nov 04, 2013 Redazione Cinema 0
Roma. «Al Festival di Roma non ci hanno voluti ? Va bene, andiamo con felicità nelle sale». E così dal 7 novembre Luca Barbareschi sarà sul grande schermo con “Something good, qualcosa di buono”, film tratto liberamente dal libro “Mi fido di te” di Francesco Abate e Massimo e distribuito in 150 copie da 01. «Tutto è nato da una intuizione di Carlotto, un libro che ci siamo “rimbalzati” in molti produttori, un racconto divertente e agghiacciante sulle sofisticazioni alimentari, ma dal tono grottesco difficile da portare al cinema. E così alla fine abbiamo deciso di ricominciare da capo. Io non conoscevo lo sceneggiatore Francesco Arlanch, ci siamo incontrati e abbiamo realizzato un film sul tema della sofisticazione costruito su tre livelli: un racconto di redenzione, una grande storia d’amore e un thriller, che però non è l’architrave del film. E intanto la cronaca ci inseguiva, il caso del latte alla melanina e il pesce contaminato di Fukushima… ogni giorno un nuovo “caso” di sofisticazione alimentare. Nel film parliamo del pesce contaminati di Fukushima. Tramite qualche “insider” ho scoperto che non è riuscito ad arrivare in Italia ma invece è approdato in Jugoslavia e nei Balcani».
La Trama - Il film racconta due anime agli antipodi. Una giovane donna cinese che vive in un villaggio sperduto, Xiwen (Zhang Jingchu) perde il suo unico figlioletto avvelenato da una bevanda adulterata. Dopo aver ingaggiato una lunga e inutile battaglia contro la multinazionale, apre un ristorante a Hong Kong che serve solo buon cibo. Un giorno vi arriva, invitato da un amico assiduo frequentatore, Matteo, un trafficante italiano (Barbareschi) senza scrupoli di cibo tossico su scala mondiale, che ha rapidamente scalato i vertici del gruppo cinese Feng. Qualcuno cerca di incastrarlo in un omicidio e ad aiutarlo sarà proprio Xiwen. Tra loro nascerà un sentimento forse impossibile.
Tra l’Italia e Hong Kong – «L’idea di girarlo in Cina è stata dettata da ragioni numeriche – confessa Barbareschi – Se fai un “piccolo errore”, come ha dichiarato la Nestlè ai tempi dello scandalo del latte, lo 0,5 sembra una cifra irrilevante, ma su una grandezza di un miliardo e sei significa trecentomila bambini colpiti. Inoltre Hong Kong è uno dei porti più grandi del mondo dove davvero può accadere di tutto».
I NO delle Banche - Le sofisticazioni alimentari, con le conseguenti morti sospette, sono un tema attuale per la tragicità con cui ogni giorno vengono riportare sui giornali. Non è un caso che le banche non hanno voluto partecipare al finanziamento del film, probabilmente per l’idea di urtare le sensibilità di gruppi e multinazionali loro clienti. La contraffazione alimentare ha raggiunto volumi d’affari impressionanti, oggi l’attività più redditizie delle mafie, più della droga: un danno mondiale di 1700 miliardi.
Curiosità dal SET - «In alcuni momenti mi ha quasi mandato alla neuro».Con ironia, ma anche apprensione, Luca Barbareschi racconta le intuizioni della costumista da Oscar Milena Canonero: «Stavamo per girare una scena nel temporale con 46 gradi di temperatura e una troupe di duecento persone a Hong Kong è venuta e mi ha detto “ho pensato, come dicevo a Stanley: andiamo tutti in Vietnam per tre settimane, ci riposiamo e riscriviamo tutto”. E io rispondevo “non sono il tuo amico Stanley (Kubrick ndr) e nemmeno Steven (Spielberg nrd.) né Bernardo (Bertolucci nrd.) abbi pietà me me e per il nostro budget”. Poi abbiamo litigato quando mi voleva mettere un cappello con una piuma, lì l’ho fatta piangere e mi dispiace».
La protagonista femminile Zhang Jingchu ha invece raccontato il carattere “fumantino” di Barbareschi: «Sono felice e onorata di aver lavorato con Luca, anche se ogni tanto temevo sul set di non riuscire a soddisfarlo e lui urlava».
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