giu 09, 2010 Redazione Cinema 0
Helena Bonham Carter ha interpretato molti ruoli diversi al cinema, in televisione e a teatro. Recentemente é stata la perfida Bellatrix Lestrange negli ultimi due capitoli di Harry Potter e interpreterà lo stesso personaggio nei prossimi due film della saga. Dal suo debutto in Lady Jane di Trevor Nunn nel 1986, è stata nominata all’Oscar, ai Golden Globe ed ai BAFTA. Dal loro incontro nel 2001 sul set de Il pianeta delle scimmie, Helena Bonham Carter è la compagna del regista Tim Burton. Da allora, la coppia ha lavorato insieme su cinque film, tra i quali l’ultimo, Alice in Wonderland che è uscito in Blu-Ray + Disney E-Copy e DVD il 1° giugno.
Domanda: Come descriveresti il film Alice in Wonderland, è un adattamento dei libri di Lewis Carroll?
Risposta: Direi che, più che un adattamento, si tratta di una storia originale. Infatti, i personaggi sono gli stessi del libro di Lewis Carroll ma la trama è diversa. La storia del libro è assolutamente geniale ma è impossibile da adattare tale e quale al cinema in quanto non possiede una vera e propria trama. Nel libro, Alice passa più che altro da un incontro all’altro con gente sempre più matta. Nella versione cinematografica, la protagonista è una ragazza di 19 anni che sta diventando adulta e sta cercando di capire la propria personalità. Questo permette di mettere un po’ di ordine in tutta la confusione del racconto originale. Adoro la morale del film che ci dice che è lecito essere matti. I veri matti possono essere tra le persone migliori. La loro mente è simile a quella di un bambino, per il quale tutto è confuso. Lo vedo ogni giorno con i miei figli Billy e Nell: devo interpretare continuamente quello che cercano di dirmi e loro si meravigliano di tutto. Mi sono sentita in uno stato simile quando ho letto il copione del film. E’ il tipo di storia che ti fa sognare e ti fa venir voglia di sapere in ogni momento cosa accadrà dopo.
Domanda: Per quale motivo i personaggi di Carroll sono tanto straordinari per Tim?
Risposta: La storia di Alice in Wonderland è piena di personaggi davvero affascinanti: il Cappellaio Matto, la Regina Rossa, il Bianconiglio. Tim dice che non è stato difficile fare suoi i personaggi, dal momento che sono tutti matti ma sono molto diversi tra loro. Sembrano tutti in uno stato di profonda instabilità emotiva tranne Alice, l’unico personaggio normale. Io personalmente sono molto affascinata dalla follia o da qualsiasi emozione instabile. Le persone sane di mente sono noiose, sono i pazzi quelli interessanti. Da sempre, Tim si sente vicino alle persone diverse, estranee al nostro mondo. All’inizio del film, Alice è raffigurata come qualcuno che si è sempre sentito alquanto diverso. Con la sua avventura, scopre che questa differenza è qualcosa da celebrare e che non se ne deve vergognare.
Domanda: Come descriveresti il tuo personaggio, la Regina Rossa?
Risposta: All’inizio del progetto, Tim ha detto che avrebbe voluto che facessi io la parte della regina e mi ha fatto vedere un disegno che raffigurava una persona molto arrabbiata. Sembrava una vecchiaccia con una testa sovradimensionata, non ci potevo credere. Ma alla fine aveva ragione lui e mi sono ritrovata a recitare la parte della Regina Rossa con una testa grandissima. Ha dei veri problemi emotivi, non ci vuole nulla per farle perdere le staffe. Non regna con la giustizia o l’equità ma con il terrore. Sembra che tagliare la testa alla gente sia la soluzione a tutti i suoi problemi. Sarà perché ha una testa così grande! E’ stato proprio divertente interpretare questo personaggio. Mi sentivo nella parte di una bambina viziata. Lei è molto egoista, non ha compassione per nessuno ed è totalmente inconsapevole dei sentimenti degli altri. Nonostante sia la Regina di Cuori, sembra che a lei manchi proprio quello, un cuore.
Domanda: A cosa ti sei ispirata per recitare questo personaggio? Hai ricevuto consigli da Tim Burton?
