche 8 rimbalzi e 6 assist) converte nel contropiede del 12-11. Tocca, come spesso accade, a Paul George (26 punti, ma 8/23 al tiro, con 12 rimbalzi) caricarsi la squadra sulle spalle e siglare il 21-19 a 3:18 dalla chiusura del primo quarto. Nel secondo parziale Stephenson (12 punti e 9 rimbalzi) si riscatta parzialmente con il tiro, buttandosi indietro, che vale il -2 (33-31), unico lampo di un quarto molto equilibrato (23-21): si arriva così all’intervallo lungo sul 48-42 e si comincia a intuire che sarà una partita giocata punto a punto. Ad inizio terzo quarto è di scena David West (top scorer dei suoi a quota 27, frutto di un 10/17 dal campo) che, con la consueta regalità, mette il canestro del 54-52, prima che il “circus shot” (con tanto di fallo subito) di George Hill (appena 8 punti) impatti a quota 62 a 3:14 dall’ultimo riposo. Come previsto, gli ultimi 12 minuti di gioco sono quelli decisivi. E si accende Klay Thompson (25 punti, 50% dal campo e 3/5 da tre punti): il meno celebrato degli “splash brothers” comincia ad operare mettendo la tripla dell’82-74, replicando poco dopo con la bomba del +13 (92-79). “It’s the Nba, everybody makes a run”, recita un adagio che torna buono anche in questa occasione: e, in effetti, questo 13-5 di parziale sembra essere l’elemento che spacca la partita. But “never underestimate the heart of a Pacer” (con mille scuse a Rudy Tomjanovich): i padroni di casa non si arrendono e provano a recuperare. West che “scippa” Curry e va a siglare il 94-88, aprendo il contro parziale che porta poi Paul George a mettere la tripla del 94-93 a 3:01 dal “redde rationem”.
Si arriva, così, all’ultimo possesso della gara sul 96 pari. Ed è, ancora una volta, “Thompson-time”: palla all’11 in un’insolita posizione di post (seppur in “miss match” con Hill), palleggio, giro dorsale, e “fade away” per la vittoria. Con sei decimi di secondo sul cronometro, Paul George prova comunque sulla sirena, ma la sua preghiera viene sputata fuori dal secondo ferro. Vincono i Warriors 98-96.
Golden State Warriors: Thompson 25, Curry 19. Rimb: Curry 8. Ass: Curry 6
Indiana Pacers: West 27, George 26. Rimb: George 12. Ass: George 4
ALTRI RISULTATI:
Philadelphia 76ers – Oklahoma City Thunder 92-125;
Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 104-96;
New Orleans Pelicans – Los Angeles Lakers 132-125;
San Antonio Spurs – Cleveland Cavaliers 122-101
happy wheelsNasce a Napoli il 07/09/1987. Già collaboratore/redattore per il "Roma", "Il Mattino" e toniiavarone.it, nonostante la laurea in Giurisprudenza ha deciso comunque di intraprendere l'avventura rischiosa e affascinante del giornalismo. Pubblicista dal 2013, ama lo sport e le storie che vi ruotano attorno. Occuparsi di Nba non è un lavoro, ma un piacere.
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