Partenopress – Agenzia di Stampa Video e Foto Giornalistica – Claudia Gerini: “Tulpa è un film maturo, e grazie a mio marito mi sono sentita protetta, anche durante le sequenze più erotiche”.

Claudia Gerini: “Tulpa è un film maturo, e grazie a mio marito mi sono sentita protetta, anche durante le sequenze più erotiche”.

giu 19, 2013 Luigi Liberti Cinema 0

Roma. Più facile, più disinvolto, più autentico. Girare “in casa” è sempre meglio, parola di Claudia Gerini. E’ meglio anche esibirsi in scene di sesso estremo: “Una volta mi facevo dei problemi, adesso non mi imbarazza spogliarmi. Inoltre, il fatto che dietro la cinepresa ci fosse il mio compagno non mi ha messo in imbarazzo – racconta Claudia – anzi mi sono sentita più protetta”. In realtà, nel film “Tulpa” diretto da Federico Zampaglione, Claudia Gerini ha una sola scena “hot”. Interpreta una manager che di notte si trasforma e frequenta un club dove fa sesso con estranei, uomini e donne. “Il sesso lo vivo in maniera naturale. Se sapessi che c’è di mezzo uno strumento tecnologico perderei la mia spontaneità. E visto che sono una attrice finirei per concentrami sulle inquadrature, le luci… Nei rapporti sessuali per me contano l’olfatto e il tatto. Ma mi piace guardare e farmi guardare”. La Gerini mostra ancora una volta la sua duttilità, passando con disinvoltura dal cinema popolare a quello autoriale, dalle commedie per famiglie a un thriller come Tulpa. “Beh, certe decisioni le ho pagate. Sono convinta che sia giusto essere attrice a 360 gradi, però gli autori restano sempre guardinghi nei confronti di chi funziona al botteghino”. Eppure la Gerini è stata scelta dai registi più importanti:”Sergio Castellitto ti apre un mondo e ti ci fa entrare, e da lui ho imparato ad asciugare, perchè io tendo a colorare molto i personaggi, e a capire bene la geografia umana. Giuseppe Tornatore è capace di passare ore ed ore a mettere a fuoco un’inquadratura, e da lui ho imparato a dare il massimo per ogni inquadratura anche ripetendo la battuta fino all’infinito. Ma da chi ho imparato tutto è Carlo ! Il tempo, il ritmo, l’importanza delle mani, della voce. Ho consumato i film di Verdone a furia di rivederli per studiarli. E poi come regista, siccome è un attore, è estremamente paziente, sa sempre cosa dirti”.