Risposta: Per recitare la parte della Regina Rossa, ho riletto il libro e ho provato a seguire la descrizione che ne dà Lewis Carroll quando la descrive come un essere pieno di furia e rabbia, afflitto da una passione sfrenata. Tim invece mi ha detto: “Sei Elisabetta I” e mi ha consigliato di ispirarmi a Bette Midler che l’ha interpretata in maniera alquanto bizzarra, quasi come un personaggio da cartone animato. L’altra mia ispirazione è stata Faye Dunaway nel film Mammina Cara.
Domanda: Com’è stato recitare con Johnny Depp, nella parte del Cappellaio Matto?
Risposta: L’interprete del Cappellaio Matto non poteva che essere Johnny Depp. Sembra che Lewis Carroll abbia inventato questo personaggio proprio con Johnny in mente 135 anni prima del film! Sono stata davvero contenta di poter recitare di nuovo con lui. E’ un attore veramente creativo che ci sorprende in continuazione. Ha un’immaginazione senza limiti e un talento comico assolutamente imprevedibile. Penso che lui ed io siamo molto simili nel non volerci far vedere come siamo in realtà. Facciamo questo mestiere per poterci nascondere dietro i nostri personaggi.
Domanda: Come descriveresti il rapporto tra Tim e Johnny che dura ormai da vent’anni?
Risposta: Quei due si capiscono al volo. Hanno gli stessi gusti e lo stesso senso dell’umorismo. E non è certamente un umorismo sofisticato, piuttosto quello di un bambino di otto anni. Spesso li vedo ridacchiare insieme ma quando mi spiegano la ragione della loro ilarità, non mi fa ridere per niente! Hanno un profondo rispetto l’uno per l’altro e quando sono insieme si spingono a vicenda per crescere e svilupparsi professionalmente. Entrambi hanno sviluppato la propria carriera insieme all’altro e oggi non esitano a creare progetti anche molto rischiosi perché sanno di potere contare l’uno sull’altro.
Domanda: Come ha influito sul tuo lavoro il fatto di dover girare tante scene davanti ad uno schermo verde e il fatto di avere una testa così grande?
Risposta: Questa mia grande testa mi impediva di toccarmi il viso, perché la mia mano sarebbe poi apparsa fuori misura. Uno non si rende conto ma è un gesto che si fa continuamente. Poi nel film passo il tempo a strillare, per cui perdevo la voce praticamente tutti i giorni. Recitare di fronte ad uno schermo verde può essere molto difficile per un attore. Ti ritrovi ad avere dialoghi con una palla da tennis o gente in body verde che fa la parte dell’altro personaggio. Queste comparse sono eroi di cui non si parla mai ma che sono importantissimi in un progetto del genere. Recitare richiede sempre tanta immaginazione. Infatti la parola che descrive il nostro lavoro dovrebbe essere immaginare piuttosto che recitare, soprattutto in un film come Alice in Wonderland.
Domanda: Com’è stato essere diretta dal tuo compagno? Il fatto che lavoriate insieme influisce sulla vostra vita di coppia?
Risposta: E’ sempre molto interessante lavorare con un proprio compagno. Per Sweeney Todd nel 2007, c’era molta tensione sul set. Tim non aveva mai realizzato un musical ed io non avevo mai cantato prima. Per Alice in Wonderland è stato completamente diverso, ci siamo divertiti molto sul set e Tim era davvero rilassato. Mi sembra che siamo maturati lavorando insieme. Lui è una persona che tiene molto alla propria libertà creativa e mantiene un silenzio superstizioso attorno alle sue idee. Io gli do spazio e non gli faccio mai domande, è sempre una sorpresa scoprire cos’ha in mente. Ha un intuito straordinario ed uno sguardo veramente originale. Alle volte, quando mi chiede la mia opinione, mi sento proprio privilegiata.
Domanda: Come riesci a mantenere un equilibrio tra il tuo lavoro ed il tuo ruolo di mamma?
Risposta: Io non vedo grosse differenze tra queste due cose. Il lavoro che faccio ha qualcosa di molto infantile, fingo continuamente. Mi sembra spesso che io e il mio figlio Billy siamo sullo stesso livello. E anche Tim, che ha sempre avuto la mente di un bambino. Però questo lavoro mi porta anche ad allontanarmi dai miei figli per periodi lunghi, e allora devo spiegargli con calma perché non posso stare con loro. Per fare un lavoro del genere, devi avere bambini molto comprensivi.
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