gen 20, 2015 Redazione Cinema, Video 0
Roma. Per una coincidenza il film di Paolo Genovese è il secondo titolo italiano in uscita questa settimana con al centro il rapporto irrisolto che il nostro paese intrattiene con il passato recente. L’altro è Il nome del figlio. Genovese però non affronta il tema dal punto di vista della nostalgia e dell’eredità personale e sociale che ci portiamo dietro (quanto quello che abbiamo fatto influenza quello che facciamo, individualmente e collettivamente) ma del più comune rifiuto della modernità a favore di un ritorno ad un passato idealizzato, custode dei veri valori nazionali, unica possibile salvezza dalla modernità. Al pari di molta commedia recente infatti anche in Sei mai stata sulla Luna? la storia è quella di una persona che si sposta dalla città alla provincia, dal Nord al Sud, dalla vita pienamente moderna (grattacieli, auto di lusso, tecnologia, moda…) ad una il più possibile rurale e antica (campi da coltivare, dinamiche da paese, un buon prete…) e anche in questo caso l’opposizione tra i due stili di vita, e quindi tra le due dimensioni dell’Italia, è il centro vero del film. In Sei mai stata sulla Luna? ogni personaggio è definito in base al suo rapporto con la modernità: la protagonista, ovviamente, è la moderna per eccellenza, così la sua amica, mentre i comprimari che incontra nel suo viaggio nella provincia meridionale oscillano tra il pienamente tradizionale e il tradizionale con comiche velleità di modernità (il barista che millanta esperienza americane e gestisce un bar che vuole essere moderno, il cuore solitario che cerca l’amore online ma con nomi e sogni di provincia). Curiosamente per il genere nella trama a trionfare alla fine sarà un misto di moderno e antico, sebbene il vincitore morale rimarranno provincia e passato come luogo e tempo in cui è possibile incontrare i propri sentimenti. Non mancheranno infatti la tecnologia come fonte di ridicolo (e la sua assenza come comica tenerezza), il lavoro moderno spietato e senza cuore, i tempi autentici della provincia e il caldo abbraccio di una vita in cui tutti conoscono tutti. Lo stile con cui la commedia traccia la sua parabola è quello di Paolo Genovese (più Immaturi che Una famiglia perfetta), sempre pronto a sacrificare un po’ di sofisticazione per un po’ di estetica, mai eccessivamente legato alla plausibilità (la protagonista è una giornalista di un periodico di moda che gira in Maserati) e più incline ad usare il linguaggio audiovisivo della commedia sofisticata americana (quella del reddito sempre alto, della bella vita e del sogno che vince sempre su ogni possibile realismo). Non mancano nemmeno i collage musicali. In questo contesto a fallire allora è proprio la commedia. A Sei mai stata sulla Luna? manca totalmente il ritmo giusto, come una macchina che si ingolfa e riparte di continuo. La sceneggiatura è scandita con grande povertà di spirito e le gag non si vergognano di rimestare nel già sentito, nella ripetizione di quello che possiamo attenderci da ogni situazione. Ma la mancanza più grave, quella che si fa sentire di più, è l’intuizione di quale sia il punto di vista divertente sugli eventi narrati, o in altre parole, come mai questa storia vada raccontata in forma di commedia e non (per dire) di dramma.
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