feb 06, 2012 Redazione Cinema, Home Page 0
ROMA. La coppia in crisi, il sesso, ed i problemi dei 40enni. Ecco i temi di ”Com’è bello far l’amore”, l’ultima commedia di Fausto Brizzi al cinema dal 10 febbraio. La pellicola, prodotta dalla Wildside in collaborazione con Medusa Film, è in 3D: “Il motivo è semplice - spiega Brizzi- tutti i film andrebbero girati in 3D, perché la realtà è in 3D. Io spero, come ha detto anche Cameron, che tutto il cinema diventi in 3D. Io ho fatto un 3D nativo, spero che sia piaciuto”. Tecnologia ed umorismo a parte, il film non convince a pieno a cominciare dai protagonisti Claudia Gerini e Fabio De Luigi, 40enni sposati con figlio adolescente, bella casa e lavoro stabile. Una vita perfetta, insomma. Unico problema, non fanno più sesso. “Il sesso è in realtà ancora un tabù al cinema - precisa Brizzi- e io spero che questo film verranno a vederlo sia i giovani che gli over 40. Tutti i quarantenni che conosco, o quasi, oggi sono in crisi sessuale”. Il regista concede anche di riferimenti al cinema d’autore, da Bellocchio a Lars Von Trier: “È la goliardia che è insita nel cinema italiano. Basti pensare a un film come “Il sorpasso”, in cui Risi fa l’occhiolino ad Antonioni. Io penso che serva, al di là del buonismo, prendere e prendersi un po’ in giro. È un giochino che mi diverte sempre: nascondere qualcosa nel film che poi il cinofilo sa cogliere”. Se De Luigi non va oltre il simpatico imbranato, riciclando espressioni ereditate dai suoi spot (quello del detersivo è citato esplicitamente), la Gerini interpretando la figura della moglie e madre che rispolvera la propria femminilità è brava a sfruttare un fisico ancora in stato di grazia, ma trascura la qualità della recitazione a causa anche del copione. “Nel complesso è un film ricco di sfumature - spiega Claudia Gerini- si parla di sesso ma anche di romanticismo. Si parte dal presupposto che questi due, si amino ancora. Secondo me la cosa divertente del ruolo è stato proprio mettere insieme il lato romantico e quello dei momenti lingerie”. Detto questo, la pellicola di Brizzi non si discosta troppo dalla comicità di stampo cabarettistico-televisivo, condita da musiche melense che ricordano quelle delle nostre fiction. E non aiuta nemmeno il fatto che la canzone tema del film sia cantata da una fuoriclasse come Patty Pravo.
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