set 29, 2011 Redazione Home Page, Spettacolo 0
NAPOLI – A distanza di 42 anni, per la prima volta, Sal Da Vinci torna a New York dopo la sua nascita. Era il 7 aprile del 1969 quando in un ospedale di Brooklyn nacque Salvatore Michael Sorrentino, alias Sal Da Vinci, e dopo solo qualche mese in America arrivò il ritorno in Italia. Sal ama l’Italia ma la voglia di riscoprire le sue origini è forte: “Amo l’Italia! È il paese più bello del mondo, ma voglio conoscere gli odori e i sapori del luogo dove sono nato, nel luogo dove moltissimi italiani sono stati costretti ad emigrare alla ricerca di maggior fortuna”. Il prossimo 5 ottobre Sal tornerà negli Stati Uniti grazie all’invito del Presidente del Bourogh di Brooklyn, Marty Marcowitz e al Cav. Andrea Carrano Bonadies. Non solo la voglia di conoscere il suo passato ma anche l’occasione di ricevere il prestigioso premio “PROCLAMATION”, il riconoscimento ufficiale più significativo rilasciato dal Governatore di New York City, ha spinto Sal a tornare in America: ” Non so se merito un premio di tale livello, ricevuto da star come Liza Minnelli, Spike Lee e Barbara Straisand, ma farò l’impossibile per essere all’altezza di questo meraviglioso riconoscimento cercando di rappresentare al meglio gli italiani nel mondo”. Nel viaggio americano, organizzato dalla SI Group di Filippo Macchi, Sal Da Vinci sarà accompagnato anche dalla moglie e dai figli. Un ulteriore segno del profondo legame che lo lega a New York, è la volontà del cantante di ricelebrare il suo matrimonio per far si che sia riconosciuto anche in America. Questa nuova versione “internazionale” di Sal Da Vinci si rispecchia anche nel suo prossimo progetto discografico che nascerà nel 2012 e darà uno slancio nazionale ed internazionale alla sua carriera. “Sono molto orgoglioso di tornare nella mia Brooklyn invitato dalle massime cariche governative. Per questo ringrazio il Cav. Andrea Carrano Bonadies che mi ha candidato a questo prestigioso riconoscimento. Voglio godermi questi giorni andando alla scoperta degli italiani d’America, e degli americani che non ricordano più di essere italiani. Io ne approfitterò anche per registrare il mio matrimonio celebrato in Italia con mia moglie Paola. Ovviamente lo festeggerò, magari con un’ “americanata”: inizio a sentirmi comodo nei panni dell’americano di Napoli”.
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